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Il Misterioso " Manoscritto di Voynick".

Post n°209 pubblicato il 03 Luglio 2011 da rigel2_rm
 

  Sono appassionata di questi argomenti e oggi ve ne propongo un altro interessante!

 

Curiosi simboli magici, animali e piante fantastiche, sfere celesti e donne nude illustrano uno dei libri più affascinanti e misteriosi del mondo. E’ un manoscritto che non ha titolo, non se ne conosce l’autore ed è scritto in una lingua sconosciuta oppure in un codice che nessuno è mai riuscito a decifrare. Oggi è noto come il "Manoscritto di Voynich" dal nome dell’antiquario russo Wilfred Voynich che lo ritrovò frugando nella biblioteca dei Gesuiti di Villa Mondragone, a Frascati, nel 1912, quando si riteneva ormai perduto per sempre, scomparso da più di tre secoli.

Le ipotesi sull’origine e sul significato di questo manoscritto, che si trova oggi nella biblioteca della Yale University, sono molte e alcune veramente fantasiose. Era noto un tempo come "Manoscritto di Bacone", dal nome del doctor mirabilis del XIII secolo che si riteneva ne fosse l’autore. Molti hanno sostenuto questa tesi, ad esempio William R. Newbold, docente di filosofia della University of Pennsylvania, uno dei primi ad aver avuto la fortuna di esaminare il manoscritto, nel 1921. Secondo Newbold, ogni carattere del codice conterrebbe piccoli tratti corrispondenti a un antico tipo di stenografia che nasconderebbe la descrizione del microscopio e di altre straordinarie invenzioni fatte da Bacone. Ma l’interpretazione non ha retto a un più attento esame: i trattini di penna si sono rivelati, in realtà, semplici macchioline di inchiostro.

Alla fine della seconda Guerra Mondiale molti dei crittografi che erano riusciti a decifrare il codice Enigma e il codice della Flotta Imperiale giapponese si dedicarono alla decifrazione di antichi documenti cifrati e riuscirono a decifrarli tutti, tranne uno: il Manoscritto di Voynich.

Nel 1978 il filologo John Stojko sostenne che il testo era scritto in ucraino, senza le vocali: un’ipotesi anche questa non convincente. Nel 1987 il medico Leo Levitov sostenne invece che era un testo religioso dei Catari, scritto in una specie di "gramelot", un insieme di termini di lingue diverse. C’è poi chi lo ritiene opera di Leonardo da Vinci, chi è pronto a giurare che sia la versione più segreta della leggendaria "Clavicola Salomonis", il testo magico per eccellenza, e naturalmente c’è anche chi sostiene che sia opera di una civiltà extraterrestre.

 

Dallo stile e dai costumi dei personaggi delle illustrazioni possiamo soltanto avanzare l’ipotesi che sia stato redatto alla fine del XIV secolo. La prima notizia certa su questo manoscritto è una lettera del Seicento, ritrovata fra le sue pagine, dalla quale veniamo a sapere che il manoscritto fu acquistato nel 1586, per la considerevole somma di seicento ducati d’oro, da Rodolfo II, Imperatore del Sacro Romano Impero. Successivamente, verso la fine del Seicento, il manoscritto scomparve. L’unico documento che lo riguarda è una lettera che il rettore dell’Università di Praga Joannes Marcus Marci, presumibilmente detentore del manoscritto, inviò nel 1666 al celebre gesuita Athanase Kircher, esperto crittografo, invitandolo a tentare la soluzione del manoscritto, che ricomparve, come abbiamo detto, soltanto nel 1912, in un convento dei gesuiti. Voynich lo affidò immediatamente ai massimi esperti di codici segreti, ma nessuno è riuscito a trovare una soluzione convincente e il mistero rimane ancora oggi.

