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IL DOTT. NICOLA E LA NUOVA CASA racconto (769) di Dino Secondo Barili

Post n°15823 pubblicato il 10 Ottobre 2014 da dinobarili
 

10 OTTOBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 10 ottobre 2014 – Venerdì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

769

Il Dott. Nicola e la nuova casa

Oggi, ogni persona ha i suoi guai. Non solo oggi… anche ieri era così. Soltanto che oggi i guai delle persone cominciano presto. Dall’inizio della scuola. Un anno fa, questo era anche l’opinione del Dott. Nicola il quale alla bella età di cinquant’anni si è trovato “sbattuto fuori di casa dalla moglie”. Per fortuna che non c’erano figli e il Dott. Nicola, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, bella presenza e intelligenza vivace, non ne ha fatto una tragedia. Il Dott. Nicola si è fatto un po’ di meditazione. Si è ricordato che quando frequentava la scuola ha avuto parecchi dissapori (chiamiamoli così). Dopo la Laurea si è sposato ed è andato ad abitare nella casa di lei, di proprietà della moglie… e da quel momento il Dott. Nicola si è sentito come un ospite, una persona che abitava in quella casa solo temporaneamente. “Oggi, sono qui… domani chi lo sa” – pensava. Del resto quando due persone si sposano e la moglie è proprietaria della casa coniugale, è ovvio, che la moglie la faccia valere come titolo di merito e non solo. Dopo vent’anni di matrimonio, però, i nodi vengono al pettine e i rapporti tra i coniugi si logorano … E’ inevitabile che uno dei due (spesso l’uomo) dica, “Basta, non ne posso più di fare lo schiavo…” e se ne vada. Un anno fa, il Dott. Nicola è stato, invece, invitato ad andarsene… a lasciare il (così detto) tetto coniugale. Un tetto che, in realtà, non era mai stato suo…un “tetto” temporaneo…un ricovero “pro tempore”…dove spesso e volentieri risuonava il ritornello… “Per fortuna che c’è questa mia casa … altrimenti saremmo finiti a vivere sotto i Ponti del Ticino” Dagli oggi… dagli domani … anche un “Giobbe” perde” la pazienza. Il Dott. Nicola ha temporeggiato. Ha continuato a rimandare… Alla fine è stata lei, la proprietaria della casa…a dire … “quella è la porta… il soggiorno è finito”. Il Dott. Nicola, dopo la fine del proprio matrimonio, si è sentito rinato. Cinquant’anni è una bella età… gli anni non sono tanti… è l’età matura. Ha affittato temporaneamente un appartamento ammobiliato e dopo qualche mese ha deciso di avere una casa propria… una casa di proprietà. Quando una persona ha una casa di proprietà… si sente nella propria casa… è come se avesse acceso un fuoco … prima piccolo… poi, sempre più grande. Prima di tutto dentro la casa… che deve essere la rappresentazione di chi ci vive… poi fuori, se… come è stato per il Dott. Nicola… una casa con giardino… tutto al piano terra … come fosse un “piccolo Eden”. Non erano passati tre mesi e anche nell’Agenzia Commerciale di Milano se ne accorsero tutti, Dirigenti e dipendenti. “Il Dott. Nicola era rinato… rimesso nuovo”. Entrava in Ufficio sempre sorridente, elegante, cordiale… sempre disposto a dare una mano a tutti… Anche la Dott. Paola, single, cominciò a farci un pensierino… Il Dott. Nicola, però, aveva ritrovato la sua libertà… e non era disposto a perderla per un sorriso in più. Aveva la sua casa… il suo Eden… ecco ciò che voleva. Ma la natura umana è fatta come è fatta. Sei mesi fa, il Dott. Nicola, dopo aver assunto una colf per tenere la casa a specchio… ha cominciato a sentire il bisogno di compagnia. Di quale compagnia?… di una donna, naturalmente. Non una donna che vedeva tutti i giorni in Ufficio… come la Dott. Paola. Il Dott. Nicola voleva qualcosa di speciale… una donna da sogno. Una parola! Si affidò alla Fortuna. Ogni giorno il cinquantenne viaggiava in treno da Pavia a Milano per recarsi al lavoro. Giunto alla Stazione Centrale di Milano il Dott. Nicola si fermava in un Bar per prendere un caffè. Cominciò a guardarsi intorno. Ad osservare tutte le donne che passavano nel suo specchio visivo. Un mattina di quattro mesi fa, in un Bar di Piazza del Duomo a Milano ha visto la “donna più bella del mondo”. Era proprio il suo tipo. Non molto alta, portamento elegante, affascinante quanto bastava, sui trent’anni. Sola. Il Dott. Nicola non ha atteso neppure un secondo. “Adesso o mai più” – disse dentro di sé. L’avvicinò e, dopo essersi tolto l’orologio, chiese “Scusi, potrebbe dirmi che ora è…” Quando un uomo si avvicina ad una donna e pone una domanda del genere (specialmente a Milano) non è certo per sapere l’ora. La donna, che si chiamava Marta, si mise a ridere. “Non vorrà mica dire che vuole veramente sapere l’ora?” Il Dott. Nicola non aveva cinquant’anni per niente. “No. Non volevo sapere l’ora… Voleva parlare con lei e offrile un caffè” Marta guardò Nicola. Lo squadrò da capo a piedi. Lo vide perfetto, elegante, raffinato, gentile. Accettò il caffè. Dal caffè si passò al pranzo… poi alla cena… poi… poi… da cosa nasce cosa. Non era passata una settimana e la Dott. Marta aveva pronunciato la fatidica frase… “Siccome siamo fatti una per l’altro… cosa ne dici se ci sposassimo?” Il Dott. Nicola arricciò il naso. “Cara Marta… il matrimonio è una fortezza assediata… coloro che sono fuori vogliono entrare. Coloro che sono dentro vogliono uscire. Due persone possono vivere bene anche vivendo ognuno a casa propria”. - Questo è il racconto 769, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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