salsedine del sogno
i pensieri sanno nuotare nella libertà di un mare senza nome
« melma | niente » |
Post n°1464 pubblicato il 26 Maggio 2012 da maresogno67
Fa piacere alle mafie di ieri e di oggi sapere che non c’è posto dove mettere i rifiuti, più se ne parla e più loro si fregano le mani.
Ma dei rifiuti umani che ne facciamo? Quelli proprio rifiutati, cassaintegrati, disoccupati, esodati, invalidi con l’accompagnamento ma ancora non “pronti” per andare a miglior vita, i morti ammazzati dalle stragi per sempre impuniti, i morti delle guerre come i bambini trucidati oggi in Siria…l’elenco è lunghissimo.
Dove li mettiamo questi rifiuti? Chiudiamo un occhio e tappiamo la bocca?
"Silence of the Lambs" questa foto appartiene a Separate Sky |
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Siamo fatti per accettare e finiamo purtroppo per essere accettati. Vi ricordate cos'è l'accetta?
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E mi viene in mente Vite di scarto del sociologo Zygmunt Bauman che definisce le persone in “esubero”, proprio così: rifiuti umani.
Sostiene Bauman: “ ogni atto di progettazione e realizzazione di un’opera prevede la selezione di una parte e lo scarto di un’altra. Nel caso della società moderna, si scartano uomini. Il progresso economico esige lo smaltimento di quelle occupazioni che non rispondono più a standard crescenti di redditività. L’urgenza perenne di nuovi sistemi di produzione esclude e rende obsoleti quelli convenzionali, espellendo così chi li rappresenta”
Una volta si pensava a riciclarli con quel “bel” metodo che si chiama colonizzazione, ma oggi che quel metodo si è esaurito e resta il quesito, rimanendo nella metafora, come smaltirli?
"I campi profughi, rifugi temporanei per le vittime di guerre, dai quali non c’è uscita; gli iper-ghetti delle metropoli americane dove si rinchiude la popolazione povera di colore (rifiuti locali) da tenere a bada; i nuovi ghetti delle città europee dove limitare l’esistenza degli immigrati (rifiuti importati); le carceri, sempre meno atte a rieducare e sempre più a isolare e rinchiudere; i Centri di Permanenza Temporanea; e infine le guerre tribali e non senza regole e limitazioni sono i moderni metodi di smaltimento."
Del resto a questo ci hanno abituati gli stati che, in favore del progresso economico, hanno smantellato con il welfare ogni possibile ancora sociale. E quindi che altro possono fare per placare le ansie dei cittadini, se non dirottarle altrove, su obiettivi precisi e controllabili?
Rifugiati, immigrati e rifiuti umani vari si prestano bene allo scopo divenendo, da moniti di sventura, minaccia da cui difendersi e garantendo al tempo stesso una nuova giustificazione all’esistenza di stati forti: la difesa dell’incolumità fisica dei cittadini dotati di diritti e la sicurezza dei loro beni.
Come uscirne?
Questa è la scommessa dell’umanità di domani.
La soluzione che sceglieremo determinerà l’evoluzione o l’involuzione della nostra civiltà.
Buona domenica!
Un abbraccio grande!
virgola
god recycles
mIS^