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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Il signore del tempo III

Post n°1071 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da lascrivana

 

La voce di mia madre, proveniente dal fondo delle scale, mi ridestò dal sonno profondo in cui ero caduta. Ci misi qualche istante a realizzare che, ancora una volta, si era trattato di un incubo. Liberandomi da coperte e lenzuola, mi resi conto di essere senza pigiama. La sensazione di caldo atroce non si era dissipata del tutto e il sudore, colandomi sulla pelle, mi provocò brividi di freddo. Ancora scossa, indossai la vestaglia e scesi al piano terreno per fare colazione.

Trovai i miei genitori intenti a sorseggiare una tazza di caffè. Dalle loro parole, intuii che stavano parlando della sera precedente e del ricevimento. Quando si accorsero della mia presenza, smisero di colpo e mia madre mi riempì la tazza sino all'orlo. Mettendo la propria mano sulla mia, mio padre sorrise e mi fissò a lungo.

-Come ti è parsa la festa? Sei rimasta soddisfatta?- mi chiese dopo un istante. Esitai prima di rispondere ma poi, sotto il suo sguardo scrutatore, non potei farne a meno.

-Non ricordo molto. Ho dormito troppo, e la testa mi sta scoppiando- mentii. Mamma e papà si lanciarono uno sguardo, ma nessuno dei due ribatté.

Terminata la colazione, chiesi loro come avevano intenzione di trascorrere il primo giorno dell'anno.

Questa volta, lo stupore che si dipinse sul volto di mio padre era autentico.

-Come, non te ne ricordi? Ma dico ragazza, dove hai la testa? Pietro De Vito, l'amico pittore di zio Andrea, ci ha invitati a casa sua per un aperitivo-

Assumendo un'espressione dispiaciuta, intrecciai le dita e me le stropicciai con furia. Ma, dentro di me, fu come se qualcosa si rivoltasse nelle viscere.

-Scusa papà, ho come un vuoto nella testa. Come ti ripeto, sarà perché ho bevuto, ma ricordo ben poco di quello che è successo al cenone-

Mia madre mi guardò sbigottita.

-Ma se non reggi nemmeno il liquore dei cioccolatini! Che diavolo stai dicendo!-

Ero sempre più in imbarazzo e, inoltre, sentii che le lacrime stavano cercando di farsi spazio nei miei occhi.

-La cosa è veramente strana Anna, sei sicura di star bene? E' da ieri sera che sei parecchio svogliata, e non solo. Mi sembri terribilmente preoccupata, angosciata oserei dire-

Deglutendo visibilmente, evitai di guardarla negli occhi.

-Mamma, non so che impressione ti ho dato ieri ma stai tranquilla, va tutto bene. Quest'ultima settimana di lavoro è stata parecchio stressante. Ho dovuto riordinare tutti gli scaffali dei libri, ormai si legge così poco il cartaceo, e quei volumi prendono solo un mucchio di polvere. E' solo stanchezza, credimi-

Mamma mi lanciò uno sguardo sospettoso.

-Sai che è strano? Sei stata sempre piuttosto restia a leggere, e avrei scommesso che questo lavoro non sarebbe durato a lungo. Mi hai incuriosito, appena ho un attimo di tempo, credo che verrò a farti visita in quella libreria-

Tornai a fissarla, allarmata.

-Mamma, aspetta qualche giorno ti prego. A quanto pare, il proprietario della libreria con l'anno nuovo ha finalmente deciso di farsi vivo. Ha chiesto espressamente di voler conoscere tutti i suoi dipendenti. Vorrebbe capire come mai, in tutti questi anni, abbiamo venduto così pochi libri. Mah, davvero strano questo tipo. Ha forse dimenticato che la gente, oggi, legge tutto solo sul web? Sinceramente, non ho ancora capito perché si ostina a tenerla aperta, se deve lavorare in perdita!-

 

Quelle considerazioni, mi avevano distolta del tutto da ciò che avrei dovuto affrontare di li a poco.

Non avevo nessunissima intenzione di rivedere Pietro, il solo pensiero mi dava la nausea.

-Andate voi, vi prego- dissi implorando mia madre con gli occhi.

-Forse hai ragione tu, mamma. Credo d'avere qualche linea di febbre-

Mia madre non rispose, limitandosi a guardare papà.

-Poco fa dicevi che andava tutto bene, ora asserisci di avere la febbre. Non so' cosa ti stia frullando per il cervello, ma un'aspirina e una doccia bollente faranno il miracolo- disse quest'ultimo alzandosi in piedi.

-Ma papà!- urlai alzandomi a mia volta -...non puoi costringermi a fare ciò che...-

-Basta!- il suo volto ora aveva assunto un colore rossastro.

-Sarebbe uno sgarbo intollerabile nei confronti di tuo zio! E il signor De Vito è uno dei suoi più grandi finanziatori. Non voglio sentire altre fesserie. Vai a prepararti e cerca di essere pronta per le undici e trenta!-

Detto questo, lasciò la cucina sbattendo la porta.

Disperata, guardai mia madre. Scuotendo la testa, si alzò e mi venne di fronte.

-Vai a vestirti, tesoro. Penserò io a preparare qualcosa per il tuo malessere-

 

Distesa sul letto, piansi tutte le lacrime che avevo. Non avrei mai voluto mettermi contro il volere dei miei, ma Pietro De Vito mi faceva paura. Entrava e usciva dai miei sogni in continuazione, bivaccando nella mia mente come un germe infetto.

No, non sarei andata a quell'aperitivo. In tutta fretta, indossai tuta e scarpe da ginnastica. Mi avvicinai alla finestra e guardai di sotto. Da bambina, mi divertivo a sgusciare dalla camera in quel modo. La canalina di scolo aveva sempre retto il mio peso, ma ora?

Senza pensarci oltre, mi sporsi all'esterno e mi aggrappai alla lamiera scrostata. Mentre scendevo, mi venne in mente che avrei potuto usare dei guanti, ma ormai era troppo tardi.

Quando toccai il suolo, le mie mani erano ridotte a un unico taglio. Il sangue mi colò lungo i polsi, ma non mi soffermai a controllare i danni. In un baleno, scavalcai la bassa recinzione e mi misi a correre.

Non avevo nessuna idea di dove andare, l'importante era allontanarsi il più possibile. Quando i polmoni iniziarono a bruciarmi, mi fermai e mi misi sulle ginocchia, ero esausta.

Quando rialzai il volto, fu come se un pugno mi colpisse al centro dello stomaco. La libreria si trovava dinanzi a me, la saracinesca era alzata e le luci tutte accese. Sulla soglia, Pietro De Vito alzò un calice brindando nella mia direzione.

Danio e Laura

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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