Il codice ritorna d’attualità in questo periodo per l’ultimo tentativo di interpretazione da parte di un informatico inglese, Gordon Rugg, della Keele University. Si tratterrebbe soltanto di una burla, sostiene Rugg, o meglio di una truffa operata ai danni di Rodolfo II.

"Molti studiosi sono sempre stati contrari a questa ipotesi – osserva Rugg – il "Voynichese" sarebbe troppo complesso per essere un documento privo di significato. Come avrebbe potuto un truffatore medioevale produrre 230 pagine di testo con una struttura così perfetta? Neanche lavorando per parecchi anni a una nuova grammatica si arriverebbe a un testo così convincente come il manoscritto di Voynich. Ma io ho scoperto che questo è possibile usando uno strumento molto semplice, la Griglia di Cardano, inventata dal grande algebrista italiano Girolamo Cardano e ben nota nel XVI secolo". Si tratta di un foglio di cartone nel quale vengono praticati a caso buchi rettangolari. Il messaggio scritto in questi buchi su una pagina sottostante, riempita poi con altre parole e frasi fuorvianti, ma di senso compiuto, potrà essere letta solo da chi possiede una griglia identica a quella del mittente. Il testo che si può produrre grazie a questa griglia assomiglia molto al Voynichese, ma è soltanto un insieme di parole privo di significato, senza alcun messaggio nascosto.

Protagonisti del raggiro sarebbero due inglesi, Edward Kelley, medium e avventuriero, e il suo amico, il celebre matematico e filosofo, con una accentuata inclinazione per il paranormale, John Dee. I due viaggiarono insieme per anni, presentandosi a tutte le corti europee come messaggeri delle sfere celesti, in comunicazione diretta con gli angeli, ed erano a Praga alla corte di Rodolfo II proprio nel periodo in cui l’imperatore acquistò il misterioso manoscritto. La "Griglia di Cardano" utilizzabile per costruire il codice era, secondo Rugg, uno strumento sicuramente noto a un matematico del valore di John Dee, e Kelley può averlo convinto a collaborare nell’organizzazione della truffa.

Per la sua ricerca Rugg ha usato EVA, l’Alfabeto Europeo Voynich, uno dei modelli di traduzione dei caratteri del Voynichese nelle lettere del nostro alfabeto. Analisi statistiche compiute sui vari linguaggi umani dai linguisti rivelano una chiara regolarità nella ripetizione di sillabe o parole. La struttura del Voynichese risulta completamente diversa da quella di qualsiasi altro linguaggio conosciuto, pur presentandosi con una complessità linguistica straordinariamente precisa. è proprio questa differenza dagli altri linguaggi avvalorerebbe l’ipotesi della truffa e ha convinto Rugg a proseguire nella sua indagine.

Mi resi conto che una Griglia di Cardano con tre buchi, collocati in modo opportuno – afferma Rugg – posta su una tabella contenente colonne di prefissi, sillabe di mezzo e suffissi, poteva essere usata per costruire, partendo dalla tabella, parole in un linguaggio simile al Voynichese”.

Nel manoscritto non sarebbe però nascosto alcun messaggio particolare, sarebbero tutte parole senza senso Questa mancanza di significato non prova sicuramente che il manoscritto sia una truffa, ammette onestamente Rugg, ma prova semplicemente che un’unica persona in due o tre mesi di lavoro potrebbe produrre un documento simile. Rugg afferma di essere in grado di dimostrare la sua ipotesi, plausibile ma contestata dagli altri esperti che si sono occupati del manoscritto.

Girolamo Cardano, matematico e medico del Cinquecento, era anche mago e pericoloso truffatore. "Sono incline a ogni tipo di eccesso e al male – riconosce nella sua bellissima biografia – ma, a parte l’ambizione, sono pronto a riconoscere le mie incapacità".

Scrive lo storico della matematica Morris Kline: La sua carriera di furfante e di studioso è una delle più affascinanti fra tutte le fantastiche carriere degli uomini del Rinascimento”.

