Nuotate Notturne

ANTI IPOCRISIA...Contro quegli adulti che credono che i bambini li porti la cicogna

Creato da m.stipe il 07/09/2006

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Nel dramma dell'Abruzzo una bellissima storia di sport

Post n°77 pubblicato il 06 Aprile 2009 da m.stipe
 
Foto di m.stipe

Ecco qui una bellissima storia di sport, lo sport degli sportivi e dei valori sportivi, all'interno di una tragedia che con il passare dei minuti acquista sempre dimensioni maggiori. (articolo tratto da Eurosport)

 

 

È durata solo alcuni secondi, la terribile scossa dell'ottavo-nono grado della scala Mercalli registrata ieri sera, alle 21.10, dalle stazioni dell'Istituto nazionale di Geofisica in una zona al confine tra l' Abruzzo e l' alto Lazio. Epicentro del terremoto, il più forte registrato in Italia negli ultimi anni, è stata l' area tra Montereale, Campotosto (L' Aquila) e il comune di Amatrice. Al momento si stimano almeno 50 vittime di cui 4 bambini, oltre ai 50.000 sfollati, ma il bilancio del terremoto è destinato a salire. Sono, infatti, migliaia gli edifici gravemente lesionati e molti quelli completamente crollati. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco e ai carabinieri.

Il violento sisma ha toccato anche il mondo dello sport. Si segnala, infatti, l'eroismo dei giocatori dell'Aquila Rugby, società da sempre caposaldo della palla ovale italiana, che si sono adoperati per portare in salvo anziani in difficoltà. Alcuni di essi, hanno salvato dalla morte tre donne anziane rimaste prigioniere sotto le macerie della loro abitazione. Uno dei ragazzi dell'Aquila, una volta riuscito ad estrarre le donne, si e' addirittura caricato sulle spalle una di esse, inferma, senza staccarle la bombola di ossigeno indispensabile per la respirazione. Il salvataggio è avvenuto scavando a mani nude tra i palazzi sbriciolati, come si sta facendo in molte altre abitazioni dove si presume possano esserci dei corpi sotto le macerie.

Intanto sono saltate sia le linee elettriche che quelle telefoniche e al momento l'autostrada A24, così come quella di Pescara, è stata interrotta al traffico. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha invitato a rimanere calmi, seppur la situazione risulti estremamente critica, e ad evitare di cercare di raggiungere L'Aquila e i paesi vicini per non intralciare i soccorsi.

Il presidente della federcalcio, Giancarlo Abete, in conseguenza del terremoto ha deciso di sospendere il Torneo delle Regioni, tradizionale appuntamento del calcio giovanile e studentesco, in programma in questi giorni in Abruzzo.

La Teramo Basket inoltre, ha espresso il proprio dolore per le vittime del terremoto. Anche l'Inter e il Milan esprimono vicinanza alle popolazioni dell'Abruzzo e si stanno mobilitando per offrire aiuti concreti: l'Inter ha messo a disposizione di tutti i tifosi della zona colpita dal sisma, il Centro di coordinamento Inter club al fine di "organizzare in loco eventuali azioni di volontariato. Il Milan invece, attraverso le parole del dirigente brasiliano Leonardo, ha annunciato che "parte del ricavato del Milan Golf Tour verrà devoluto alla popolazione dell'Abruzzo".

Non citiamo casi isolati, lo spor tutto, infatti, tende una mano all'Aquila. I Giochi del Mediterraneo in programma a Pescara sono pronti a mettere a disposizione strutture e impianti per far fronte all'emergenza terremoto. "Se verranno chieste, potranno essere messe a disposizione strutture all'aperto, che possano servire per far atterrare gli elicotteri, per parcheggi. A Teramo, a Chieti, ovunque, perché all'Aquila si sta vivendo una tragedia immane". Lo ha detto Mario Pescante, abruzzese di Avezzano, commissario straordinario dei Giochi.

