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GIOVANI RAMPANTI E...DEMAGOGHI

Post n°2552 pubblicato il 17 Ottobre 2017 da monellaccio19
 
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Ammettiamolo: siamo circondati! Allegoria pertinente che con la vittoria di Kurz in Austria, ci fa sentire a disagio per le situazioni politiche che vanno conformandosi in Europa. Una destra che è intransigente, specie sulle invasioni  degli  extracomunitari, un nazionalismo esasperato richiesto dalla gente che si sente tradita dai soliti partiti  politici che da anni assumono posizioni ormai insopportabili, induce a scegliere il populismo facile e accattivante. Ora l'est Europa, il più restio e il meno propenso a prendersi la "rogna" dei rifugiati, respira perché un giovani rampante abbia preso il potere in Austria. Sono questi giovani o relativamente tali, che destano preoccupazione: partono favoriti, sono attivissimi e volenterosi, parlano come parla la gente comune. Il segreto del populismo è proprio questo. Solo che poi, quando sono al traguardo e vincono la gara, devono sedere sulla poltrona di comando e devono dimostrare la loro capacità di saper conciliare le parole dette in libertà mentre correvano e la responsabilità nell'attuazione pratica delle promesse fatte. Puigdemont in Catalogna, per esempio, è un cattivo esempio di come non si dovrebbe agire: da capopopolo ha messo insieme i sui fidati accoliti e con le promesse demagogiche ha mosso la gente che crede ciecamente nella divisione della loro regione dal potere centrale spagnolo. La vedono come l'Eldorado, sognano ad occhi aperti credendo in chissà quale sostanziale mutamento. Non andrà così e sono già in difficoltà per la loro improvvida sortita in avanti. Come altri da noi, improvvisano sperando di riuscirci ma non funziona quasi mai. Adesso deve dare risposte certe il caporione e i due mesi richiesti per riflettere non servono alla Spagna: poco tempo per ammettere di aver sbagliato altrimenti scatterà la legge nr.155 e saranno problemi grossi. Tra l'altro la maggioranza dei catalani non è per la divisione. Alla luce di questi avvenimenti, il 22 p.v. ci sarà un referendum per Lombardia e Veneto che chiedono più indipendenza da Roma. Anche questo un buon motivo per meditare: pochi comprendono che le divisioni non portano a nulla, è il momento di stare uniti, tutti insieme e lavorare per un continente europeo forte, saldo e con una politica unitaria. Solo così si vince tutti. Improvvisatori, demagoghi, populisti, giovani rampanti, siano più ragionevoli nelle loro pretese: il mondo non ruota attorno a loro!

 
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