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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Il giustiziere.

Post n°1021 pubblicato il 20 Giugno 2015 da lascrivana

 

-Cosa...cosa volete da me...- odiandomi per il tono lamentoso e supplichevole, arretrai nuovamente verso il divano.

Sorridendo, Miriam mi raggiunse e mi diede una violenta spinta. Un istante dopo me la ritrovai praticamente addosso, tanto da avvertire il suo fiato caldo sul volto.

-Non dovevi fare la smorfiosetta con me. E Paula, la grande Paula, non è più qua a difenderti. Ma, se sarai collaborativa, può darsi che ti risparmi, forse-

Mentre pronunciava quelle parole, la sua mano si era insinuata sotto la mia camicetta. In un secondo capii.

Strappandomi il reggiseno, mi afferrò un capezzolo e strinse con forza. Mordendomi le labbra, cercai di non urlare mentre le lacrime, copiose, iniziarono a rigarmi il viso.

-Non sei mai stata con una donna, vero?- mi sussurrò in un orecchio con voce roca.

Nel contempo, con l'altra mano giocò con l'elastico delle mutandine.

-Sarà bellissimo, vedrai. Lasciati andare e rilassati, tesoro-

Senza darmi il tempo di replicare si abbassò di colpo, il viso all'altezza del mio inguine.

Chiusi gli occhi e pregai. Forse, se l'avessi lasciata fare, mi avrebbe risparmiata.

Vincendo il ribrezzo, sentii la sua lingua perlustrare ogni centimetro della mia pelle, senza però mai affondare del tutto.

 

Lo schianto ci fece sobbalzare entrambe. Ancor prima che me ne rendessi conto, due colpi ravvicinati echeggiarono nella stanza. Le due compagne di Miriam, ancora in piedi nei pressi della porta, si accasciarono al suolo. Entrambe erano state colpite alla testa e il sangue, copioso, inondò ben presto il pavimento.

Lo riconobbi immediatamente. O, per meglio dire, riconobbi l'impermeabile nero.

Svelta come un fulmine, Miriam si lanciò contro di lui a testa bassa.

Il colpo la prese alla base del collo. Portandosi le mani alla gola, rimase per qualche istante in piedi, gli occhi spalancati.

Poi, con una specie di gorgoglio, stramazzò sul pavimento e rimase immobile.

Terrorizzata e incapace di muovermi, fissai l'imponente figura portarsi nella mia direzione.

-Ti stai domandando perché l'abbia fatto, vero?-

La voce, bassa e tenorile, mi sorprese. Nonostante i cadaveri, nonostante il sangue e l'odore acre della polvere da sparo, riuscì ugualmente a trasmettermi calma.

-In realtà ero venuto per ucciderti sai?- disse puntandomi contro la pistola.

-Ma non pensavo davvero di trovare questa situazione. La porta era socchiusa e ho sentito tutto. Ti eri fatta dei nemici anche in carcere, a quanto pare-

Feci segno di si con la testa mentre lui, con molta calma, rimise la pistola nella tasca dell'impermeabile.

-Poretti era uno strozzino e un bastardo, ne sei a conoscenza vero?- proseguì come se nulla fosse.

-Eliminandolo, ho fatto un favore all'umanità, così come nessuno piangerà per queste tre lesbiche, dico bene?-

Continuando ad annuire, con la coda dell'occhio sbirciai Miriam. Aveva ancora le mani strette alla gola.

-Sono sicuro che non mi denuncerai mai, anche perché ignori del tutto la mia identità. Ma, dopo questo casino, dubito che saprai essere convincente con le autorità-

-Io...io...non...- cercai di dire, ma lui mi bloccò con un gesto.

-Ti aiuterò a fuggire, a patto che non ritorni mai più in questa città. Hai qualcuno su cui far affidamento?-

Cesare!

L'idea di rivederlo, superò di gran lunga i rischi a cui stavo per andare incontro.

-Si...- dissi in un sussurro.

Danio

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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