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Post n°8150 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da psicologiaforense
L'ultima manìa: provarsi un abito e fingersi modelle su Facebook Le nostre vite sono sempre più on line e viviamo nella paura di vivere sconnessi. Così moltiplichiamo la presenza in Rete con scatti e autoscatti.... IL TERRORE DI VIVERE SCONNESSI
Inconsuete più che misteriose le relazioni off line-on line, cioè tra realtà dal vivo e presenza sul web, che quotidianamente entrano nelle nostre vite. E che stravolgono vecchi comportamenti o ne creano di nuovi. Anche inconsapevoli e non solo di consumo, ma sempre sorprendenti. Come nel caso che ha per protagonisti principali gli adolescenti, soprattutto femmine (non necessariamente fashion victims, cioè vittime della moda), e come oggetto il selfie applicato all'acquisto di capi di abbigliamento, compresa la biancheria intima. Mi riferisco al diffondersi della tendenza a fotografarsi davanti a uno specchio o nel camerino di uno store alla moda e postare immediatamente la foto su Instagram piuttosto che Facebook. E così facendo continuano a provarsi altri capi di abbigliamento non per comprarli, ma giusto per farsi altri selfie, postarli sui social network e attendere i primi commenti. Prove d'abito, come se si fosse su un set o in passerella: esibizionismo da vip a poco prezzo. Ma molto gratificante e in linea con la convinzione che un abito, così come un piatto ordinato al ristorante o cucinato a casa, o una visita al museo, non sono "consumati" sino a quando non vengono condivisi in rete. Le nostre vite sono sempre più on line, pervase dalla sindrome emergente di FOLO (Fear of life off line cioè “paura di vivere sconnessi”). che consiste nel bisogno ossessivodi condividere on line l'esistenza quotidiana con scatti e autoscatti. L'anno scorso in Italia ci sono state 3,3 miliardi di condivisioni, ovvero cinque milioni al giorno, 3.572 al minuto. Tornando ai selfìe nei camerini, diffusi soprattutto tra le ragazzine, preferibilmente in coppia con un'amica, si fa strada un'altra “usanza”. Quella di lavare sempre gli indumenti nuovi, appena comperati, prima di indossarli. Una pratica resa obbligatoria dalla diffusione di mercatini, di negozi dei cinesi e super store di moda economici (come i sopracitati brand). Due le ragioni principali: igienici e di pregiudizio razziale. Non si contano, infatti, le leggende metropolitane sugli indumenti cinesi o pakistani avvelenati o ustionanti. Ma questa specie di fobia del nuovo di nome ma (stra)usato di fatto, perché passato per decine di mani, dalla fabbrica al magazzino, per poi arrivare in negozio ed essere indossato e provato da chiunque, ha subito col web una potente accelerazione. “NUOVO? NO: LAVATO CON PERLANA”. Era un famoso claim pubblicitario che ritorna di grande attualità. Sia pure completamente stravolto. Un capo d'abbigliamento ora è nuovo, infatti, solo se lavato. E naturalmente solo dopo essere stato postato.
Commenti al Post:
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monellaccio19 il 17/01/15 alle 17:30 via WEB
Ah, dove sei caro deserto? Come vorrei tornarci per riprendere a predicare!!! Sono stufo di commentare queste manie e queste inclinazioni alla sciocca provocazione e alla moda di turno. Siamo al punto di non ritorno, un po' come la moda di sferrare un bel cazzotto assestato al malcapitato di turno. Solo per scommessa e vedere l'effetto che fa? E domani cosa sarà? Bere il piscio di un altro? Lanciarsi ne vuoto per scattare un selfie affinché qualcuno dica: "Che palle aveva!". Insomma, non voglio aggiungere altro, uffa sono stanco e ripetitivo.Quante cose dico e alla mia signora ripeto: "Registrami e quando sarò morto fai sentire agli altri ciò che preconizzavo!". Giusto per sentire da lassù, "quanto sei stato profeta Carle'!!!!".
