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Desiderio di appartenenza: Jimmy e Mary.
Post n°668 pubblicato il 13 Agosto 2013 da lascrivana
Quando incontrai Mary per la prima volta eravamo sul treno: la corsa di Rimini -Bologna Centrale. Entrò nello scompartimento guardandosi attorno con aria inebetita; poi, posato lo zaino che teneva sulla spalla sulla griglia d'acciaio posta sopra i sedili, si sedette di fronte a me. Mi diede una rapida occhiata, mentre con una mano si toglieva una ciocca ribelle e castana che le era scivolata davanti agli occhi. Non era per niente il mio tipo: piccola di statura, la pelle leggermente abbronzata, e un viso semplice. I suoi occhi, vivaci e scuri, avevano qualcosa di magnetico. Immaginai che fosse reduce da una vacanza marina, giacché addosso si portava ancora l'odore di salsedine misto al profumo di bagno schiuma alla mela verde. Acerba e fiera; la stretta maglietta di cotone rivelava due seni sodi e pieni. Nella mia vita avevo avuto a che fare con donne bellissime e altissime; a volte persino più alte di me, che sono un metro e ottanta. La mia vita da dissoluto, aveva fatto si che conoscessi donne di ogni razza e d'età. Non sempre ero andato a letto con loro; mi piaceva solo conquistarle e soggiogarle al punto da dominarle. Spesso e volentieri erano i miei amici a terminare la dove io avevo iniziato -cosa che alle ragazze sembrava non dispiacere per niente; anche se la preda più ambita rimanevo io. Scrittore di successo, poeta e pianista; con la mia passione per l'arte avevo affinato le armi di seduzione più letali. Tra l'altro ero anche un abile procacciatore d'affari di qualsiasi genere. Io Jimmy Libradi, ero uno degli uomini più potenti e più infido, che il mercato avesse mai potuto conoscere. Usavo la mia scaltrezza e abilità, per fare soldi con tutto quello che mi si poneva davanti. Anche se in realtà dei soldi non fregava niente: a me importava il potere. In fondo, di soldi in tasca, ne avevo ben pochi: giacché ne spendevo tanti per pubblicare libri che nella maggior parte dei casi non si sarebbero mai venduti. Mi fruttava più scrivere canzoni e pubblicità per terzi, che scrivere poesie e libri per me. Non me ne importava granché: tanto quello che avanzava lo spendevo per le donne e per i miei giochi intriganti ed erotici. Mi ero persino sposato quattro volte; con scarso risultato direi. Le donne, dopo che ci convivevo un po': diventavano una gran rottura di scatole. Meglio liberarsene in fretta e darle tutto quello che volevano. Ecco uno dei motivi per cui ero uno squattrinato. Ne ho sempre fatti parecchi di soldi, tanti ... ero persino così abile, da credere, e da far credere agli altri, che li avevo fatti onestamente. Mai e poi mai avrei ammesso che tutto quello che facevo, era distruttivo per me e per gli altri. In fondo se soltanto mi fossi ricreduto su questo, non avrei mai potuto ottenere il guadagno che ne ho conseguito. Viscido e subdolo come un serpente a sonagli, sono stato il peggior nemico che una donna o un uomo, avesse mai potuto avere. Prima di conoscere Mary, credo di non essermi mai realmente innamorato di qualcuna ... lei non vorrei mai dividerla con nessun altro; mentre le mie precedenti mogli, le avevo condivise anche con chi di dovere per poter ottenere i miei scopi negli affari, anzi, le ho sposate proprio per interesse. Credo di non aver amato nemmeno mia madre; ho usato anche lei per finire i miei studi e diventare quel mostro, che ora disprezzo tanto. L@ur@.
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Inviato da: tanmik
il 17/05/2024 alle 08:08
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il 29/02/2024 alle 05:50
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