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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°24841 pubblicato il 24 Luglio 2016 da dinobarili
 

MILANO  di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 23/07/16 alle 19:10 via WEB
COLONNE ROMANE DI SAN LORENZO –MILANO--A Milano c’è un angolo dell’antica Roma ,è uno spazio dove si può prendere la macchina del tempo e fare un viaggio a ritroso, appena oltre la Porta Ticinese, ecco uno degli scorci più suggestivi e conosciuti :il filare delle colonne romane di fronte alla Basilica di San Lorenzo.E’ la borgata che i Milanesi chiamavano "La Vetra dei Cittadini". La città a cavallo tra il IV e V secolo dopo Cristo era la capitale dell’Impero Romano d’Occidente. L’antica pianta di Milano era quella tipica degli accampamenti militari romani con due arterie principali (cardo e decumano) che si congiungevano nel centro cittadino, il Foro, corrispondente all’attuale piazza S. Sepolcro. Fu durante questo periodo che Milano, l’antica Mediolanum, si arricchì di terme, del circo, delle mura massimianee e di un mausoleo imperiale. Fu qui che nel 313 l’imperatore Costantino promulgò l’editto che consentiva il culto cristiano. Le storiche figure del Vescovo Ambrogio e dell’Imperatore Teodosio I fecero infine di Milano il centro più importante della Chiesa d’Occidente. Passando lungo le sedici colonne marmoree di San Lorenzo sormontate da capitelli corinzi si vivono le tracce di romanità, di un passato che emerge attraverso i reperti visibili in città. Il colonnato fu eretto in epoca tardoantica, nel V secolo d.C., come prospetto scenografico dell'atrio antistante la chiesa, ma è costituito da colonne, basi, capitelli e frammenti di architrave assai più antichi, recuperati da un edificio pubblico (ignoto)risalente alla seconda metà del II secolo d.C. Sebbene molto diversa dal IV secolo d.C., quando era il maggiore edificio a pianta centrale dell'Impero romano d'Occidente, la Basilica di San Lorenzo è ancora oggi fedele alle sue origini architettoniche paleocristiane,( ricostruzione - condotta tra il 1573 e il 1619 su progetto di Martino Bassi ) Il posto è così interessante che è diventato anche una location per riprese cinematografiche. Poco distante ci sono gli Archi di Porta Ticinese, i negozi e i locali per giovani. Buona passeggiata nella nostra bella Milano Ciao Teresa Ramaioli

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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 24/07/16 alle 19:10 via WEB
L’IDROSCALO PAVESE— L’idroscalo fu voluto dalla Società Aerei di Trieste e progettata da Giuseppe Pagano Pogatschnig. Il progetto strategico era di collegare Torino con Trieste, prevedendo una tappa intermedia per le operazioni di assistenza al volo: la tappa intermedia scelta fu Pavia. Trieste disponeva di una base logistica galleggiante per voli di idroscivolanti e in breve tempo fu sostituita da una struttura fissa. Torino, sfruttando il percorso fluviale del Po, nell'area del Valentino, realizzò un idroscalo fluviale fra il ponte Umberto e il Ponte Isabella. I lavori per la costruzione dell'idroscalo pavese iniziarono nell'Aprile 1925 e, solo 1 anno dopo, fu inaugurato, il primo aprile 1926, da Mussolini. L'imponente costruzione, appoggiata su pilastri alti 7 metri, rappresentò uno dei primi esempi di architettura razionalista a Pavia. La moderna struttura pavese era lo scalo intermedio della prima linea aerea regolare italiana per il trasporto passeggeri e aveva un numero civico, il n. 51 del Lungo Ticino Sforza. L’itinerario prevedeva la partenza da Torino, tappa a Pavia, partenza per Venezia, breve tappa nella città lagunare e quindi arrivo a Trieste. Il giorno successivo il viaggio inverso. Il percorso completo era di quasi 600 chilometri e il costo per passeggero di poco superiore alle 350 Lire. La sosta a Pavia era necessaria per poter effettuare le operazioni di rifornimento carburante e le verifiche tecniche all'idroscivolante, durante tale sosta ai passeggeri era offerta la possibilità di potersi ristorare nella struttura dell'idroscalo grazie alla presenza di un ottimo ristorante. Poiché la carlinga dei velivoli non veniva ancora pressurizzata e vi erano abbondanti spifferi, ai viaggiatori, inclusa nel biglietto, veniva offerta una coperta e una borsa dell'acqua calda per difendersi dal freddo e dei batuffoli di ovatta per attutire il rumore del motore posizionato sulle loro teste. La Tappa pavese sulla linea Torino - Trieste rappresentò una importante risorsa per le necessità di comunicazione di buona parte della Lombardia al punto che Milano si collegò con l’Idroscalo di Pavia tramite autocorriere che arrivavano e partivano in coincidenza con i voli. Naturalmente il servizio aereo, oltre al trasporto passeggeri garantiva il rapido trasferimento della posta e delle merci di piccole dimensioni. All' inizio degli anni 50, con la nascita di aeroporti terrestri, l'attività pubblica degli idroscali fu sospesa. Saluti da Pavia Teresa Ramaioli
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 24/07/16 alle 19:12 via WEB
IL PIRELLONE --MILANO---Il grattacielo Pirelli ideato da Gio Ponti nel 1950, simbolo del razionalismo italiano, è considerato uno dei più importanti esempi dell’architettura contemporanea. Iniziato nel 1953 fu ultimato nel 1960 e raggiunge l’altezza di 127 metri. La tradizione voleva che nessun edificio di Milano potesse superare la Madonnina del Duomo (situata a 109 metri di altezza). La regola era diventata addirittura norma comunale negli anni ’30 del secolo scorso. Allora, in segno di rispetto per la tradizione non rispettata, fu realizzata e posata sulla sommità del grattacielo una copia in oro, in miniatura della Madonnina, 85 cm contro i 4,16 metri della statua originale. Il progetto del Grattacielo Pirelli rispetta gli ideali architettonici di Gio Ponti, secondo il quale “l’architettura è un cristallo”. La struttura di cemento armato, formata da quattro grandi piloni visibili anche all’esterno, contiene le facciate in vetro e acciaio e conferisce all’edificio un rigore geometrico, trasparente e essenziale. Il Pirellone svetta sul lato sud ovest di piazza Duca d’Aosta, appena fuori della Stazione Centrale. Il 26° piano, detto "Piano della memoria"è lasciato vuoto nella sua parte centrale per ricordare le due vittime causate dallo schianto di un aereo da turismo contro l'edificio, avvenuto il 18 aprile 2002. Il 31° e ultimo piano, detto il "Belvedere, con le sue pareti interamente di vetro , offre una spettacolare vista a 360°che permette di abbracciare l'intera città e il panorama circostante fino ad arrivare, nelle giornate limpide, al profilo delle Alpi. Buona passeggiata a Milano, ciao Teresa Ramaioli
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