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TRA JESSICA E DON PEPPINO

Post n°4044 pubblicato il 21 Settembre 2021 da monellaccio19
 

 

 

 

E giunse al fin, il momento di Jessica Rabbit. Anche lei vittima del politicamente corretto, a Disneyland dove sono tutti presenti i personaggi disegnati per i cartoni animati, il #MeToo ha sollecitato la Disney a ritirare la classica immagine della Jessica che tutti conosciamo, per ridisegnarla e farne una detective privata con tanto di impermeabile. Quindi non più una vittima, ma una protagonista a tutti gli effetti. Un'altra testa cade, vittima  del politicamente corretto. E non finisce qui, molte altre teste cadranno, è solo questione di tempo, o meglio, diamo tempo a chi facendosi scudo delle battaglie che caratterizzano il nostro tempo, di aggrapparsi a qualcos'altro che non ritengono corretto.  Infatti, proprio in questi giorni da noi, è scoppiato un caso che sta facendo discutere non solo questi signori che cercano l'ago nel pagliaio, ma anche i politici. Perché? Ecco il motivo: 

 

 

A Parma, il Teatro Regio, ha presentato una locandina dove il maestro Giuseppe Verdi, viene mostrato con un abbigliamento pazzescamente transgender in occasione dell'opera  "Un ballo in Maschera". Alla faccia dei benpensanti e dei loggionisti bacchettoni incapaci di pensare alla legittimità di una immagine simile. Il Regio non si è posto il problema: "E' solo un omaggio al suo anticonformismo". La stessa immagine esposta in Germania, non ha scomposto nessuno e qui invece, ha smosso la politica e i leghisti in particolar modo: sapete come loro tengano al grande compositore, non fosse altro che per il suo "Va' Pensiero", praticamente il loro inno corrente. Beh, siamo agli eccessi: da una parte si corre a rimuovere l'immagine ormai familiare della Jessica Rabbit, non gradita a coloro che fanno del politicamente coretto il pane quotidiano e dall'altra, appioppare  al grande Giuseppe Verdi, un abbigliamento transgender per andare incontro al pubblico che seguirà alcune opere del Maestro liberamente, senza schemi pregiudiziali, con anticonformismo e slegati da ogni etichettatura preventiva. Il pubblico sarà giovane e quindi quale occasione migliore per porgere una visione di Verdi che resta appunto un grande compositore lirico e fuori da tanti schemi dell'epoca? Attecchirà la scelta degli organizzatori? Vedremo. 

 
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Rispondi al commento:
Estelle_k
Estelle_k il 22/09/21 alle 09:30 via WEB
Pe me il messaggio di base è corretto ( parlo dei nuovi panni di Verdi), ma il problema è che al solito si vuole sempre strafare per colpire. Un po' di misura no, eh? Trovo che la linea che divide l'ironia dal ridicolo in questo caso sia davvero sottile... Buon inizio autunnale:)
 
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