delirio

Rancide, rancorose…Insidiose, insinuanti, insistenti, incessanti, insopportabili, insofferenti, insulse, insipide, insonni…Ho sempre pensato che non fossero gli occhi, ma le voci ad essere lo specchio di un’anima. E se ogni aspetto fisico che lascia (in qualche modo) a desiderare, può comunque trovare un’egregia compensazione nella gradevolezza della voce, non si può facilmente dire il contrario. I pensieri – e le parole, come diceva qualcuno – sono importanti, ma anche la voce lo è. E quando questa diventa ridondanza grezza o malinconia consunta, malevola e sinistra: ignorante e pretenziosa - saccente e irragionevole – o, ancora, stridula, lamentevole, oppure sguaiata e volgare, ma anche monotona e deprimente, non c’è via di scampo se non quella di sottrarsi il più velocemente possibile al suo inquinamento acustico e vampiresco. Perché questo vociare talvolta apparentemente inestinguibile, nel suo frenetico ed invadente persistere, ci salassa di ogni equilibrio mentale. Quante ne schiacceremmo volentieri, tutti, di queste vocianti noci…! E con i miei problemi che mi causano ipersensibilità agli stimoli uditivi oltre che visivi, io per prima non posso che affiancarmi a te nell’invocare un po’ di quel silenzio. E sì, forse il richiamo a pipistrelli, topi o scarafaggi tra le crepe, si addice pienamente a simili stonature vocali, ma credo che per quanto calzante il rimando al guscio della noce da schiacciare, paragonarle ad un frutto tanto ricco dal sapore legnoso e delicatamente dolce, e dai gherigli estremamente decorativi, forse è un complimento eccessivo che non credo si possano meritare…;-)