|
Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« NON E' BELLO CIO' CHE ... | VOI NON SAPETE CHI SIAMO... » |
...E YOKO ONO ANCORA UNA VOLTA DICE NO!
Dopo quarantanni dall'omicidio del marito John Lennon, per l'ennesima volta, Yoko Ono esprime il suo no per il rilascio in regime di libertà vigilata, dell'assassino Mark David Chapman. E' l'undicesima volta che Yoko, con determinazione e irremovibilità, esprime il suo diniego perché l'uomo resti in carcere senza godere di alcun beneficio. Tutto ciò nonostante il colpevole, in questo lungo tempo, si sia ravveduto e pentito del ferale omicidio. La corte america prende atto e continua a tenere in galera Mark rimettendosi alla decisione della moglie di John. Il difensore cerca disperatamente di far uscire il suo protetto, ma Yoko come più volte ribadito e scritto alla Corte, non intende essere affatto clemente e quindi l'uomo continuerà a chiedere la sospirata libertà vigilata nel 2022, come da legge americana. Non è vendetta, non è cattiveria e non è cuore duro e anima indifferente, Yoko non si arrende e la Corte si rimette a lei: non intende far venire meno i principi e la pena meritata per un assurdo omicidio, quindi la pena resta giusta e compatibile senza sconti e senza perplessità. Penso in questo momento al nostro paese: quanti casi portati avanti per omicidio e colpevoli beneficiati per errori riguardanti l'iter processuale, cavilli della difesa che ci campa sui dettagli, e soprattutto parenti mai soddisfatti per le pene comminate e per le decisioni prese con molta leggerezza e che sono volte sempre o quasi, al garantismo, alla bonaria comprensione. I parenti sbraitano per ottenere giustizia: hanno perso un loro caro ma non frega niente a nessuno, conta l'imputato che venga favorito a scapito di quel "giustizialismo" spesso controverso, discusso con pregiudizi e con mala fede di chi arditamente tiene a favore dell'imputato. Conta il pseudo recupero del reo non la pena del colpevole. Ecco perché da noi, i più sono fuori o godono di grandi libertà, mentre i parenti sono sempre a lamentarsi di questa giustizia che naviga a naso, procede con le sue interpretazioni fasulle e capace di mettere gli italiani, gli uni contro gli altri.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |