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LE OCHE di Teresa Ramaioli

Post n°24894 pubblicato il 27 Luglio 2016 da dinobarili
 

LE OCHE  di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/07/16 alle 15:23 via WEB
LE OCHE---Le oche sono animali che hanno una sensibilità particolare,quando percepiscono qualcosa che non fa parte della solita routine gridano. Per difendersi dai furti ormai c' è di tutto: dalle inferriate al satellitare e...le oche che,se lasciate libere la sera in cortile, funzionano come allarme acustico se succede qualcosa di insolito o arrivano degli sconosciuti. Un pò come nel 390 a.C. a Roma, quando i Galli che circondavano il Campidoglio tentarono un blitz notturno ma furono scoperti grazie a undici oche che, non erano finite arrosto perché sacre a Giunone. I volatili iniziarono a starnazzare furiosamente svegliando le sentinelle romane, che riuscirono così a respingere l' assalto. L' oca ha testa e occhi piccoli, il becco forte, il collo lungo, il corpo tozzo e le zampe robuste. Il maschio è più aggressivo e grida più forte della femmina. Gli esemplari domestici arrivano a pesare anche più di otto chili, se messi all' ingrasso. Un tempo era definita il «maiale dei poveri», infatti dava uova, piumino e ottima carne con poca spesa. Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/07/16 alle 19:02 via WEB
Castello Sforzesco di Milano---- Il grande affresco sulla volta della Sala delle Asse è una importante decorazione artistica di Leonardo da Vinci, è un pergolato di frutta e nodi con l’araldica di Ludovico. E' noto che Leonardo da Vinci avesse una vera e propria passione per rebus e sciarade, veri intrecci (nodi) della mente. Leonardo ha spesso utilizzato il nodo come firma. La Sala delle Asse è una delle stanze più suggestive del Castello, dove Leonardo lavorò, nascosto da decine di strati di pittura sovrapposta nei secoli c’è un esteso pergolato formato dai rami fioriti e fittamente intrecciati ai quali si annoda, con un gioco prezioso, una corda d'oro. Al culmine dell'intreccio vegetale è rappresentato lo stemma araldico degli Sforza. Il capolavoro è tornato alla luce grazie al lavoro certosino dei restauratori, realizzato con bisturi per non intaccare l’intonaco originale. La sala è detta Camera dei Moroni, dedicata a Ludovico Sforza detto il Moro per l’incarnato scuro, ma anche per il lavoro di valorizzazione della produzione della seta, che si basava su estensive colture del gelso (in latino morus). Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/07/16 alle 19:03 via WEB
Lucia Visconti (Milano, 1372- 14 aprile 1424) Lucia,figlia di Bernabò Visconti e di Beatrice Della Scala , venne promessa sposa appena dodicenne al figlio del re di Francia Luigi I con lo scopo di rafforzare l’alleanza tra i Visconti e la Francia, contro Gian Galeazzo, nipote di Bernabò. Nel 1385, dopo difficili accordi, Lucia sarebbe partita per Angers per le sue nozze ma il colpo di stato attuato da Gian Galeazzo Visconti,per spodestare lo zio Bernabò , mandò a monte per sempre il progetto di nozze di Lucia. Bernabò e i figli Ludovico e Rodolfo vennero catturati e rinchiusi nel castello di Trezzo .Rimasero prigionieri nel castello fino alla morte. A pensare al futuro matrimoniale di Lucia provvide Gian Galeazzo che nel 1398 trattò un'alleanza con Enrico, conte di Hereford e di Derby ma gli accordi di matrimonio alla fine non furono presi. Quando Gian Galeazzo le propose di sposare suo figlio naturale Gabriele Maria, di 13 anni, fu Lucia stavolta a rifiutare. Il 28 giugno 1399 Lucia sposò a Pavia il figlio di Baldassarre di Turingia, Federico V di Turingia, marchese di Misnia e precedentemente promesso a sua sorella Anglesia Visconti. Il matrimonio venne celebrato da Guglielmo Centuario, vescovo di Pavia, e vide tra i testimoni anche il futuro papa Alessandro V. Dopo la morte di Gian Galeazzo, nel 1402, Lucia ottiene l’ annullamento del matrimonio, dichiarando che il duca le aveva suggerito che cosa dire il giorno delle nozze. Il 24 gennaio 1407, la giovane Lucia Visconti sposò Edward Holand, conte di Kent e andò a vivere in Inghilterra, ma il marito morì , in battaglia, il 15 settembre dello stesso anno Sola, dopo tante sofferenze , Lucia decise di rimanere in Inghilterra, morì il 14 aprile 1424 e venne sepolta nella chiesa degli Agostiniani a Londra. Ciao Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/07/16 alle 19:09 via WEB
Lucia Visconti (Milano, 1372- 14 aprile 1424) Lucia,figlia di Bernabò Visconti e di Beatrice Della Scala , venne promessa sposa appena dodicenne al figlio del re di Francia Luigi I con lo scopo di rafforzare l’alleanza tra i Visconti e la Francia, contro Gian Galeazzo, nipote di Bernabò. Nel 1385, dopo difficili accordi, Lucia sarebbe partita per Angers per le sue nozze ma il colpo di stato attuato da Gian Galeazzo Visconti,per spodestare lo zio Bernabò , mandò a monte per sempre il progetto di nozze di Lucia. Bernabò e i figli Ludovico e Rodolfo vennero catturati e rinchiusi nel castello di Trezzo .Rimasero prigionieri nel castello fino alla morte. A pensare al futuro matrimoniale di Lucia provvide Gian Galeazzo che nel 1398 trattò un'alleanza con Enrico, conte di Hereford e di Derby ma gli accordi di matrimonio alla fine non furono presi. Quando Gian Galeazzo le propose di sposare suo figlio naturale Gabriele Maria, di 13 anni, fu Lucia stavolta a rifiutare. Il 28 giugno 1399 Lucia sposò a Pavia il figlio di Baldassarre di Turingia, Federico V di Turingia, marchese di Misnia e precedentemente promesso a sua sorella Anglesia Visconti. Il matrimonio venne celebrato da Guglielmo Centuario, vescovo di Pavia, e vide tra i testimoni anche il futuro papa Alessandro V. Dopo la morte di Gian Galeazzo, nel 1402, Lucia ottiene l’ annullamento del matrimonio, dichiarando che il duca le aveva suggerito che cosa dire il giorno delle nozze. Il 24 gennaio 1407, la giovane Lucia Visconti sposò Edward Holand, conte di Kent e andò a vivere in Inghilterra, ma il marito morì , in battaglia, il 15 settembre dello stesso anno Sola, dopo tante sofferenze , Lucia decise di rimanere in Inghilterra, morì il 14 aprile 1424 e venne sepolta nella chiesa degli Agostiniani a Londra. Ciao Teresa Ramaioli.
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