 
 
 

Lo scandalo Cina! Paese di violenza e oppressione

Post n°76 pubblicato il 24 Marzo 2009 da m.stipe
 

Ne parlano tutti, ma nessuno ha la minima voglia di provare a cambiare qualcosa. Troppi interessi in ballo, troppo potere, troppe industrie occidentali implicate.

La Cina è intoccabile, nonostante sia il paese meno democratico del mondo, nonostante i 2/3 delle esecuzioni capitali avvengano li, nonostante internet sia ampiamente censurato, nonostante stia per diventare una bomba ecologica pronta ad esplodere, nonostatente il Tibet sia oppresso violentemente da anni.

USA e UE applicano la politica dello struzzo, testa sotto terra a far finta di non vedere nulla.

Alcuni esempi freschi di giornata:

1- nel 2008 sono state eseguite nel mondo 2390 esecuzioni capitali. Di queste 1718 in Cina.

2- il SudAfrica, sotto fortissime pressioni cinesi, ha negato il visto per i mondiali di calcio del 2010 al Dalai Lama. La Cina esulta.

3- Pechino blocca di nuovo Youtube e si giustifica così: "in Cina è prevista libertà di espressione, ma fino ad un certo punto".

Assolutamente un paesa da evitare e boicottare fino alla nausea.

 

 
 
 

Un caso di buona sanità, giusto parlarne!

Post n°75 pubblicato il 20 Marzo 2009 da m.stipe
 

da Repubblica.it

Chirurgo opera mentre ha un infarto

 

«Non potevo abbandonare in un momento delicato. E non sono un eroe, ho solo fatto il mio dovere». Si schernisce e glissa sul fatto che ci poteva rimettere la vita, il neurochirurgo che ha continuato ad operare con un infarto addosso.

Cardarelli, tarda mattina di lunedì scorso. Sul lettino del complesso di Neurochirurgia c´è un anziano paziente, affetto da "glioblastoma". È un tumore che ha coinvolto una delicata area del cervello. Gli anestesisti gli infilano l´ago in vena, lentamente parte la soluzione che induce il sonno artificiale. Pronto, "lavato" come si dice in gergo tecnico e con la mascherina sul viso, c´è Claudio Vitale, il 59enne primario "incaricato". Inizia l´intervento.

Tutto sembra filare liscio, ma Vitale a un certo punto accusa un dolore al petto. È molto forte. Una smorfia, il chirurgo continua. Pensa a un reumatismo, si concentra sul campo operatorio. Ma col passare dei minuti, quel pugno al centro del torace si fa sempre più stretto. Lo specialista intuisce la gravità. Può essere un attacco cardiaco. Lo dice ai collaboratori. Lo invitano a smettere, lui si rifiuta. C´è un´emorragia da dominare e Vitale acconsente solo a farsi fare un prelievo di sangue per avere conferma del sospetto. Dieci minuti e l´infermiere agita il referto: "Infarto posteriore".

Il medico dovrebbe lasciare, ma da lui ancora un no deciso: «Prima finisco, poi mi ricovero». Sopporta il dolore e conclude l´intervento. Con successo. Nell´antisala è pronta la barella e trenta minuti dopo Vitale è sottoposto ad "angioplastica" per disostruire la coronaria. In serata è in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente.

 

 
 
 

Il peggior prodotto dell'Italia

Post n°73 pubblicato il 09 Marzo 2009 da m.stipe
 
Foto di m.stipe

Fabrizio Corona.

Ovvero quando i rifiuti diventano essere umano.

 

 
 
 

Spagna - Sport = doping?

