Creato da lightdew il 06/06/2007

emozioni

dell'anima

 

 

« Francamente FrancoUn silenzio assordante »

Promettimi

Post n°1282 pubblicato il 26 Agosto 2021 da lightdew
 


foto lightdew   

 

 

 

 

 

 

 

In un periodo di grande sofferenza   mondiale c'è ancora chi prende il largo dai guai e magari si lamenta anche credendo che la paura sia solo quella di una piccola scaletta.

foto lightdew

 

 

 

 

 

 

 

 


Attraverso la dimostrazione di una grande amicizia, sono stata invitata a trascorrere insieme alla mia famiglia, una settimana di vacanza a bordo di una barca a vela da regata. Da mesi ero piena di timori causati da precedenti esperienze dove il finale era la rottura di rapporti amichevoli, o ancor peggio, liti furibonde familiari. Il mio carattere è schivo come la mia terra. L'empatia, quella vera, è con pochi. Amo il silenzio ed i miei momenti.

Avevo paura di questo e di molto altro ancora: cose banali, come il mal di mare, i movimenti impacciati di un corpo fuori controllo e non da ultimo lo spauracchio della improbabile risalita dal mare. Paure svanite ben presto, dissolte come la foschia in un terso giorno di sole. Gli amici degli amici si sono rivelati persone splendide, così come l'ospitalità ricevuta da una moglie fuori tempo nel rendere l'ospite onorato d'esser servito. L'amico poi ha saputo donare ben più di un'esperienza, ma tutto quello che io non ho mai ricevuto nella mia vita.

Una settimana a vela, cos'è in fondo?

Dipende. Se ci vai in crociera può risultare un viaggio vacanza, se ci vai con amici velisti, appassionati davvero, diventa un tutt'uno con il vento.

Il vento.

Questo amico ben conosciuto e rispettato, al punto da fermarsi per attenderlo o evitarlo.

Il vento questo cugino dell'ovest che non si conosce ma in fondo è di famiglia.

Il vento che agita i pensieri ma ti culla nel ventre della noce.

Il vento che non ti permette di muoverti quando si bolina. Il vento che ti blocca puntato quasi in posizione eretta e che ti porta avanti e indietro dalla terra ferma all'isola.

Il vento che porta il sorriso sui volti e alla fine arriva fino al tuo, nell'ultimo giorno, giorno nel quale sei riuscita finalmente a distenderti un pò ed a prendere confidenza con quello che accade.

Vento che ti soffia il mare addosso ma spesso ti impedisce l'immersione in esso. Vento beffardo; che rompe il cimino e salva i figli pesci.

Vento che inietta adrenalina nel sangue dei velisti che non riescono a quietarsi e ammainano vele e le ripiegano e le dischiudono e sollevano ancore e le riprendono dal mare. Vento che soffia da dietro la montagna che qui siamo sicuri, ma poi forse non tanto.

Vento che si alza di notte e non permette il sonno. Vento che accarezza il volto di donne innamorate che assecondano i giochi. Vento che sfianca e che ristora, che ti dice quando mangiare e quando smettere. Vento che ti obbliga a danzare, continuamente.

Vento che quando non c'è si rimpiange nel consumo a motore di lacrime d'energia che non è pulita. Vento pulito, che non inquina. Vento di amicizie intime e profonde, dal sapore del mare e del rum. Vento di osservazione e di silenzio.

Vento, altro, che mi aspetta a casa.

Vento che spinge il mondo, quello che vive e quello che sopravvive. Vento di mancanze e di partenze. Vento buono, stavolta. Vento di Madonne che proteggono e vento che ti allontana da orribili e continue notizie del mondo, spingendoti su un mare senza approdo sull'isola che non c'è.

Vento verso e vento contro.

Vento che stringe i nodi.

Vento che sarà sempre e per sempre.

 

Grazie

 

 


 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963