Creato da woodenship il 23/08/2010

delirio

una spirale

 

Ineffabile

Post n°735 pubblicato il 14 Aprile 2024 da woodenship
 

"Ineffabile" è il sentir delle pietre,

intanto che la pioggia le arrotonda

ed alliscia al tatto che le accarezza,

prima di lanciarle a pelo d'acqua:

 

ecco il vorticare di giorno e notte,

ch'è vibrar d'aria turbata da massa

d'un sasso che più e più volte rimbalza 

su specchio, infine andando per abissi.

 
 
 

Carne da macello

Post n°734 pubblicato il 04 Aprile 2024 da woodenship
 

A occhi chiusi e labbra dischiuse al sole

ridevo in faccia al cielo oggi: è arroganza

di chi pensa di saperne di più, 

lo so. Ma che dir della teoria

più stupida che ci sia? Paranoica

teorizza la sostituzione etnica,

(cioè che faccian venire da altrove

disgraziati senza alcun dove e illusi

per sostituir noi disgraziati e frusti)

ignorando il fatto che la macchina

già ci ha sostituiti noi genti tutte:

dopo averci risucchiato ogni cosa,

nozione o ricordo dall'intelletto.

Sol carne da macello ci han concesso

d'essere: prede in trincea dei droni. 

 
 
 

Masticando petali di miele***

Post n°733 pubblicato il 27 Marzo 2024 da woodenship
 

Vendi fiori con sorriso di vento,

tristezza recisa rivendi appesa.

Con labbra umbratili dispensi baci:

carnalità d'un soffio intenso vibra

d'animale stretto in spelonca d'ossa.

 

A masticarne lo stelo d'asprigno

a mordicchiarne i petali di miele

la tua bocca d'ombra è un bacio che sfiora

la fronte con febbre diffusa fiamma.

Carne disciolta forse sei l'inferno.

 

Forse il paradiso: fa che le stelle

rimangano lì, c'erano già prima

e volevo già comprarti fulgore

fiore che tra dita scintilli azzurro

con tremori e gemiti dilagando  

 

dolore maledetto che giunge urlo

fino a smorzare d'ogni altro domani

i versi goduti. E sai già anima mia

l'evocare che non verrà mai meno

felicità per il tuo essermi esperia.

 

Nubi appena levigate saremo

nello spazio l'aggrovigliarsi strenuo

d'instabile gassosità che ottunde

nebulosa dalla bellezza algida

necessitante anche e solo favilla

 woodenship  28/05/2012 (riletta)

 
 
 

Non solo l_otto di marzo

Post n°732 pubblicato il 20 Marzo 2024 da woodenship
 
Tag: Donna

Quel che m'intriga tosto
è una pietra non scritta
apposta tra virgole:
inciso, inciampo inviso
che non si ha che dirne altro.
Donna, bersaglio in preci
fiondate contro i lumi.

Un tempo mai avrei detto
che potesse far pioggia,
in giornate  dal cielo

terso, astratta mestizia.

Seppure l'ingiustizia
in lacrime ti sciogle
che te ne viene ruga,
tu donna, che dell'acqua

hai la forza di goccia,

dal dolore trai  forza.

A un uomo, è negazione

di beltà, a dargli forza
ch'è morte all'altro da sè.

Non è natura, donna

guarda: non è natura

che ti si neghi vita.

 

 
 
 

Ghiaccia pure la voglia

Post n°731 pubblicato il 11 Marzo 2024 da woodenship
 

Oggi aria gelida ancora sui poggi:

in giro solo miraggi d'un qualche

raggio fugace tra nidi deserti

ove ancor di nidiata non vi è traccia

si che ghiaccia pure voglia d'andare

in cerca di primavera precoce.

 
 
 

in eredità rancorosa messe

Post n°730 pubblicato il 03 Marzo 2024 da woodenship
 

Sono attimi di sgomento e sconforto ,

quelli che in versi ci consegnan stanchi

all'orrore inscritto al muro del pianto:

 

prosciugato d' umanità è da un pezzo

sebbene ancora in molti, un tanto al chilo,

ci facciano lamentazioni accese.

 

In fondo coloni sono del nulla:

son chi assilla e s'arrovella ch'è sacra

l'eredità  d'un fazzoletto in terra

 

steso tra mare e Giordano, con odio

arati i campi e col sangue irrigati

si da sopravviverci male bestie.