Cardano è l’autore di un codice segreto molto semplice, ma efficace. è sufficiente un foglio di cartone nel quale si devono praticare alcuni buchi rettangolari in ordine sparso. Questo foglio viene poi usato come griglia, sovrapposto al foglio sul quale deve comparire il messaggio cifrato. Il mittente inserisce le lettere o le sillabe del messaggio nei buchi preparati in precedenza e riempie poi il foglio sottostante con altre lettere e parole in modo da dare un senso compiuto, ma fuorviante alla pagina. Chi riceve il messaggio, per poterlo leggere, dovrà collocare sul foglio una griglia uguale a quella usata dal mittente.

Una curiosità: la stessa griglia, nella forma più semplice, con buchi che evidenziano una lettera o una parola sì e una no, battezzata "codice Bibbia", è stata usata per rivelare ipotetici "messaggi nascosti" nella Bibbia.

Una griglia a tre buchi, spostata in modo opportuno su una tabella contenente prefissi, sillabe centrali e suffissi, ripetuti su diverse colonne potrebbero creare una pagina di Voynichese. Questa almeno è la tesi di Rugg, ma per averne la prova è necessario produrre una grande quantità di testo, usando griglie e tabelle diverse. A questo scopo sta elaborando un software adatto allo scopo.

Edward Kelley, medium e truffatore di professione, si vantava di aver scoperto la pietra filosofale e di essere in comunicazione diretta con gli angeli, che evocava attraverso la classica boccia di cristallo. Nel 1582 conobbe il matematico John Dee, che aveva sempre coltivato le arti magiche tanto da essere considerato il Mago Merlino dell’Inghilterra elisabettiana. Dee è l’inventore dell’enochiano, il linguaggio degli angeli e si era convinto che proprio Kelley, con i suoi poteri di medium, gli consentisse questo contatto soprannaturale. Apparentemente Kelley era al servizio di Dee, ma in realtà era Kelley a dominare l’amico, attraverso gli ordini che egli affermava di ricevere dagli angeli. Per parecchi anni i due vissero insieme, viaggiando per i paesi dell’Europa Centrale e tenendo ovunque conferenze sulla realtà del paranormale.

 

Grazie all’autorità di Dee, considerato giustamente uno dei più grandi matematici dell’epoca, i due poterono avvicinare molte famiglie reali europee in particolare, a Praga, l’Imperatore Rodolfo II, riuscendo forse a realizzare la loro grande truffa con il falso manoscritto. Nel 1588 Dee, interruppe i suoi rapporti con Kelley e ritornò in Inghilterra, abbandonando l’amico che aveva deciso di dedicarsi completamente all’alchimia. Nel 1590 Kelley, grazie ai favori dell’imperatore e di un ricco conte boemo, aveva raggiunto una certa agiatezza ed era stato nominato "Barone del Regno". Ad un certo punto però Rodolfo II ebbe il sospetto che Kelley volesse nascondergli le sue scoperte e nel 1591 lo fece richiudere in prigione. Spaventato, Kelley promise di collaborare e di essere pronto a svelare i suoi segreti alchemici per la trasformazione delle pietre in oro. Naturalmente i suoi esperimenti fallirono e così venne nuovamente rinchiuso in prigione. Secondo la tradizione Kelley sarebbe morto durante un tentativo di fuga, attuato nel modo più classico: legando fra loro le lenzuola del suo letto. Ma la sua corda era troppo corta e cadendo si procurò diverse ferite dalle quali non riuscì più a guarire. Secondo un’altra versione avrebbe invece toccato terra illeso, e sarebbe fuggito facendo perdere per sempre le sue tracce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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La Corte di cassazione con la sentenza n. 8824 della Quinta sezione penale depositata il 7 marzo 2011, ha condannato chi, utilizzando un nickname su un forum online diffondeva ingiurie, in forma anonima, nei confronti di altre persone.

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