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SALENTO: CROCE E DELIZIA

Post n°2958 pubblicato il 08 Agosto 2018 da monellaccio19
 

la-casetta-anti-crisi-nel-salento-5-posti

 

Avrete certamente letto del calo turistico riscontrato per il mese di luglio in quel di Gallipoli. La città salentina, ormai in corsa per essere alla stregua di Ibiza e in concorrenza con altre località marittime delle isole greche, ha conseguito ottimi risultati negli anni passati. Un grande mare, una bella costa e grandi attrazioni per i turisti. Ristoranti, bar, pub affollano le riviere e due grandi discoteche in particolare, facevano da polo attrattivo per i giovani.  V’erano buone ragioni per farsi ospitare durante le vacanze dalla bella Gallipoli. Quest’anno purtroppo, è accaduto che le due discoteche siano rimaste chiuse e sotto sequestro per situazioni burocratiche e amministrative poco chiare e illegali. Per cui, i giovani in particolare, venendo a mancare i due punti di riferimento vitali per loro, hanno dirottato altrove. E qui scattano le dolenti note: Il Salento, una parte delle Puglia bello e impossibile, nonostante le premesse, i buoni auspici e le sue attrattive naturali, non riesce a decollare definitivamente. Il motivo è molto semplice: manca la cultura dell’ospitalità, la cultura della ricezione e della accoglienza. Non hanno imparato ancora a fare gli imprenditori di se stessi, non hanno compreso che i servizi sono fondamentali per fare turismo e senza quelli o con quelli molto scarsi, si è costretti ad essere battuti dalla concorrenza spietata. Non si possono nel tempo alzare i prezzi e poi non essere all’altezza con i servizi da offrire e sottoporre ai turisti e ai villeggianti. Sto parlando in generale, Gallipoli mi ha fornito la stura per affrontare questo problema che affligge più o meno il Salento e le sue marine. Otranto per esempio, non riesce a decollare con una offerta che porti nella sua città, personaggi ricchi e danarosi: Briatore ha tentato di aprire il suo grande resort nei pressi della città dei martiri, un complesso in grado di ospitare persone di alto rango che arrivano con i loro panfili e non dormono presso Hotel a cinque/sei stelle o mangiano in locai tipici salentini. Loro vogliono suite magnifiche e con tutti i comfort, vogliono piscine private e cibo di alto livello. Bene, perché bloccare Briatore con la burocrazia estenuante e inutile? Ha chiuso tutto Flavio, ha mollato e ha puntato altrove. Ecco il piccolo esempio che spiega quello che accade in questa terra bellissima, si possono fare grandi cose, ma una discoteca operativa non può stare vicino a ville e abitazioni di villeggianti: alle quattro di mattina loro hanno diritto a ballare ancora, ma i vicini avrebbero diritto a dormire.  Ho citato le due perle del Salento: sono rappresentative per individuare ragioni, cause e conflitti da superare per dar prestigio alla “Florida Pugliese”. Se i servizi e la cultura del turismo sono al massimo, nessuno si preoccuperà di quanto spenderà, saprà che verrà qui e sarà trattato bene e tutto in rapporto ai servizi che riceverà. In Salento ci potranno venire tutti: a ciascuno il suo!

 
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prolocoserdiana
prolocoserdiana il 09/08/18 alle 05:55 via WEB
La rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana, un mondo che si intreccia con il mondo reale e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza, capace di rideterminare la costruzione dell’identità e delle relazioni, nonché il vissuto dell’esperire.Un sorriso, Sal PS.Come per tante altre cose occorre disporre di una buona dose di intelligenza e non lasciare che a dettar legge siano solo gli addetti ai lavori. Quì da noi la strafamosa Costa smeralda, ma solo quella dei Vip, in questi due mesi ha avuto un calo di presenze del 36%. Motivo? Le persone hanno capito che una giornata al mare la si può trascorrere anche altrove e non in posti da sogno dove un mezzo bicchiere di acqua minerale ( Porto Cervo. Porto Rotondo e così via ) costa da 50 ai 100 euro. Il degrado non è delle nostre stupende bellezze naturali, ma di chi le amministra....
 
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