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LA RIFLESSIONE DELLA SERA, CHE TEMPO FA?, L'UOMO NELL'ERA DELLA TECNICA, KRONOS, REINVENTARE TEMPO E VITA

Post n°7868 pubblicato il 02 Aprile 2014 da psicologiaforense

Il tempo ha un una sua esistenza reale e fisica, è un fatto di natura, oppure è un fatto soggettivo, una sorta di illusione dei sensi, una proiezione del nostro pensiero? Non "perdere tempo" significa  "abbracciare la vita"  cioè coglierne il significato più profondo per poi innamorarsene e desiderare di volerla riabbracciare di nuovo con più vigore. E' lasciare le proprie angosce, l'agitazione, i momenti di crisi, sottrarsi alla programmazione, ai pregiudizi, alle miserie... 



LAMPI DI LUCE NEL QUOTIDIANO

 

La nostra esistenza è vissuta nel quotidiano, sequenza interminabile di gesti, pensieri, incontri, scelte che si susseguono nel divenire dei giorni. Primavera, estate, autunno,  inverno. Ieri, oggi, domani....  E' un continuo correre che ti logora dentro. Nascita, infanzia, fanciullezza, adolescenza, età matura, vecchiaia: la tua vita tessuta nel tempo. Gli antichi pensavano  che il tempo fosse un Dio  (Kronos) che divora i figli che genera. Anche noi abbiamo la sensazione di essere immersi nel tempo  e di esserne in un certo qual modo  mangiati.  Il tempo sembra il luogo del nostro progressivo disfacimento: fino alla morte. Da giovani non pensiamo a ciò, tutti protesi nel sognare e progettare uno spazio temporale infinito. Ma quando qualcuno a noi caro viene a mancare, abbiamo proprio l'impressione di essere inseriti in una corsa che porta inevitabilmente verso la morte. Vorremmo reagire, deviare il cammino, ipotizzare una soluzione che non sia la morte. Nel tempo che ci resta vorremmo fare tante cose. Vorremmo che non finisse mai... Noi non ci rassegnamo a essere prigionieri del tempo. I nostri sentimenti sono un abbraccio contemporaneo e sintetico di passato, presente e futuro.

 
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