Ciao Giuliana, buona sera.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 18:35 via WEB
Hai proprio ragione Carissimo! Il selfie oltre che esprimere gioia, spensieratezza, celebrazione di un evento incarna anche una vera e propria ossessione: ragazzine che posano nude, scalatori di grattacieli, stelle e stelline.... Chiunque ha diritto ad avere un pubblico. Sono vite e momenti che vale la pena di vivere SOLO se davanti all’obiettivo e con la possibilità di riversare il tutto in web ( forse per convincersi di esistere davvero)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 18:39 via WEB
Con tutti gli auguri per una calda e serena domenica:-))) P.S. Mi stringo a tutti VOI, in particolare a tua Moglie, in questo momento così difficile.
(Rispondi)
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monellaccio19 il 17/01/15 alle 19:53 via WEB
Grazie Giuliana....la vita continua anche nei momenti più difficili.
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maraciccia il 17/01/15 alle 18:42 via WEB
vedi?..te lo dicevo io che anche il rosso ti dona!!...
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 19:08 via WEB
MA VADA LA'!!! Volevo da te una giacca doppio petto puro cashmere colore "carta da zucchero". Aspetta e aspetta alla fine me la sono regalata per 1500 euro con i saldi del 3 gennaio.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 19:10 via WEB
Ecco, MARA, fammi il favore non postare più di 6 selfie della cena e lascia fuori Argo che ti mangia nel piatto!
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 19:12 via WEB
Non so MARA se mi sono spiegata bene nel post. Questa tua è una specie di "sindrome del follower". Siamo passati da una società inibita e piena di segreti a una società esibizionista.
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 19:45 via WEB
Guarda che è su tutti i giornali (con tanto di selfie) il dibattito che hai avuto con il sindaco a favore della ripresa di attività "serie" nell'ospedale della tua bellissima città (l'ho chiamato "ospedale" ma oramai è un contenitore vuoto).
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maraciccia il 17/01/15 alle 22:27 via WEB
Noooooooooooooooooooooooooooo, non è vero!!
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alzanussi il 17/01/15 alle 20:06 via WEB
FACEBOOK
TWITTER
PINTEREST
GOOGLE
EMAIL
Affetti dalla sindrome del follower
Il selfie è diventato un'ossessione
Dire che di selfie si muore è un’esagerazione. Però a Collette Moreno, 26 anni, madre di un bimbo di 5, la foto con l’amica che era alla guida (stavano andando a festeggiare il suo addio al nubilato al lago di Ozarks, Missouri) è costata la vita. L’attimo fuggente è stato l’ultimo.
Courtney Ann Sanford, 32 anni, del Nord Carolina, si è schiantata con l’auto dopo aver postato un non fondamentale messaggio con foto su Facebook: “La canzone Happy mi rende felice.” Si è distratta, ha invaso la carreggiata opposta, ha urtato un camion, è finita in un fosso e la macchina ha preso fuoco. È successo il giorno in cui Facebook annunciava la possibilità di scattare e inviare selfie con un unico tocco. Sempre più facile. Troppo: un’indagine Ford su 7000 giovani automobilisti europei (18-24 anni) dimostra che il 25% non resiste alla tentazione del selfie mentre guida, nonostante il rischio. La voce “autoscatti al volante” vede al primo posto la Romania (97%), seguita da Germania (55%), Regno Unito (43%), Belgio e Francia (41%). L’Italia è penultima (40%), fanalino di coda la Spagna (32%).
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g1b9 il 17/01/15 alle 21:46 via WEB
Sono antica ed antiquata, lo ammetto, ma queste manie di condividere tutto proprio non riesco a capirlo se non facendo un confronto con quello che accadeva ai tempi in cui anche a me piaceva vivere un po' fuori dalle regole. Allora mille occhi,nascosti dietro persiane, nei portoni spiavano per poi condividere critiche e pettegolezzi. Oggi chi vive connesso e condivide tutto con tanto di particolari almeno si mette al riparo da queste abitudini,spiazzando i guardoni...
Buona serata , Giuliana, un abbraccio! Giovanna
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 22:33 via WEB
BEI TEMPI! Oggi il contatto con la "realtà vera" ha lasciato il posto a quello con la "realtà virtuale". In psicologia si parla di ITSO ovvero dell'impossibilità di disconnettersi. Infatti chi ne è affetto non riesce a staccare, neanche un attimo. Se, ad esempio, lo smartphone emette un segnale, ogni pensiero, azione e movimento sono immediatamente sospesi per verificarne contenuto e mittente... FELICE NOTTE GIOVANNA:-)))
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villari1980 il 17/01/15 alle 21:48 via WEB
DA WIKIPEDIA. Il selfie, termine derivato dalla lingua inglese, è una forma di autoritratto fotografico realizzata principalmente attraverso una fotocamera digitale compatta, uno smartphone, un tablet o una webcam puntati verso sé stessi o verso uno specchio. La funzione tipica è la condivisione dell'immagine sui social network.