 

Ma quale dio, anche esistesse maligno,

potrebbe mai concedere patrigno

in eredità rancorosa messe?

 
 
 

Casa è parola

Post n°729 pubblicato il 17 Febbraio 2024 da woodenship
 

Casa è parola di due sillabe e piana,

lettere accusate d'essersi accasate

le sillabe: fonemi che fanno linguaggio

domestico, tanto in cucina ai fornelli

che sul divano in tinello dinanzi alla tv.

Dicasi muri portanti, tramezzi, pavimenti...

e travi: vene in cui ci scorre armato il cemento,

perchè dovrebbe cementarci individui sotto il tetto,

come pure in camera da letto tra i guanciali;

vita dalle geometrie imaginate nel disegno del progetto.

L'architetto ha solidificato il sangue in calce,

pensandolo forma stabile dai balconi sul mondo:

condivisibile di sentimenti e apprezzabile,

nelle ragionate finestre aperte e negli angoli in squadra

per muratori consci della necessaria compattezza

di mattoni linguistici, come per i pilastri la logica...

La poesia è amore per quella parola 

che si fa casa di un sentimento

intanto che il cuore la distilla.

 
 
 

Par mare l'inverno

Post n°728 pubblicato il 13 Febbraio 2024 da woodenship
 

Par mare l'inverno! Lo sento

così algido nella sua danza

che s'avanza fosca movenza

volteggiando bassa di nubi. 

È brezza che s'avvita e sprizza

onde d'aria che esonda e frange 

distratta, risucchiando foglie, 

sterpaglie e orme stinte da zolle.

Anche quando t'abbaglia freddo

ch' è viscido il sole tra nebbie

e i merli sgusciano via lesti,

ha un senso l'inverno a esser mare:

chiedi ai rapaci che, di becco, 

si tuffano dai rami nudi

alti, sognandosi gabbiani.

 
 
 

Tra me e la notte(epilogo)

Post n°727 pubblicato il 04 Febbraio 2024 da woodenship
 

 

… se è per quello: con fetta di limone,

presa di sale e di tequila un sorso,

sono già partito: sto scrivendoti

da Playa del Carmen, steso sull’amaca

in quel che fui ombra nascosta nel tempo.

Quintana Roo è lo stato sul Caribe

messicano, è da qui che si va al largo.

Ci son le palme fruscianti alla brezza

notturna danza; c’è pallida spiaggia

striscia che si allunga arco di brillanti;

c’è il mare che scintilla onde di luna

schiumando argenteo sul bagnasciuga.

Ed ho un fuocherello febbrile che arde

scoppiettando insonne tra me e la notte. 

Lì dove sei hai pronto il flauto alle labbra?

Allora accordiamoci sulle note

salpiamo su melodia di risacca:

c’è un galeone ricolmo di tesori

laggiù che bordeggia scuro e ci aspetta.

 

 
 
 

Con d'intorno l'ignoto

Post n°726 pubblicato il 28 Gennaio 2024 da woodenship
 

È pieno di gente che non conosco

il mondo: ci cammino tutti i giorni

e me ne do di conto molto spesso

che non c'è nessuno ch'io possa dire

a me noto. Hanno tutti facce ignote

coloro che mi incrociano per strada.

Certamente lo sono anch'io per loro

pur quando mi aggiro alieno per casa:

oggi, volevo darci fuoco al mondo,

tanto mi era sì estraneo e distante

avvolto in polveri che luccicano

d'un dicembre che s'intona male,

come abito scuro gessato liso  

indossato al cenone di fine anno.

 

 
 
 

Digiti panico

Post n°724 pubblicato il 17 Gennaio 2024 da woodenship
 

Il cielo stellato è un friggere d'astri

infinito: ti schizza fuori in feedback 

dalle pagine web, si che di pace

digiti nel panico l'utopia,

dando la stura al frizzar di faville

lassù, nell'universo virtuale

ove un tappeto si fa firmamento, sul quale appellarsi senza tempo: ti sfuggono fuori, dalle mani giunte, galassie vorticanti d'intenti, infiammando volute di scintille sui palmi.

Vola celeste, unico e al tempo stesso

molteplice: ti scorre fuori in vampe

dai polpastrelli, intanto che strisciando

s'allunga scintillando il vorticare

di onde lassù, tra i fiochi echi flottanti

dell'imbrunire d'astri in buchi neri.

