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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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In fondo al tunnel 11

Post n°1357 pubblicato il 27 Febbraio 2017 da contastorie1961

Rientrato in fretta e furia, Daniel si spogliò e gettò gli abiti nel caminetto. Qualche goccia d’acido aveva bruciacchiato felpa e jeans, nonché il palmo della mano, che adesso pulsava dolorosamente. Dopo essersi medicato, si versò un bicchiere di whisky e chiamò Giada.

-Sono appena atterrata, cosa c’è ancora!- rispose chiaramente indispettita.

In breve, le raccontò ciò che era successo.

-Mi stai dicendo che hai sfigurato Giorgio invece di quella puttana?- sembrava incredula.

-Quando mi ha afferrato per la giacca ho reagito d’istinto, e a parte la boccetta con l’acido non avevo armi con me. Non mi aspettavo tornasse così presto, è stata solo sfortuna-

Giada rimase in silenzio per qualche istante. Quando riprese a parlare, il suo tono si era in parte addolcito.

-Sai che non m’importa più di Giorgio, vorrà dire che sarà lei a guardarlo con ribrezzo, forse è stato un bene che sia andata così-

Pur pensandolo, Daniel evitò di sottolineare che era quello che le aveva proposto lui.

-Dovrò restare nascosto, almeno per un po. Non credo che qualcuno abbia assistito alla scena, ma è sempre meglio non rischiare- disse invece.

-D’accordo, appena torno ti darò il resto del compenso, ci sentiamo-

-Solo quello?- aggiunse con un pizzico d'ironia.

-Ci devo pensare, ma non illuderti- e riattaccò.

Sorridendo, Daniel depose il cellulare e si versò dell’altro whisky. Pur rimanendo sulle sue, Giada gli aveva fatto chiaramente capire di essere ancora interessata a lui, ma su questo non aveva mai avuto dubbi.







Rosalia fissò il giovane medico con occhi pieni di speranza.

-Come sta?- chiese in un sussurro.

-Lei è la moglie?-

-No, Giorgio è separato, sono la sua compagna-

Le costò molto pronunciare quelle parole, sopratutto perché la loro convivenza era durata un solo giorno.

Il medico annuì, quindi la invitò a sedere.

-Il dottor Casellari si trova in terapia intensiva. Non le nascondo che le sue condizioni sono gravi, tuttavia non si trova in pericolo di vita- esordì in tono professionale.

Rosalia faticò a trattenere le lacrime, ma le ultime parole l’avevano in parte rincuorata.

-E le...le ferite...sono gravi?-

Il volto del medico s’incupì.

-La quantità d’acido che l’ha colpito è stata rilevante, non posso negarle che sono molto profonde. Quasi certamente, una volta che sarà curato a dovere, avrà bisogno di diversi interventi di chirurgia plastica, mi dispiace-

Rosalia annuì, poi si arrese alle lacrime.

.-Posso...posso vederlo?-

-Vorrei poterle dire di si, ma è tenuto in coma farmacologico e sarebbe perfettamente inutile. Lei è sconvolta, per cui le consiglio di andare a casa e riposare. Se trascorre la notte tranquillo, le prometto che domani potrà vederlo, anche se solo per qualche minuto-

Lasciato lo studio, Rosalia si avviò stancamente verso l’uscita. Era come se stesse vivendo su una nuvola, tutto le appariva sfocato e i rumori le davano fastidio. Come sarebbe cambiata la sua vita, ora?

-Signora Vandati?

Le parve di voltarsi al rallentatore, e le ci volle qualche istante per mettere a fuoco chi l’aveva chiamata per nome.

-Sono l’ispettore Molinaro, dovrei farle qualche domanda se non le spiace-

Quello che si ritrovò davanti, sembrava tutto meno che un poliziotto. A cominciare dai capelli, troppo lunghi secondo gli standard a cui era abituata. I jeans erano strappati in più punti mentre la felpa grigia, con un’icona dei Beatles stampata sopra, bene si abbinava al giubbotto nero.

-Sono a sua disposizione, mi dica- rispose guardandosi attorno.

-Che ne dice di un caffè al bar, staremo più comodi-

Cinque minuti più tardi, a un tavolino appartato, Rosalia posò la tazzina sul piattino.

-Non ho la più pallida idea di chi possa essere stato- disse rispondendo alla domanda dell’ispettore.

-Vivete insieme?-

Rosalia ebbe un attimo d’esitazione, quasi si vergognasse ad ammettere che era stata la prima notte trascorsa con Giorgio.

-No, ma la notte scorsa è rimasto da me- disse infine.

-Capisco, e stamattina presumo sia andato al lavoro-

-Molto presto. Mi ha lasciato un biglietto per avvisarmi, ma non ho la più pallida idea di come, un’ora dopo, fosse ancora davanti a casa mia-

-Conosce la sua ex moglie?-

-No, e lui non me ne ha mai parlato-

-Sembra che sia una delle donne più ricche della città, strano che non ne abbiate mai accennato-

Rosalia cominciò a innervosirsi. Ciò che aveva detto corrispondeva al vero, Giorgio non era mai andato sul discorso, non ne avevano avuto il tempo.

-Che possa crederlo o meno, è così-

Molinaro annuì e si alzò.

-Peril momento va bene così, ma potrei avere ancora bisogno di parlarle. I caffè li pago io, buona giornata signora Vandati-

Rimasta sola, Rosalia lasciò che si allontanasse per poi alzarsi a sua volta. Raggiunta l’uscita, s’incamminò verso il parcheggio dei taxi ma, a metà strada, incrociò lo sguardo del giovane rasato. Era seduto su una panchina e, non appena la vide, le andò incontro.

-Ciao, sei riuscita a vederlo?- passando con naturalezza al tu e sfoggiando un gran sorriso.

Pur avendo il morale sotto i tacchi, contraccambiò e scosse la testa.

-Sei diventato il mio angelo custode ormai. Comunque no, non sono riuscita, i medici mi hanno detto di tornare domani-

-Ok, se vuoi ti riaccompagno a casa, sono sempre libero oggi-

Mentre la macchina s’insinuava nel traffico, Rosalia si accorse di non sapere ancora il suo nome.

-Non so come ringraziarti, senza il tuo aiuto molto probabilmente avrei causato un incidente, potrei sapere il tuo nome?-

Lui voltò la testa.

-Io sono Igor, molto piacere-

-Rosalia, piacere mio-

Il resto del tragitto si svolse in silenzio. Solo quando giunsero a destinazione fu rotto da Rosalia.

-Grazie di tutto, Igor, sei stato troppo gentile- disse aprendo lo sportello.

-Figurati e... a proposito, se ti può interessare sono avvocato. Nel caso tu non ne abbia uno, sarò felice di aiutarti-

Lei rimase con la mano sulla portiera, la bocca spalancata dalla sorpresa. Tutto si sarebbe aspettata, ma chi avrebbe mai immaginato che dietro le sembianze di un cantante rock si celasse un avvocato.

-Non sei la prima, e nemmeno l’ultima- disse lui vedendo la sua espressione. Quindi, dal taschino del giubbotto, prese un biglietto da visita e glielo porse.

-C’è scritto tutto: e-mail, indirizzo e numero di telefono, chiamami quando vuoi, e fammi sapere come sta Giorgio-

Detto questo, inserì la marcia e se ne andò.



 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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