ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

woodenshiplascrivanaArechitanoprefazione09tanmikcassetta2c0nsuelocammino_1QuartoProvvisorioje_est_un_autrem12ps12Noir.Desiramistad.siempreNihil.65davidecrow
 

ULTIMI COMMENTI

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

 

« Aida 8Aida 10 »

Aida 9

Post n°1055 pubblicato il 16 Settembre 2015 da lascrivana

 

Giulia si aggirò per le stanze come un'anima in pena. La notte appena trascorsa era stata travolgente, e Marco si era dimostrato un amante esperto e focoso. Ma aveva esattamente il doppio dei suoi anni, e ciò la rendeva dubbiosa sul futuro. I giovani della sua età le apparivano come insulsi bambocci nei suoi confronti, ma aveva anche paura. Quanto sarebbe durata quella tresca? Come avrebbe reagito lo zio?

Il solo pensiero la rabbuiò ancor più del dovuto. Cocciuto come solo lui poteva essere, le aveva vietato di andarlo ad accogliere fuori dall'ospedale.

“Me la so' cavare ancora, da solo. Non ho bisogno di nessun aiuto”

E lei, remissiva come sempre, non aveva saputo ribattere. In fondo, voleva bene a quell'uomo burbero ma altrettanto dolce quando si trattava di fare conquiste.

Incapace di restarsene chiusa in quelle quattro mura, decise di uscire a fare quattro passi. Era convinta che l'aria fredda l'avrebbe aiutata a superare quel momento di crisi. Indossato un lungo mantello con stola di volpe, si diresse verso la porta.

Che si spalancò di colpo.

Marco fece irruzione con la forza di un uragano. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, mentre una vena gli pulsava vivida sul collo. Spaventata, Giulia non trovò nemmeno la forza di una domanda anzi, portandosi le mani alla bocca, arretrò con gli occhi spalancati.

-Quel maledetto!- sbraitò puntandole il dito contro.

-E tu lo sapevi, lurida puttanella!-

Giulia scosse la testa, era sconcertata.

-Io...io...Marco...ma che...che stai dicendo!- riuscì a malapena a balbettare.

Lui parve non averla nemmeno udita. Afferrandola per un braccio, glielo torse violentemente dietro la schiena. Il dolore fu lancinante e tremendo. Calde lacrime le rigarono il volto mentre, annaspando, cercò di divincolarsi.

-Ma hanno fatto male i loro conti!- proseguì l'uomo spingendola contro la parete.

Giulia non l'aveva mai visto così, sembrava impazzito.

 

 

Nonostante il freddo, Aida e Ovidio sembrava non avessero nessuna fretta di lasciare la spiaggia. Un pallido sole, sbucando dalle nuvole, avevo reso l'aria più tiepida.

-Ora però rientriamo- disse d'un tratto Aida -Il medico è stato chiaro, e io voglio che ti riprenda al più presto-

Cingendola ancora una volta a se, Ovidio la baciò con trasporto.

-Mi tratti come un vecchio, ma ti adoro e hai ragione. Ma che ne dici di pranzare fuori? In fondo alla spiaggia, c'è quella locanda simpatica e discreta- disse dopo averla lasciata.

Percorsero il centinaio di metri che li separava dal posto mano nella mano, ognuno immerso nei propri pensieri.

-Pensavo di essere stato sempre troppo duro con Giulia, ma con tuo marito non me lo sarei mai aspettato!- disse Ovidio rompendo il silenzio.

Aida si fermò e gli strinse forte le mani.

-Tua nipote è maggiorenne, non deve rendere conto di nulla a nessuno. E conosco sin troppo bene Marco, l'avrà assillata sino allo spasimo e alla fine...-

Non riuscì a terminare la frase. Nonostante la sicurezza che stava dimostrando, il pensiero del marito tra le sue braccia le dava ancora fastidio. Non si trattava di gelosia, da tempo non amava più Marco. Piuttosto, le rodeva il fatto che ormai la trattasse come una donna finita. Ovidio le sorrise e, mostrando d'aver capito, riprese il cammino.

 

Il pranzo fu ottimo, e la conversazione spaziò su vari argomenti. Il proprietario della locanda, conoscendo bene Aida, alzò un sopracciglio vedendola arrivare con Ovidio. Ma durò solo lo spazio di un istante. Discreto e professionale, prese le ordinazioni e si ritirò in cucina.

Si fermarono sino a pomeriggio inoltrato, quando ormai le prime ombre della sera iniziarono ad avere la meglio sulla pallida luce del giorno.

Quando giunsero a casa il buio era già sceso e Aida, soffocando un gemito, spinse il cancello che si aprì senza difficoltà.

-Avevo chiuso a chiave!- esclamò guardando Ovidio.

Senza esitare, l'uomo la spinse da parte e si precipitò verso l'ingresso vero e proprio. La porta, in legno massiccio, appariva socchiusa.

-Stai indietro!- disse senza voltarsi.

Non sarebbe stato necessario. Paralizzata dal terrore, Aida annuì meccanicamente.

Prima d'entrare, Ovidio afferrò il bastone che, solitamente, usava per le sue passeggiate e che lasciava sempre sulla veranda.

Furono attimi interminabili, durante i quali Aida non osò parlare ne muoversi.

L'urlo la fece sobbalzare. Un gemito terribile e prolungato che le gelò il sangue nelle vene.

Ridestandosi da quella sorta di trance, si lanciò verso la porta.

Ciò che si presentò dinanzi ai suoi occhi, avrebbe per sempre segnato la propria esistenza. Ritto in mezzo al salone, le braccia rilasciate lungo i fianchi e scosso da profondi singhiozzi, Ovidio fissava un corpo steso a terra.

Aida gli si portò al fianco e, poggiandogli una mano sulla schiena, guardò nella stessa direzione.

Giulia aveva gli occhi aperti e la pelle, da sempre rosea, aveva assunto il colore dell'avorio.

Al centro della fronte, un foro non più grande di una monetina sembrava disegnato ad arte.

Aida sentì le gambe farsi molli e, dopo un istante, stramazzò al suolo.

Laura e Danio

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963