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NON E' BELLO CIO' CHE E' BELLO MA...

Post n°3657 pubblicato il 29 Agosto 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Dalla "Treccani", definizione di bellezza: "L’essere bello, qualità di ciò che è bello o che tale appare ai sensi e allo spirito". Ho voluto proporvi la definizione per parlarvi di questa modella o mannequin, come dicono quelli che parlano bene, e affrontare quindi una tremenda e perniciosa consuetudine che in momenti particolari come questi ultimi anni che stiamo vivendo, è ormai una patologia cronica che etichetta i nostri interventi, spesso pregiudizievoli e buttati giù senza alcun criterio. Sempre per citare quelli che scrivono bene e per essere "up to the date", l'argomento che sto per introdurre è lo "body shaming", ossia, deridere o sfottere qualcuno che non corrisponda ai canoni di bellezza. La donna è Armine Harutyunyan di origini armene, 23 anni ed è una delle 100 modelle più sexy al mondo secondo il parere di Gucci per cui Armina sfila. Poiché di lei si parla sempre più spesso, la rete e i social stanno imparando a conoscerla sempre più: la giovane donna  è sotto attacco virale perché il suo volto non corrisponde ai canoni di bellezza di cui parlavo poco più su. Non vi racconto le decine e decine di insulti espressi nei suoi confronti, addirittura siamo alle polemiche verbose e cattive tra i favorevoli e gli sfavorevoli. Tanto per mettere alla prova i maschietti, gira una domanda in rete: "Tu usciresti a cena con Armina?". Credo che ormai siamo all'apice delle contumelie e del disprezzo; eppure nel lungo tempo, la moda si è adeguata cercando di non tralasciare nessun soggetto alternativo. In principio erano le donne senza alcuna imperfezione, statuarie e belle rispettando l'unico canone disponibile al momento. Poi, qualcuno cominciò a far polemiche, a rendersi conto che di donne diverse in passerella non se ne vedevano: grassottelle (curvy), con la vitiligine, addirittura con handicap e altro ancora: gli stilisti volevano accontentare tutti e per farlo diversificarono il campionario ormai stantio e superato. Le abbiamo viste sfilare tutte le donne nel campo della moda, senza limiti di età e di bellezza o bruttezza come in questo caso specifico. Gucci la ritiene sexy, molti in rete la ritengono poco adatta alle sfilate e non la giudicano assolutamente bella. Una guerra senza esclusioni di colpi, una lotta che pone in evidenza come il popolo degli odiatori mediatici, si espande a vista d'occhio e prolifera manifestando la propria contrarietà con basse insinuazioni e battutacce poco apprezzabili. Qualcuno ha messo in dubbio che possa essere una donna, poi sulla sua origine armena hanno ricamato sulla etnia esprimendo le proprie basi razziste veicolando solo commenti pessimi. Foscolo scriveva: "La bellezza è una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani". Ma in questo caso siamo proprio a fare i censori molesti e seriali a prescindere dalle effettive condizioni di giudizio. Insomma, la domanda è solo una e vale non solo per il caso che stiamo affrontando, bensì riguarda tutti i naviganti e i frequentatori dei social  e della comunicazione: "Con quale diritto e autorità si scatenano con insulti pesanti, offese gravi e apprezzamenti disdicevoli?". In fondo il diritto di parlare e scrivere lo abbiamo tutti, quindi asserire che Armina sia poco bella o brutta, non è vietato. Pertanto non siamo ai confronti leciti così come spesso avviene (la modella conta oltre 37 mila follower su Instagram), ciò che sia inaccettabile sono gli insulti e le offese gratuite e pervicaci. Vale sempre la frase: "Se non sei desiderabile per un uomo, allora non lo sei affatto"? Eppure mi sembrava fosse stato superato questo stadio irrazionale e poco edificante. Mi fermo qui e mi permetto ancora una citazione: "La bellezza non sta nella cosa guardata, ma nello sguardo". (G. Gade)

 
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