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PIAZZA DUCALE A VIGEVANO (Pavia) di Teresa Ramaioli

Post n°15822 pubblicato il 10 Ottobre 2014 da dinobarili
 

PIAZZA DUCALE A VIGEVANO (Pavia)

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 09/10/14 alle 18:13 via WEB
PIAZZA DUCALE di VIGEVANO---Lunga 134 metri e larga 48 metri, rappresenta uno dei migliori esempi di piazza rinascimentale. Il salotto di Vigevano venne costruito tra il 1492 e il 1494 per volere di Ludovico Maria Sforza, detto "il Moro", abbattendo le case della contrada mercantesca. L'attuale aspetto non rispecchia totalmente il progetto rinascimentale originale. Infatti a livello della Torre del Bramante invece dell'attuale scalone costruito alla fine del XVII secolo da Juan Caramuel Lobkowitz, i portici si interrompevano per far posto ad una rampa fiancheggiata da due scalinate e che permetteva così l'ingresso in Castello sia in carrozza, a cavallo sia a piedi. Il ruolo della rampa, durante il periodo della dominazione spagnola, perde il suo valore per questo il Vescovo - Architetto decide di sostituirla con l'attuale scalone e aggiungere le colonne per uniformare il porticato. Le otto nuove colonne aggiunte negli anni ottanta del seicento, pur cercando di imitare i capitelli del xv secolo, sono un poco più piccoli, non variano nella decorazione come quelli più antichi, con un'eccezione: infatti due capitelli "nuovi" presentono il riccio di pastorale, quasi come firma del vescovo.. Ma Juan Caramule Lobkowitz è soprattutto ricordato per l l'erezione della nuova facciata in stile barocco del Duomo. Anche la pavimentazione della Piazza,con ciottoli provenienti dal fiume Ticino e con lastre in serizzo fu effettuata a metà dell'ottocento; mentre la statua dedicata a San Giovanni Nepomuceno fu collocata nel 1731 dall’'esercito austriaco cha all'epoca era di stanza a Vigevano. Gli affreschi che decorano i tre lati della piazza furono realizzati da Luigi Bocca e Casimiro Ottone nei primi anni del XX secolo I due pittori rifecero la decorazione seguendo affreschi quattrocenteschi ritrovati sotto gli intonaci ,durante i restauri, e integrando con nuove decorazioni in stile rinascimentale. Ciao Teresa

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franzkline
franzkline il 10/10/14 alle 18:55 via WEB
Una delle piazze più belle d'Italia e sicuramente la N°1 del nord. Ciao Teresa
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dinobarili
dinobarili il 10/10/14 alle 20:06 via WEB
Ciao Stefano - Ogni angolo di casa nostra è bellissimo. Ecco perché serve parlarne come fa la Teresa. L'arte va conosciuta per essere apprezzata. Buona serata. Dino
(Rispondi)
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/10/14 alle 19:28 via WEB
San Pietro in Ciel d’Oro- Pavia--Le prime tracce della Basilica risalgono al 604 d.C., ma l’aspetto attuale appartiene agli interventi del XII secolo. Sembra, comunque, che l’occasione per la costruzione della Basilica sia stata la volontà di re Liutprando di celebrare la traslazione delle spoglie di S. Agostino dalla Sardegna a Pavia. Il suggestivo nome è dovuto alla decorazione dorata del soffitto ligneo. La chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, che nel x canto .del Paradiso (nella Divina Commedia), riporta questi versi: “Lo scopo ond’ ella fu cacciata, giace/giuso n Ciel d’Auro; ed esa da martirio/e da esilio venne a questa pace”. La struttura rispetta lo stile romanico, con la facciata a capanna e l’interno a tre navate. L’Arca di S. Agostino è collocata dietro l’altare maggiore, circondata da immagini, statue e bassorilievi che raccontano la vita del Santo. Nella cripta si conserva anche un sarcofago, che racchiude le spoglie di Severino Boezio, fatto giustiziare intorno al 525 da re Teodorico. La chiesa custodisce, inoltre, un’importante reliquia di Santa Rita, cui i Pavesi sono particolarmente devoti. Suggestiva è anche la sacrestia, costruita nel ’500 . buona giornata Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/10/14 alle 19:30 via WEB
San Zeno Pavia----Secondo una tradizione verosimile, il Petrarca ebbe casa nella parrocchia di S. Zeno, vicino alla piazza che da lui prese il nome. Lì, nella dimora del poeta, dalla seconda metà del 1367 abitarono sua figlia Francesca e il genero Francescolo da Brossano, nominato allora appunto sovrintendente all'entrata e all'uscita da Pavia dei forestieri, del bestiame, delle merci e delle lettere. Con loro vivevano la piccola Eletta, che rinnovava il nome della madre del poeta, Eletta Canigiani, e Francesco, che a tale data contava meno di due anni d'età. Questi, che ripeteva il nome, oltre che del padre, del nonno, vive ancora in un documento poetico del Petrarca, l'unico che Pavia ha l'onore di conservare. Il bambino morì nella nostra città, di due anni e quattro mesi, il 19 maggio 1368. Il nonno, sopraggiunto il 30 maggio, dettò per il nipotino un'epigrafe latina che fu apposta alla sepoltura nella chiesetta romanica di S. Zeno. La lapide era collocata sul lato sinistro della porta, il sigillo tombale sul pavimento sotto l'epigrafe. Quando la chiesa fu chiusa e poi demolita dal marchese Malaspina per allargare l'area del suo palazzo, le due memorie petrarchesche furono salvate dalla distruzione. Dopo vari trasferimenti si trovano ora nei Musei Civici del Castello e costituiscono, oltretutto, un raffinatissimo esempio di lapidaria gotica, per la bellezza dei caratteri. Le lettere dei distici dettati dal poeta, poi, brillano tuttora dello splendore dell'oro che le riveste. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa
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iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/10/14 alle 19:31 via WEB
San Zeno Pavia---Questa chiesa,, riprendeva lo schema comune alle chiese romaniche: tre navate, tiburio, cupola, transetto ed abside semicircolare. Rimaneggiata nel secolo XVII, la chiesa fu soppressa e profanata nel 1789. L’edificio fu acquistato nel 1794 dal marchese Luigi Malaspina che lo demolì in gran parte per fare spazio al suo palazzo. Attualmente ne rimane parte dell’abside e la pilastrata che divideva la navata centrale da quella di destra. Nel Museo Civico si conserva un capitello rappresentante Daniele tra i leoni, proveniente da S. Zeno. Ciao Teresa
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