singolare femminile

La "ce l'ho solo io"

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La “ce l’ho solo io” è un esemplare di razza femminile che cresce e si sviluppa prevalentemente nelle zone di provincia, con una distribuzione che si suol definire a macchia di leopardo, senza distinzioni tra nord, centro, sud e isole, affetta da un morbo che come primo effetto indesiderato tiene lontane tutte coloro le quali affette da questa sindrome non sono, che per comodità chiameremo rosicone !

La ragazza in questione non necessita di essere segnalata con lettere scarlatte o stelle di Davide, come la storia ci insegna si è fatto, poiché la “ce l’ho solo io” si auto conclama attraverso il suo abbigliamento, modello “ragazza dell’est al lavoro sulla Salaria”, e il suo trucco, modello “ho cominciato ieri il corso in cosmesi, giuro che è cosmesi e non maschera di carnevale!” .

Non occorre però vederla per sapere che c’è. La sua presenza si palesa semplicemente osservando i vecchietti del circolo che smettono improvvisamente di giocare a bocce e si scambiano furtive occhiate l’un l’altro, guardando i frequentatori del bar della domenica che iniziano a darsi gomitate l’un l’altro per segnalarsi a vicenda (perché gli uomini in questo sono molto solidali!!!) che una minigonna cerottale sta chiedendo un caffè al bancone e sentendo che tutto a un tratto l’idiota del paese che stava convulsamente spingendo i tasti del video poker come se stesse battendo la carne, smette di darsi all’attività più impegnativa della sua giornata  !!!

Veloci cominciano a fioccare fischi di gradimento e le solite felici battute: “Ahò, tanto che sei bòna faresti raddrizza pure ‘a torre de Pisa!!!” “Ah, bella, me fai n’effetto nelle mutande che me sa che te chiami lievito Pane degli Angeli!”…insomma, ci siamo capiti!

La “ce l’ho solo io” inizia la sua carriera già nella più tenera età, crescendo a suon di “Non è la Rai”, veline, letterine, paperine, cretine e via dicendo, dove ciuffi di pelo ottengono il massimo (il successo) facendo il minimo (dandola!). Si iscrive a danza moderna e costringe tutti i suoi peluches a guardarla mentre ripete le coreografie nella sua cameretta rosa Barbie, echissenefrega se abbiamo ancora un culo che fa provincia perché mamma non ci prepara la merenda ma fa le prove del buffet del matrimonio ogni santo pomeriggio  !!! Mamma logicamente che da piccola aspirava a diventare una “ce l’ho solo io” ma ha scelto la carriera: diventare la moglie del sindaco!

Intorno ai 16 anni il miracolo tanto invocato da mamma alla Madonna di Callas, più nota come Maria Callas : la Gabbiba del paesello finalmente si trasforma da carciofa a tocco di gnocca di un metro e ottanta! E così, alla festa del Patrono, nel momento cruciale in cui si rende devozione al santo - la sfilata dei carri mascherati con le brasiliane di Rio – viene presa e messa di peso da un trans sul carro, dove ha l’occasione di sculettare per la prima volta davanti a un pubblico vero: il prete, i vecchietti del paese e la giunta comunale .

Da quel momento cominciano a fioccare le richieste di partecipazione a eventi del secolo come: il concerto di Scialpi, indovina quanti fagioli ci sono nell’ampolla del cancelliere comunale, l’anniversario della nascita della città di Lucera, la sagra del durone di Vignola e via dicendo…

L “ce l’ho solo io” ha finalmente realizzato i suoi sogni, e ora, a prendere il caffè al bar, ci manda il suo menager  !!!

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("Constant motion" - Dream Theater)