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borsh

Post n°134 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da lightdew

Il viaggio ci porta per strade difficili. Attraversiamo uliveti antichi, e finalmente arriviamo a Borsh.
Ci fermiamo in un locale costruito lungo il corso di un torrente, refrigerandoci. Il luogo è fantastico, ma tu, da speleologo nell’anima, giustamente innoridisci per gli abbellimenti ai muretti fatti con le stallatiti. I tavolini sono esterni, vicino alle cascate formate dal torrente. Intorno muschi e licheni, delizia di greggi di pecore e capre scacciate dal proprietario che si ritrova suo malgrado a fare da pastore e da guardia… qualcuno arriva fino a lì per prendere l’acqua, più su un asino si abbevera..
Decido di andare a fargli una foto; sorrido pensando alla condivisione dell’acqua tra animali e uomini, e penso alla concessione lasciata dall’asino a quelli che più sotto berranno insieme all’acqua, parte della sua saliva… sorrido al non saper guardare più in alto della solita visuale… sorrido per quelli che non sanno ancora di esser liberi di spaziare… e di decidere la posizione dopo aver avuto la visione più ampia…
Arrivo dall’asina, una meravigliosa ciucchina, non più tanto giovane. Il suo proprietario, un vecchio pastore con un cappello a frontino con la scritta FBI, mi sorride e mi offre la possibilità di salire in groppa al suo asino. Gli dico di no, ma lui insiste. Gli dico di no in tutti i modi, mento dicendo pure che ho paura, alla fine dico che non capisco la sua lingua, perchè sono italiana.
Non l’avessi mai detto: chiama un ragazzino che parla malissimo l’inglese e insieme iniziano a spiegarmi la Storia.
Durante la seconda guerra mondiale un medico di Trieste venne in Albania. Una gran brava persona che aiutò tutto il paese e, nel momento del bisogno, il nonno del pastore nascose nella sua casa l’amico italiano. Negli anni a seguire rimasero molto amici, il medico ritornò a vivere nella sua città, ma un paio di volte riuscì a rientrare anche in Albania a far visita a quelli che gli salvarono la vita. Ora il pastore non ricordava il nome e l’indirizzo del medico, il nonno era morto e lui stesso aveva molti anni, ma il ricordo di questa amicizia così grande gli era rimasta nel cuore, tanto da fargli amare tutto quello che arrivava da quel paese tanto amico.
Mi commuovo e non mi stupisco più delle coincidenze; gli chiedo se vuole una foto e lui felice prepara l’asina, si sistema il cappello, l’abbraccia e fiero si mette in posa, sorridendo.
Scatto, ma la mia commozione è forte…
Gli chiedo dove posso mandargliela, mi risponde imbarazzato che lui non ha un’ indirizzo.
Faccio finta di nulla, e tranquilla gli chiedo solamente il suo nome, dicendogli che la farò arrivare al locale del torrente a nome suo.
Non smette di ringraziarmi ed insiste per farmi cavalcare la sua asina…sorrido, dico di no e ringrazio, facendogli credere d’aver paura, e forse era proprio così, oppure solo rispetto per quel povero animale , per evitargli di dover sorreggere il mio peso…
Allora lui mi ricambia, con tenerezza un sorriso e mi fa una carezza sul viso…faleminderit…un altro grande dono del mio Viaggio…


lightdew

 
 
 
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