Post n°72 pubblicato il 06 Marzo 2009 da m.stipe
 

In un ufficio del tribunale di Madrid, sotto una sottile coperta di polvere, ci sono ventuno faldoni di atti giudiziari. Intercettazioni, interrogatori, analisi, report. Documenti che solo due anni fa avrebbero potuto cambiare la storia dello sport e che invece oggi vengono chiamati da tutti, in tribunale, "el cadaver": il cadavere. È quanto resta dell'Operacion Puerto, l'inchiesta della Guardia Civil che nel 2006 portò alla luce il più colossale giro di doping della storia. Se qualcuno facesse l'autopsia di quell'inchiesta scoprirebbe che non è morta di morte naturale. Ma che è stata assassinata. Le è stato tolto l'ossigeno - cioè i soldi - ed è stato fatto sparire il sangue, letteralmente.
Che qualcosa si fosse inceppato nella grandiosa macchina investigativa che tra il febbraio e il maggio 2006 portò all'arresto del dottor Eufemiano Fuentes, un ginecologo noto soprattutto come mago dell'Epo, il tenente della guardia civil Enrique Gonzales lo capì quasi subito, quando si rivolse al giudice Antonio Serrano per chiedere il permesso di perquisire la casa di Fuentes alle Canarie. Operacion Puerto era già sui giornali, ed era chiaro che gli investigatori avevano imboccato la strada giusta. Per questo Gonzales stentò a credere alla risposta che si sentì dare dal giudice: "Non possiamo, non abbiamo i soldi".

Gonzales sapeva che nello studio alle Canarie, il dottore aveva un pc con i dati dei suoi clienti, e altre sacche di sangue, oltre a quelle già sequestrate dopo l'arresto. Materiale che conduceva a quello che ormai anche tutti i giornali davano per scontato: da Fuentes non ci andavano solamente i ciclisti, ma anche calciatori, tennisti, cestisti e quelli dell'atletica. La Guardia Civil aveva trovato importanti tracce nelle intercettazioni telefoniche e seguiva un paio di piste che portavano ai vertici della Liga. Il ciclista spagnolo José Manzano, incriminato, l'aveva confermato: "Da Fuentes io personalmente incontrai una delle star della Liga". In un'intervista ad un periodico la star dello spettacolo Jonny Halliday raccontò di essersi rigenerato grazie alle trasfusioni fatte in uno studio suggeritogli dal suo amico Zidane. Agli inquirenti servivano i riscontri, però. E questi erano da Fuentes, alle Canarie. Ma Serrano bloccò tutto.


Erano cominciati gli anni d'oro della Spagna sportiva. Il paese si identifica nei suoi eroi, nel Real di Capello, Zidane e Raul, in Nadal, in Alonso. Che bisogno c'era di rischiare di distruggere quel castello di emozioni? Così appena comparve la parola Liga nell'inchiesta, tutto si fermò davanti a un problema giuridico "insormontabile": il doping, al tempo, non era un reato penale. Uno scoglio fino ad allora sempre brillantemente aggirato ma che da quel momento in poi divenne pietra tombale. E l'inchiesta si fermò.


Dal maggio 2006 in avanti - tra chiusure e riaperture formali - il procedimento non ha compiuto un solo passo in avanti. Facendone anzi molti indietro. Del più drammatico di questi si è avuto notizia solo oggi quando si è capito che delle circa 250 sacche di sangue sequestrate a Fuentes (il numero è approssimativo perché, altra anomalia, nessuno si è mai preso la briga di inventariarle) più di un centinaio sono andate perse o si sono deteriorate. Nessuno saprà mai se quelle sacche appartenevano a qualche ciclista o altri sportivi. Così come nessuno saprà chi pagava le prestazioni di Fuentes: nessuno è mai andato in Svizzera a chiedere informazioni sul conto Ubs del dottore.
Oggi, l'indagine è stata per l'ennesima volta riaperta, ma si tratta di una riapertura solo formale che porterà, forse, alla condanna di Fuentes ma che non farà un solo passo in avanti. Anche volendo, e la volontà è ancora tutta da dimostrare, sarebbe impossibile. Non solo a causa del deterioramento organico del sangue. Ma anche perché mancano altri tasselli fondamentali, come i computer sequestrati a Fuentes nella prima fase dell'indagine: non sono mai stati "aperti" né clonati: il loro contenuto o è andato perduto o è stato inquinato. E tanto per non correre rischi, Gonzales e i suoi uomini sono stati trasferiti ad altri incarichi. Oggi fanno convegni sul doping, in giro per l'Europa.

