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Quando ci si conosce "abbastanza"?!

Post n°224 pubblicato il 09 Settembre 2013 da moon4ever

Qualche giorno fa riflettevo (stranamente) sulle relazioni.

Due persone si conoscono, si piacciono, si frequentano, si piacciono sempre di più, s'innamorano e ad un certo punto decidono di andare a vivere assieme. Questo è l'iter. Capita di continuo, come capita di continuo che vivendo assieme si scoprano lati del carattere o abitudini che alla lunga proprio non vanno a genio, diventano insopportabili e nella peggiore delle ipotesi possono addirittura portare alla separazione.

Può così capitare, che una maniaca dell'ordine si ritrovi in casa un disordinato patologico che semina scarpe e vestiti in ogni angolo della casa, che una fissata dell'igiene e della pulizia si ritrovi a vivere con un "lurido", che un'amante della quiete si ritrovi con un patito delle relazioni sociali che le porta a cena a giorni alterni parenti e amici, che il gufo si ritrovi a litigare i ritmi sonno/veglia con l'allodola, che un geloso/possessivo debba rapportarsi con un'accanita sostenitrice delle privacy e della libertà.
Che, in pratica, ci si scontri con abitudini e modi di essere totalmente diversi dai propri, che prima non erano mai emersi, non si erano visti o che, forse, non si erano mai voluti veramente vedere (?!)

In questi casi il commento che si sente fare più spesso è quello relativo alla scarsa conoscenza dell'altra persona.
"Non pensavo che fosse così", "Se avessi saputo", "Prima non sembrava/era così", "Da quando viviamo insieme è cambiato/a", etc..
Ma nella maggior parte delle ipotesi non è così. Nessun cambiamento eclatante si verifica nei primi tempi di una convivenza, semmai l'ipotesi più probabile è che passando più tempo assieme si veda l'altra persona per com'è veramente nella quotidianità, con le sue fisse, le sue abitudini, la sua indole...che emergano lati del carattere che non conoscevamo perché non avevamo modo di osservare la persona in un determinato contesto. 

Se riusciamo a mediare queste differenze, a tollerarle o addirittura a farcele piacere, bene, siamo a cavallo, diversamente iniziano a sorgere i problemi.
Problemi, incomprensioni, liti, discussioni e scazzi alla meno peggio. Menzogne, tradimenti e carognate alla peggio del peggio. Rotture (e non solo di palle), separazioni, figli sballottolati da una parte all'altra quando veramente ci dice male.
Avessimo conosciuto meglio l'altra persona, davvero queste cose si sarebbero potute evitare?!
E quando si può dire di conoscere veramente bene una persona al punto da decidere di condividere la vita, la casa, i progetti senza brutte sorprese?!

Secondo mia nonna "non ci si conosce MAI abbastanza!" nemmeno dopo decenni.
Questa frase, insieme all'equivalente del modo di dire in dialetto locale, mi perseguita negli incubi ormai da anni.
Secondo lei non c'è speranza per nessuno: per quanto ci si conosca bene, ci saranno sempre dei lati del carattere dell'altra persona, in genere lati negativi, sia chiaro, (l'ottimismo, si sa, non abita da queste parti) che usciranno a rompere le balle nel momento meno opportuno.
Ed alla fine di una relazione saranno sempre tutti pronti a dire "eh, ma io lo sapevo che sarebbe finita così", "eh, ma si vedeva che aveva qualcosa (o peggio ancora la "tal cosa") che non andava". E non c'è niente, e dico NIENTE, che mi faccia andare in bestia più di queste uscite. No, ma perché allora sarai stronzo: lo sapevi, te lo immaginavi, l'avevi capito prima di me...E NON MI HAI DETTO NIENTE?! O.o
 
Ma, scherzi a parte, cosa è veramente indispensabile sapere di una persona?!
Libri, film e attività preferite, passioni, sogni, aspirazioni, idee, principi, abitudini, reazioni agli eventi, etc...basta saperle o bisogna aspettare di vederle e toccarle con mano per sapere se ci possono andare bene per davvero?!
 
Per voi, quando è "abbastanza"?!
 
"E se benissimo non fosse abbastanza?!" Hitch

 
 
 
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