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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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« Il signore del tempo VIl due novembre »

Il signore del tempo. fine

Post n°1074 pubblicato il 31 Ottobre 2015 da lascrivana

 

Non poteva accadere veramente. Non volevo assolutamente finire i miei giorni rinchiusa in una teca di vetro. Era tutto assurdo ma, pur non sapendomelo spiegare, sapevo che l'uomo che avevo di fronte sarebbe stato in grado di farlo.

Pietro mi fissava. Le vene del collo gli pulsavano in maniera impressionante, sembrava dovessero scoppiargli da un momento all'altro. Il volto poi, stava rapidamente assumendo le sembianze che avevano reso orripilanti i miei incubi.

E allora lo feci. Pur provando un ribrezzo insopprimibile, mi avvicinai ancheggiando e sorridendo.

Lui parve stupito ma, notai, la mano che reggeva lo stiletto si abbassò sensibilmente. Finché, con un tintinnio sinistro, la micidiale arma cadde al suolo.

Nel contempo, la pelle del viso sembrò pian piano tornare alla normalità, persino il sottile taglio sul collo parve cicatrizzarsi alla perfezione.

Per un istante, mi balenò nella mente l'idea di chinarmi e raccogliere lo stiletto, ma la scartai subito.

Per uno strano quanto terrificante motivo, quell'uomo aveva vissuto nei secoli precedenti terrorizzando e angustiando le mie antenate. Era un essere immortale e, come tale, una semplice lama non sarebbe stata sufficiente a toglierlo di mezzo. No, avrei dovuto escogitare qualcos'altro per liberarmene definitivamente, ma avevo un disperato bisogno di tempo. L'unico modo, era quello di proseguire con la mia recita, non avevo altra scelta.

Ormai ci trovavamo a stretto contatto, potevo sentire il suo respiro ansante e leggermente roco.

Questa volta fui io a restare stupita. Con mio grande sgomento, mi resi conto che desideravo quel contatto, lo volevo a tutti i costi!

Allungai le braccia e gli afferrai le mani. Tremavano appena ma, al contatto, si serrarono alle mie e le strinsero con foga, mi fece male. Chiudendo gli occhi, recitai mentalmente una preghiera e lasciai che fosse lui a fare la prima mossa.

 

 

 

Pietro era confuso, sconcertato, incapace di credere a quello che stava avvenendo in quella stanza.

Dopo secoli, le sembianze umane stavano avendo la meglio sul suo aspetto naturale. Il contatto con Anna gli aveva fatto provare una sensazione nuova, sconosciuta sino a quel momento. La voglia d'abbracciarla e stringerla si fece pressante, indispensabile. E si trattava di un desiderio assolutamente diverso dai precedenti. Con le altre, si era trattato solamente di una questione carnale, sesso allo stato puro, nessun coinvolgimento sentimentale.

Con Anna era diverso, meravigliosamente diverso.

Il solo pensiero di perderla, di non poter nemmeno più sfiorarla, gli avvolse lo stomaco in una morsa. E la risposta a tutto ciò, improvvisa, lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Si era innamorato. Come fosse stato possibile restava un mistero. Ma il mutare del proprio corpo era un segno inequivocabile.

Attirandola a se, la baciò sulla fronte.

-Apri gli occhi, Anna- disse con dolcezza.

 

 

Quando mi parlò, una piacevole sensazione fece vibrare ogni corda del mio corpo. Persino la sua voce era cambiata, passando dai grugniti secchi e decisi a una melodia profonda e soave.

Che mi stava succedendo? Sino a poco tempo prima, avevo accarezzato l'idea di ucciderlo ma ora...ora...

Quando le sue labbra sfiorarono le mie, ogni titubanza e timore svanirono all'istante. Lo desideravo, dio quanto lo desideravo. Quale maleficio stava esercitando su di me?

Scacciando quel pensiero, gli afferrai i capelli e lo trascinai sul letto. La mia lingua, vorace come non era mai stata, s'insinuò nella sua bocca perlustrandone ogni centimetro. Più me ne saziavo, più il mio bacino s'inarcava, aderendo alla perfezione al suo. Quando finalmente i nostri corpi si unirono, fu come se tutto il passato, le teche, il volto deturpato, svanissero d'un colpo. Il tempo si fermò e, quando tutto finì, mi lasciai andare a un sonno ristoratore.

Mi risvegliai con un tremendo presentimento. Al mio fianco, Pietro giaceva su un fianco. Sollevando un braccio, gli toccai la spalla ma subito mi ritrassi spaventata. Il suo corpo, caldo e palpitante nell'amore, era ora freddo come il ghiaccio.

Prendendo coraggio, scesi dal letto e lo aggirai. Il suo volto, di nuovo deturpato, appariva disteso in un eterno sorriso. Mentre le lacrime iniziarono a scendere copiose, con la mano gli sfiorai la guancia.

-Grazie- mormorai appena.

Danio e Laura

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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