 

Dobbiamo quindi a questo la strapotenza fisica di Nadal, la Spagna campione agli europei di calcio, i successi a raffica nel ciclismo...?

 
 
 

La sinistra in pensione

Post n°71 pubblicato il 05 Marzo 2009 da m.stipe
 

La perla del giorno...

 

"Oggi manifestano i pensionati insieme alla sinistra italiana. Rettifica: oggi manifestano i pensionati, cioè la sinistra italiana"

 

Saluti

 
 
 

La storia della fine di Kurt Cobain

Post n°70 pubblicato il 04 Marzo 2009 da m.stipe
 

La storia della fine di una rockstar che ha smesso troppo presto di scrivere rock...

 

Roma
Hotel Excelsior, stanza 541.
Courtney Love trova suo marito, Kurt Cobain (leader della rock band Nirvana) riverso sul letto. Sta malissimo: nel suo stomaco, 60 pastiglie di Roipnol, un calmante simile al Valium, mescolate con champagne.
Ricoverato d’urgenza all’ospedale Umberto I, Cobain il giorno dopo dà finalmente segni di vita.
“Il paziente cammina”, dichiara il professor Osvaldo Galletta, “è stato ad un passo dalla morte ma siamo davvero felici che si stia riprendendo così rapidamente”.
Passate 20 ore di coma, Kurt Cobain si sveglia: chiede un milk shake alla fragola e (su un foglietto) scrive: “toglietemi ‘sti cazzo di tubi dal naso …”
Dopo il tour che aveva visto i Nirvana protagonisti nelle ultime settimane di febbraio, il ritorno di Kurt Cobain in Italia è più rapido del previsto. Decide, infatti, di cancellare la data prevista del 1° marzo a Monaco di Baviera e di fare ritorno nella “città eterna”.
Il 3 marzo entra all’Hotel Excelsior.
E’ da quasi un mese che non vede Courtney: non è mai stato lontano da lei per così tanto tempo. Il giorno prima, al telefono, i due hanno avuto un litigio violento e Kurt ha chiamato il suo avvocato: vuole il divorzio.
In cuor suo, però, si augura che la permanenza romana possa calmare le acque e rasserenare l’atmosfera della coppia. Si sbaglia.
L’influenza, le tensioni con Courtney, il mal di stomaco cronico e (forse) la poca conoscenza di un medicinale non commercializzato negli States come il Roipnol lo fanno andare in coma.
Con il passare del tempo, l’episodio assume contorni più chiari.
L’ipotesi dell’incidente svanisce: quello è stato un vero e proprio tentativo di suicidio non riuscito. Kurt Cobain, esattamente un mese dopo, decide di farla finita: nel garage della sua villa di Seattle si spara un colpo di fucile in bocca.

 
 
 

Pipì a pagamento su Ryan Air

Post n°69 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da m.stipe
 

da Repubblica del 27 febbraio

 

Il biglietto sarà pure a prezzo stracciato, ma tra poco sarà meglio fare i bisogni prima di imbarcarsi: novità in arrivo dalla Ryanair, la compagnia aerea leader in Europa per i voli 'low cost'. Il direttore esecutivo, Michael O'Leary ha anticipato alla Bbc che l'azienda sta valutando l'ipotesi di mettere sistemi di pagamento per l'utilizzo delle toilette in aereo (simili a quelli che esistono per esempio in alcune stazioni ferroviarie italiane). "Un tema che abbiamo valutato nel passato, e ora di nuovo, è la possibilità di installare sulle porte delle toilette un servizio per le monete". L'obiettivo è sempre lo stesso: "Alla Ryanair cerchiamo in continuazione i modi per abbassare ulteriormente i prezzi del biglietto e rendere quindi accessibile a tutti il viaggiare con noi". E quando il giornalista gli ha chiesto che cosa accadrà all'incauto viaggiatore che si imbarcasse senza cash, lui ha risposto senza esitazione: "Non credo che ci sia mai stato alcuno nella storia della Ryanair che si sia imbarcato senza monete". La scorsa settimana l'azienda ha annunciato la chiusura a breve di tutti i banchi per il check-in, operazione che i viaggiatori in futuro dovranno sempre fare on-line.

