step by step

il parco multietnico

Qualche giorno fa, complice uno sciopero degli insegnanti, il parco giochi solitamente semideserto al mattino, era pienissimo di bimbi.

Una vera meraviglia, c’erano bambini di tutte le età e di tutti i colori lì a giocare insieme, una gioia per gli occhi e per il cuore.

Ovviamente c’erano anche le mie belve, che in quel tipo di situazioni sono proprio all’apice della loro scala del divertimento.

La maggioranza comunque erano tutti piccolini, perché il parco al mattino, resta un abitudine da neofita e questo rendeva tutto ancora più bello, perché vedere tanti bimbi così piccoli giocare insieme è davvero meraviglioso, in genere iniziano con gli abbracci e baci e poi finiscono a spinte perché ognuno vuole la palla dell’altro e non importa che il bambino sia maschio e che il pallone in questione sia rosa con Hello Kitty stampata sopra in tutte le salse. L’importante è avere un pallone nuovo!

Io quando porto le bimbe al parco in genere , non dico che le vesto male, ma visto che so perfettamente a cosa vado incontro, cerco di vestirle più casual che posso.

Così ad S. avevo fatto indossare una magliettina semplicissima, che fra l’altro ha già dall’anno scorso, blu scuro con al centro la bandiera americana stampata a forma di mela. Niente di che.

Eppure,  a un certo punto mi sono sentita a disagio.

E’ arrivata una signora con un cagnolino e a S. non sembrava vero, si è avvicinata subito chiedendo di poter giocare con loro e lei ha accettato ben volentieri. Le ha fatto tanti complimenti e fra i tanti, anche quelli per la sua maglietta con la bandiera americana, sottolineando più volte questa storia della bandiera americana.

Forse mi sto facendo suggestionare anche stavolta, ma dati gli ultimi accadimenti, credo che quella maglietta finirà nella spazzatura.

A volte basta niente per urtare la sensibilità delle persone, non vorrei trovarmi nella situazione di dovermi pentire di mandare mia figlia in giro con quella maglietta.

Un anno fa non avrei mai nemmeno avuto questo genere di pensiero. Adesso mi sento di dover fare attenzione a tutto.

Ultima nota, io adoro il multiculturalismo, come si sarà capito e quindi adoro anche la possibilità di parlare con tutti, di ascoltare tutti. E quel parco era musica per me, si sentivano tantissime lingue insieme, c’erano due mamme africane, una mamma francese e anche una mamma coreana.

 E poi le mamme rumene ovviamente e le mamme romane, e poi tanti accenti, che nonostante siano tutti italiani, danno sempre una connotazione differente ed è un piacere davvero, sentire che quando si comunica con i propri figli, la lingua utilizzata resta sempre quella del cuore, quella che ci appartiene di più.

E poi noi tre che mentre giochiamo, mischiamo canzoni in italiano, inglese e spagnolo, mentre la gente ci guarda e ride.

Anche io mi sto facendo il mio gruppetto di “genitori amici” tra mamme e papà. Non siamo sempre gli stessi, ma quando ci troviamo, è sempre una festa.  Tra un pochino apriamo un gruppo di auto aiuto: “ come sopravvivere a una mattinata al parco”, proprio lì, in mezzo al prato, dietro lo scivolo a forma di drago…