delirio

Caro wood…che dirti? Non solo sul mento la barba; ma anche quest’ode sul rosso malpelo sventola come una bandiera di cui puoi andar fiero…Così si trovano poco appariscenti gioiellini come quelle “teste intorno tutte sorrette da un sorriso a pilastro appoggiato disgusto al tetto” che ci dispensi con disinvoltura. Ed ancora, descrizioni della barba “inanellantesi rossiccia fin sul petto” e “cadente grappolo di peli da faccia di melone” che non possono non far tornare alla mente Rostand e il suo monologo nel Cyrano de Bergerac. Non è, qui, un naso quello che “incede miracolo dell'apparire irrilevante” ma una barba, a “restarci, dedicandosi alle bottiglie”; e certo, come lo spadaccino dal lunghissimo naso (ed il suo autore), anche tu mostri l’identica irresistibile vitalità dialettica del poeta. E se già mentre leggiamo “quella dal genio sfrattato; quella che non s'è ancora scolato; oppure l'altra dal messaggio mai giunto perché non c'è spiaggia nei paraggi” siamo convinti; poi, con i versi conclusivi, in quell’immagine del vacillare sul far del buio, e dell’analogia con il filo d’acqua che da una fontana si tuffa a picco nell’oscurità, siamo ormai conquistati, senza rimpianti per altri duelli linguistici.