 

 
 
 

Il milione di euro di Bonolis

Post n°68 pubblicato il 13 Febbraio 2009 da m.stipe


Che strano Paese, l'Italia. Operai e impiegati in cassa integrazione, aziende che collassano da un giorno all'altro, il prodotto interno ai minimi storici ma Paolo Bonolis prende un milione di euro per condurre il Festival. Qualcosa non torna. L'amministrazione Obama ha fissato un tetto massimo di 500 mila dollari ai salari dei grandi dirigenti delle aziende destinatarie dei fondi di salvataggio. Il provvedimento ha due scopi: puntare a una maggiore trasparenza e soprattutto dare l'esempio. Per una vecchia legge morale: se l'insegnamento non viene dall'alto, nessuno muove il primo passo. Che strano paese, l'Italia. Non è solo la Banca centrale a suggerire fosche previsioni (crescita zero, diminuzione delle esportazioni, compressione dei salari), lo è piuttosto la realtà quotidiana: molte famiglie non arrivano alla quarta settimana del mese, negozi in crisi, il precariato giovanile a livelli drammatici.

 

Eppure Paolo Bonolis, presentatore televisivo, e Roberto Benigni, lettore televisivo di Dante, prendono dal Festival di Sanremo una barcata di soldi. C'è anche Maria De Filippi (il suo compenso andrà in beneficenza), corsa tris della scuderia Lucio Presta. Bonolis si difende dicendo che ha lavorato per un anno al Festival come direttore artistico. Insomma, lavora a progetto, è il co.co.co. più ricco d'Italia. Complimenti.


 

E dire che il Servizio pubblico televisivo, proprio perché si rivolge alla stragrande maggioranza delle famiglie, proprio perché ha un'audience la cui consistenza principale è rappresentata dalle fasce meno abbienti della popolazione, avrebbe il dovere di porsi come modello virtuoso. Poco vale la giustificazione che i soldi per Bonolis e Benigni li tirano fuori gli sponsor. No, li tiriamo fuori noi: prima con il canone, poi al supermarket. Non passa giorno che i nostri governanti non ci esortino al sacrificio: per l'Alitalia, per uscire dalla crisi, per risanare i conti pubblici. Il presidente Silvio Berlusconi ha recentemente affermato «che tutti quanti in coscienza dobbiamo dare il nostro piccolo contributo affinché questa crisi non sia così drammatica». Ha ragione, se però, in coscienza, il contributo cominciasse a venire da una manifestazione musicale come Sanremo avrebbe anche un valore simbolico (non moralistico). Riguardo poi ai sacrifici, chi li fa e chi li predica la pensano in modo differente.
Ma ai primi è data scarsa possibilità di dirlo

 

 
 
 

Sull'orlo del precipizio...un paese morto

Post n°67 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da m.stipe
 

Mentre i partiti politici sono travolti come consuetudine da cicloni giudiziari.
Mentre abbiamo per l'ennesima volta la certezza che siamo in mano ad affaristi e corruttori.
Mentro ci rendiamo conto che morale è una parola svuotata di ogni significato.
Mentre vomitiamo davanti alla merda che ci passano tg e giornali tutti i giorni.
Durante tutto ciò nessuno si è accorto che l'Italia è una paese morto, dopo essere stato per tanti troppi anni un paese per vecchi...
Di seguito la storia di Giuseppe, l'ennesimo cassaintegrato che non sa come dare un pasto caldo alla propria bambina.
L'unica parola che dovrebbe passare per la testa di politici, banchieri, finanzieri e compagnia bella è, vergogna.


