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Il mondo di Chia

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E le viole

Post n°794 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da mullerina
 

Negli scorsi post ho parlato delle difficoltà che sto incontrando, scontate in un percorso nuovo e ancora da comprendere, sia per la sottoscritta, sia per l'intera organizzazione in cui mi trovo immersa.
Oggi vorrei scrivere delle cose belle che accadono... o meglio di qualcosa che ha reso bella la mia giornata. Perchè ogni risveglio normale può essere l'inizio di un giorno speciale. È nell'ordinario che accade ogni evento extra-ordinario.

Per tutto il mondo sarà stata una cosa piccola, una scintilla veloce che è brillata un attimo solo, ma per me è stato ben altro... È stato un dono grande e inaspettato.

In sala sono presenti poche persone, la tv è in funzione per la prima volta. Arrivano due donne africane, nei loro colori sgargianti, una ha una bimba legata con un foulard al petto. Le vedo indaffarate a cercare i documenti nella borsa, quindi le lascio stare. Mi giro a dare un'occhiata alle altre persone, ma ho già parlato con tutti e nessuno sembra cercare il mio sguardo. Mentre sono lì imbambolata sento il mio nome, prima sussurrato e poi in uno scoppio di voce.
Mi volto e ancora tuona "Chiara, sì, Chiara". Un sorriso bianchissimo mi viene incontro, è la donna con la bimba.
"Ti ricordi di me?", dopo un attimo di smarrimento totale azzardo un: "sei stata in pronto soccorso di recente?". Il sorriso si allarga ancora, frugo nei cassetti della mia memoria, ma non riesco a trovare la risposta.
"Chiara, ricordi di E.?", il lampo del ricordo mi fulmina. E. è una delle bimbe di cui mi sono presa cura durante l'esperienza in patologia neonatale. Aggiungo al suo il mio sorriso, incredula, subito dopo guardo la bimba, insalamata al petto della madre.
Due occhi neri mi fissano e sulla testa tante treccine minuscole e colorate.
Una meravigliosa bambina.
Il contraccolpo al cuore è stato fortissimo, sia per aver rivisto E. cresciuta e gioiosa, sia per il ricordo che questa madre aveva di me.
Mi sono resa conto di quanto la mia figura entri in momenti della vita che restano impressi nelle persone che li vivono, fin nei minimi particolari. E della grande responsabilità che comporta.
Quella mamma si ricorda ancora della studentessa che, oltre un anno e mezzo fa, per alcune settimane teneva tra le braccia sua figlia, le cambiava il pannolino e le dava il latte. Si ricorda perfino il suo nome... e il ricordo non dev'essere negativo, visto l'entusiasmo che ha trascinato nel chiamarmi e nel mostrarmi la piccolina.

A molti sembrerà una cosa da poco, ma per me è stata una boccata d'ossigeno, la risposta di cui avevo bisogno, per sentire che quello che faccio e soprattutto il modo in cui lo faccio viene percepito e riconosciuto. È stata una grande ricompensa alla fatica e una carica importante per l'entusiasmo, che a volte viene minato dalle difficoltà (anche se quest'ultima ipotesi non mi appartiene ancora! fortunatamente).

 

 
 
 
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