 

 

 
 
 

L'anno che va

Post n°723 pubblicato il 08 Gennaio 2024 da woodenship
 

 già gli alberi si stremano  di loro

tra richiami e voli di ramo in ramo

che poi è col vento che si stordiscono,

ed ancora è piacevole sentirli.

 

Il loro si fa grido quando sorda 

ne morde il tronco la sega o ne scheggia

il legno l'accetta. Oppure ne incide

corteccia mano d'amante che non ama

 

e ha un cuore che neanche bomba sbreccia

tanto si è perso tra ruderi e ceppi

che pare di granito persino ora

che il solstizio ridonda di mestizia

 

... ne ho sentito tante grida di alberi.

Come anche di uno stormire sui tetti

all'aria che sapeva di neve e fumo

crepitio di tronchi nel camino arsi. 

 
 
 

... un verso altro, per non dir nuovo***

Post n°722 pubblicato il 30 Dicembre 2023 da woodenship
 

Il passato è una parola sfuggita

stupida aria data ai denti e rimpianta.

Talvolta occasione perduta resta

come marchio d'infamia impresso a fuoco.

 

Il presente è  parola che non trovo.

Mi dilania perché ce l'ho nel cuore

 che fuma, sfuma e offusca senza uscirne

a conforto per quel che tanto duole.

 

Il futuro è parola ancor non detta:

nel buio dell'altrove giace non vista

inaudita perché ignoto fonema

d'un verso che si suppone diverso.

 

Forgiato chissà dove a guisa d'ali

lo si vorrebbe tanto per viaggiare

per oscuri flutti di un mondo nuovo

senz'altro migliore per un verso altro.

 

***Un augurio per una fine scoppiettante ed un inizio dei migliori.

Di cuore

E che serenità sia ancor più per l'anno che s'avvicina nuovo: possa essa calar le ali sui nostri cuori, acquietandone travagli e dolori.

                                   ......w......

 
 

 
 
 

Era di giugno***

Post n°720 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da woodenship
 

Erano questi gli arbusti, sicuro

ne sono: sapevan tanto di morte,

così vizze le foglie sui rami stecchiti,

avvolti in sudario candido e denso

di ragnatele. Poco più in là stava

l'uomo in pietra sotto il ginko biloba:

stanco e sordo agli schiamazzi di fine

scuola, in quell'andare di gavettoni

nel viavai di sole e luna di giugno.

Ora, che il solstizio s'appressa inverno

e le pupille tornano a spandersi,

verdi li trovo che brillan radiosi

come non fossero mai morti invero.

 

Mi direte: che c'entra giugno con dicembre e le festività in divenire? Nulla all'apparenza, ma se si tiene conto della circolarità delle stagioni, ecco che può sembrare fulmineo andare da giugno a dicembre in un batter di ciglia, ritrovandosi a farsi gli auguri di buone feste.

Auguri tanti e di cuore: possano queste festività essere occasione di rinascita e serenità.

Un abbraccio a stretto giro d'orizzonte

........w..... 

 

 
 
 

Dimmi ch'è ancor giovane la notte***

Post n°719 pubblicato il 11 Dicembre 2023 da woodenship
 

Grazie mia cara, or che ch'è avvento e ghiaccia

a poco dal solstizio, per avermi

rimboccato le coperte ieri notte:

ho dormito davvero bene in terra

madre. Tanto che non intendevo storie,

per uscirne fuori da quelle coltri.

Si che il giorno fosse ormai fatto pieno.

Per il resto non ho le competenze,

ma nemmeno gli strumenti che vorrei

per dar vita ad un simile connubio.

Il lavoro di scrittura richiede

solitudine,  riflessione, amore,

silente esaltazione: sofferenza!

Il dolore dell'esistenza ti apre

a sentire tutto, il rantolo pure;

come anche dir d'adrenalina, prima

che ci si schianti contro il muro vero.

Spesso la scrittura è questo: lavoro,

note oscure che, nell'inconscio a fondo

rimangono a pender dalle palpebre,

come sipari rei d'obliare, calati

sulla tragedia dell'esserci...forse

potremmo partire da qui: raddoppia

verdi i miei occhi con i tuoi. Lavoriamo

come tu dici a quattro occhi: dimmelo

se possiamo trarne versi da questo

grezzo scriver dello stato dell'arte.

Dimmi che ancora è giovane la notte!

 

***Di quando, dialogare per commenti, permette di accedere in altra dimensione che ci avvicina alla poesia. Grazie Divina creatura.

 
 
 
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