Quando Laura chiama, cade subito la linea. Il telefono fa un solo
squillo, il tempo di un'unica vibrazione. Poi torna silenzioso. Allora
Giuseppe sorride e chiama Laura. Così la ricarica di lei dura di più:
"Capita - dice lui - che metto nel suo telefono dieci euro ad agosto.
Poi può succedere a giugno dell'anno successivo. Perché non devi mai
far passare dodici mesi senza mettere almeno dieci euro. Se no il
numero si blocca". Laura osserva il marito che racconta i trucchi del
povero. È pensierosa. Parla poco: "Non mi piace che gli altri
sappiano".



Come si vive con
600 euro al mese? Si vive in una casa con pochi mobili e i muri che un
tempo sono stati bianchi: "Per ritinteggiarli, togliere quelle macchie
nere sopra i termosifoni, bisogna aspettare tempi migliori". Il tempo
presente è fatto di calcoli che non tornano. Prendiamo l'affitto: 425
euro per due camere e cucina in una zona non periferica. Non molto.
Troppo per la famiglia di Giuseppe. Perché con le spese si arriva a 475
euro medi al mese e già a questo punto ne resterebbero solo 125 per
vivere in tre trenta giorni. Ma siamo solo all'inizio del calcolo.



Le bollette si
portano via un'altra fetta: 55-60 euro per luce e gas. Si tira sui
consumi: "Abbiamo il boiler elettrico. Lo accendiamo solo di notte
perché dicono che così si spende meno". Ma il vero spauracchio è il
riscaldamento: "Eh, su quello c'è poco da fare. Quando vedo la bolletta
nella buca mi prende l'ansia. Non dipende da noi. C'è il
teleriscaldamento, non possiamo risparmiare. Ci sono mesi che arrivano
bollette enormi, anche 180 euro. Per fortuna non è sempre così. A
ottobre, ad esempio, è arrivata da 35 euro". Con le bollette se ne
vanno in tutto 95 euro. Ne restano trenta per dar da mangiare e per
vestire tre persone.




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A questo punto lasci cadere la penna e guardi Giuseppe negli occhi:
"Diciamolo, è impossibile". Certo che è impossibile. Laura annuisce, la
piccola Simona nasconde la testa tra le braccia abbandonate sul tavolo.
E si spera che lo faccia perché ha sonno. Chi fa quadrare i conti in
questa famiglia? "Mia madre. È vedova, ha 61 anni e la pensione di
reversibilità di mio padre. È vero che si tiene in casa mio fratello ma
ogni mese le arrivano 1.000 euro. Così certe volte ci troviamo al
supermercato. Mettiamo le cose nel carrello. Poi, arrivati alla cassa,
lei mi dice: ?Passa, faccio io'".



Non bisogna
immaginare che il carrello della mamma, la signora Teresa, sia
stracolmo come quelli della pubblicità. Per Giuseppe e Laura la spesa
la fa un particolare personal shopper: "Il volantino, quello che ti
mettono nelle buche. È fondamentale. Serve per approfittare
dell'offerta del momento e anche per scegliere il supermercato. Che non
è sempre lo stesso. In certe settimane conviene comperare la pasta da
una parte e la bottiglia di pomodoro dall'altra". Non c'è volantino che
riesca a superare certi vincoli del mercato: "La pasta è sempre
l'alimento più conveniente. Certe volte con un euro riesci a portarne a
casa due pacchi da mezzo chilo". E la carne? "Beh, quella non possiamo
permettercela". È un lusso, come dare il bianco alle pareti. Come fate
con la bambina? "Ci pensa mia mamma. Prepara la bistecca quando andiamo
a mangiare da lei o ce la compera quando ci incontriamo al
supermercato".



