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Ci voleva una guerra per farci scoprire che esistono gli ucraini...

Post n°2125 pubblicato il 02 Marzo 2022 da massimocoppa
 

CI VOLEVA UNA GUERRA PER FARCI SCOPRIRE
CHE ESISTONO GLI UCRAINI...

Contrariamente a quanto va dicendo la maggior parte dei media, degli osservatori e degli uomini politici che fanno riferimento al conflitto in Ucraina, non è vero che è scoppiata una guerra in un Paese europeo per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale.
È sconcertante constatare come persino gli addetti ai lavori abbiano la memoria corta. Cos’è stato il conflitto nei Balcani negli anni Novanta del secolo scorso, allora? Ed anche lì abbiamo avuto una potenza regionale aggressiva, la Serbia, che oltretutto era anche filorussa sin dalla prima guerra mondiale…
E tuttavia, in effetti, è vero che quanto sta accadendo in Ucraina ci coinvolge molto di più di quello che successe in Bosnia e dintorni, benché fossero regioni molto più vicine a noi.
Probabilmente accade per un fatto di vicinanza psicologica e fisica, nel senso che ormai la comunità ucraina è talmente numerosa e salda, in Italia, che la percepiamo finalmente come elemento del mondo a noi circostante. Chi non conosce un ucraino? Fanno spesso i lavori più umili e quasi sempre sono donne: muratori e badanti, ma anche braccianti e mogli.
Adesso molti di noi hanno pena per l’Ucraina perché hanno pena per questa umanità che frequentiamo, anche solo per necessità, e di cui scopriamo improvvisamente la fragilità e la sensibilità.
Ci voleva un’aggressione armata da parte della Russia per ricordarci che gli ucraini non sono degli automi votati solo al lavoro e ad essere sfruttati, non sono solo alcuni tra i tantissimi immigrati che vivono e lavorano in Italia, ma sono degli esseri umani, dei poveri Cristi che vivono lontano dalla loro patria e dai loro cari.
Scopriamo improvvisamente che hanno figli, fratelli, genitori, mariti, mogli. Vediamo i loro visi turbati, li scrutiamo mentre cercano di decifrare le notizie dei telegiornali italiani o passano ore sui loro cellulari guardando le news emesse dai media del loro Paese martoriato.
Proviamo pena nel vederli smarriti, incerti, preoccupati, sconvolti: proprio loro, gli ucraini, che ci erano sempre sembrati rocciosi, coriacei, specie le donne, ottimisti, pieni di speranza, spesso dalla risata contagiosa e rumorosa.
Se ci voleva una prova del fuoco per scoprire che, effettivamente, come loro hanno sempre detto, gli ucraini sono europei e vogliono esserlo, questa è giunta ora.
Ha fatto benissimo il Parlamento europeo a votare per l’ammissione dell’Ucraina nell’Unione Europea. Ma naturalmente ci vorrà tempo. Sono meccanismi lunghi. La cosa scandalosa è che il voto del Parlamento europeo non è vincolante per la Commissione, cioè il governo europeo, come ci hanno tenuto subito a precisare nonostante la buona disposizione del capo dell’esecutivo, Ursula von der Leyen.
Questo la dice lunga sul livello di democrazia rappresentativa in Europa. Dove si è visto mai, in una democrazia, che il governo possa fregarsene del voto del parlamento?! Purtroppo questo è un vecchio vulnus della comunità europea: non esistono ancora gli “Stati Uniti d’Europa” ed il resto va di conseguenza.
Una cosa è certa: tutte le intenzioni di Putin stanno fallendo, tramutandosi anzi nel risultato opposto. Ce n’è abbastanza per distruggere un uomo politico.
Voleva minare il nazionalismo ucraino, ed ha ottenuto una fiammata di orgoglio che sta affratellando tutti gli ucraini, anche quelli filorussi.
Voleva accorpare l’Ucraina alla Russia, e scopre che appena il 45 per cento dei suoi connazionali è d’accordo con il fine ed ancor meno accetta i metodi.
Voleva umiliare l’Europa e ne sta provocando la coesione e la promozione ad attore mondiale, capace anche di prendere la decisione di inviare armi e munizioni alla resistenza ucraina, oltre che votare compatta per durissime sanzioni.
Voleva sbeffeggiare la NATO, da anni in crisi di vocazione, ed ha fatto capire in un attimo che essa è ancora necessaria: oggi come ieri; anzi, forse più di ieri.
Pensava di maramaldeggiare sul mondo occidentale, dimenticando che il bilancio russo per gli armamenti è un decimo di quello americano (e già questo dovrebbe farci riflettere), ed invece ha rianimato un presidente americano, Biden, in disastroso calo di consensi dopo la vergognosa fuga dall’Afghanistan.
Pensava che il mondo avrebbe lasciato correre, ed invece non si è mai avuta una tale reazione unanime contro Mosca, a partire dalle più pesanti sanzioni mai adottate nella storia.
Pensava di poter usare ancora il ricatto del gas e sta provocando la frenetica ricerca di fonti di approvvigionamento alternativo.
Pensava di chiudere la partita ucraina in 48 ore, e si sta impelagando in una guerra di logoramento, perché non può semplicemente radere al suolo Kiev e le altre città: non siamo in Cecenia negli anni Novanta. L’Ucraina è piena di giornalisti e cellulari con fotocamera, non è possibile calpestare i diritti umani oltre ogni limite anche se, nelle ultime ore, pare che Putin abbia proprio deciso di farlo.

 
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