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« FERMIAMO LA NOTIZIA, SES...RIFLESSIONE DELLA SERA »

RIFLESSIONE DELLA SERA, IL FALLIMENTO DELLA COPPIA, VITA A DUE, AMORE, SESSO, CONVIVENZA, MATRIMONIO,

Post n°7968 pubblicato il 08 Luglio 2014 da psicologiaforense

Prima del matrimonio i fidanzati rimuovono e negano gli aspetti comportamentali e personologici a loro meno graditi del partner con un intenso uso di meccanismi di proiezione e di identificazione proiettiva sui quali si é poi basata la "collusione"  di coppia. Si registra, inoltre, il tentativo di “adattarsi” all’altro. Tentativo che però nasconde la riserva mentale di mutarne i convincimenti, gli stili di vita e di portarlo dalla propria parte appena le condizioni saranno maturate nel vincolo coniugale…. 



PSICOLOGIA DELLA SEPARAZIONE E DEL DIVORZIO



Il fallimento della vita a due spesso avviene per  la mancanza di una adeguata "cultura di coppia" e per una significativa carenza di quella maturità mentale ed emotiva e di quella necessaria capacità di adattamento, di flessibilità, di tolleranza, di comprensione, di solidarietà reciproca e di consapevolezza della propria personalità e del carattere del partner, tutte cose queste che costituiscono i requisiti minimi indispensabili per una "normale" vita matrimoniale. Spesso, in  questi casi la moglie  lamenta di essere stata trascurata nei suoi bisogni, nelle sue speranze, nelle sue aspettative e giustifica i suoi "malumori" esclusivamente come conseguenza della perifericità del marito in ordine alle sue esigenze. All'inverso  il marito si duole del comportamento infantile, psicologicamente dipendente e poco responsabile della consorte. Così, l'emozione che all'inizio del fidanzamento portava a star bene assieme, ora viene "sporcata" da queste nuove ideazioni.  Lo stare vicino assume un significato che impedisce alla primitiva emozione di riemergere. Si inizia in questo modo un percorso interattivo che porta ad agiti oppositivi che, in un circuito autorinforzantesi, riprovoca reazioni di delusione e di insoddisfazione che inducono ad una ricerca quasi ossessiva di umiliare, distruggere l'altro, arroccandosi nelle proprie posizioni.

 
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