I cassintegrati
italiani sono in pauroso aumento. Il 20 per cento in più nel quarto
trimestre 2008, secondo le stime della Cgil. Nelle tabelle non
compaiono le persone ma i milioni di ore di cassa. Dietro quelle cifre
ci sono 1.300 aziende in cassa integrazione straordinaria e centinaia
di migliaia di italiani che fanno la vita di Giuseppe. Solo in Fiat i
cassintegrati sono 50 mila. La differenza, si spera, è nella durata.
Perché a 700-800 euro puoi sopravvivere per due-tre mesi al massimo.
Poi devi sperare nella pensione della nonna. Precipitare da una vita di
dignitosi sacrifici alla disperazione è un attimo.




Quando
lavorava in fabbrica Giuseppe guadagnava 1.200 euro. A questi si
dovevano aggiungere i 135 di assegni familiari perché Laura, sua
moglie, è disoccupata. In tutto 1.335 euro. Ma con la cassa, anche
quando l'Inps si deciderà a pagare, il salario scenderà a 750 euro, che
con gli assegni diventeranno 885. Nel passaggio dal lavoro alla cassa
la perdita netta è di 450 euro, un terzo della busta paga complessiva.




In queste
condizioni per Giuseppe e chi vive come lui l'unica alternativa alla
paghetta della mamma pensionata è il lavoro clandestino. Chi è in cassa
integrazione non può svolgere altre attività: "Rischiamo il
licenziamento". Finora i tentativi di Laura sono andati a vuoto: "Una
mattina - dice il marito - l'ho accompagnata a un colloquio al Bennet
qui sotto casa. Cercavano commesse. Ci speravamo. Nelle nostre
condizioni 5-600 euro in più al mese avrebbero fatto comodo. Quando è
uscita ha raccontato: ?Mi hanno fatto un po' di domande e poi mi hanno
detto: ?Le faremo sapere'. Allora io le ho risposto di mettersi l'anima
in pace. Quando dicono così è perché non ti prenderanno mai". Trovare
lavoro, anche in nero non è semplice: "La crisi c'è per tutti, anche
per i clandestini". E accettare un impiego provvisorio può essere
rischioso: "Ho risposto all'annuncio di un'agenzia interinale. Mi
offrivano uno stipendio dignitoso ma ho rifiutato perché era un lavoro
precario. Per accettare avrei dovuto rinunciare al posto alla Bertone.
Non posso permettermi il lusso di rimanere senza busta paga".




Così l'unico
introito extra sono i sussidi straordinari. Vanno bene tutti: quelli
della Regione, che in Piemonte è in mano al centrosinistra, e quelli
del governo di Berlusconi. Si partecipa ai bandi e si spera di vincere
la lotteria: "Certe volte ti dicono che hai i requisiti ma che siccome
hai già preso l'assegno l'anno precedente finisci in coda agli altri
quello successivo". Se fosse per i requisiti, Giuseppe vincerebbe
sempre: "Ho un reddito Isee di 9.800 euro. La soglia per partecipare è
di 17.000. Straccio tutti". Si ride per non piangere nell'alloggio del
quartiere di Santa Rita. Impressiona il fatto che la povertà abiti qui,
in una zona di media borghesia e non solo nei palazzoni delle
periferie. Impressiona il fatto che tra queste mura si sia dovuto
aspettare il bonus della Regione (3.100 euro) per regalare a Simona la
cameretta nuova. Nel discorso finale, quella specie di confessione che
Giuseppe fa, solo, in fondo alle scale del condominio, c'è posto per
l'ultima rivelazione: "Oggi sono contento. Ho sentito mia sorella al
telefono. Ha promesso che mi passa 100 euro per i regali alla bambina.
Così Babbo Natale arriverà anche per Simona. Le porterà una bella
Barbie e il cd di Kung Fu Panda".


 
 
 
 
 
 
 

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