Proprio questa dimensione social e l'assenza di peculiarità o intenzioni artistiche, distinguono il selfie dal tradizionale autoritratto fotografico.
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 22:12 via WEB
Molto spesso tutto ciò
sfocia nell’oversharing. Così si condividono tutti i minimi particolari della propria vita privata su Internet, dove si dialoga con persone non sempre conosciute. Questa è la società della solitudine e dell’apparire. Perchè meravigliarsi?
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licciardi.annam2011 il 17/01/15 alle 21:57 via WEB
E' interessante il tuo articolo: molto critico e purtroppo reale. Quando ero giovane mi preoccupavo meno del mio corpo e un po' più della mia cultura e della mia intelligenza. Rimasi delusa, però, quando mi resi conto che tutte le mie amiche molto attraenti riuscivano a sposare uomini facoltosi, di bell'aspetto e cospicuo conto bancario. A quel punto compresi che la mia cultura e la mia intelligenza, nel mercato della vita, valevano assai poco. Pazienza!
Ti auguro una serena e felice domenica
Elisa Mirabella
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 22:10 via WEB
La bellezza dell'asino (cioè la gioventù) passa. Cultura e intelligenza restano e danno senso e significato alla nostra stessa vita. FELICISSIMA DOMENICA ELISA:-)))
(Rispondi)
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villari1980 il 17/01/15 alle 22:00 via WEB
Da quando sono comparsi i social network c'è un allarme "egocentrismo e
megalomania"
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 22:07 via WEB
E' vero! Non a caso «overshare» cioè
"sbattere la propria vita sui social" è la parola dell'anno 2014 eletta dal Dizionario Chambers.
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camnisi1943 il 17/01/15 alle 22:33 via WEB
I tempi cambiano, ora è così, ma chissà domani a cosa saremo portati a fare. Una serena notte Giuliana ed una felice domenica, Camillo.
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psicologiaforense il 17/01/15 alle 22:43 via WEB
Sì, non mettiamo limiti alla Provvidenza.... CON TUTTI GLI AUGURI DI UN FELICE W.E. e di tanta salute:-)))
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gabbiano642014 il 17/01/15 alle 23:06 via WEB
Con il selfie,tutti vogliono condividere "tutto",nello stesso istante si isolano in un mondo di spettatori virtuali.A seconda delle preferenze alcuni acquisiscono tanti "like",non rendendosi conto che in queste piattaforme si mette solamente in evidenza il proprio narcisismo digitale.Buona domenica Patty
(Rispondi)
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geishaxcaso il 17/01/15 alle 23:07 via WEB
sai, per quanto resti basita di fronte a queste nuove abitudini, non mi fa tanto effetto che lo facciano delle ragazzine, quanto che lo facciano (purtroppo) anche le mamme e i papà, magari le mamme si risparmiano il selfie in camerino solo perchè intorno ai 40 la cellulite avanza, ma... è vero anche noi stiamo qui a scambiarci opinioni e tante volte a cazzeggiare, ma c'è modo e modo.... mah.... e buonanotte a te ;)
(Rispondi)
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StregaM0rgause il 17/01/15 alle 23:18 via WEB
per quanto riguarda il lavaggio degli indumenti lo faccio da sempre visto che compro di preferenza sulle bancarelle dell'usato.I selfie invece non mi interessano: però ho un'altra mania : andare in grossi centri di abbigliamento di lusso, provarmi una diecina di capi, ammirali o criticarli e poi uscire senza comprare....in pratica li condivido solo con me stessa e la faccenda mi diverte assai, un po' meno le commesse...ciao psico, nottenotte
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camnisi1943 il 18/01/15 alle 08:21 via WEB
Ma ub di potrebbe accadere che tutto vada a finire come tutte le cose, poveri noi.Ed eccoci alla tanto attesa nuova alba. Buongiorno mia cara Giuliana e
buona domenica. klikka forte con stima, Cam.
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