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Francamente Franco

Post n°1281 pubblicato il 18 Maggio 2021 da lightdew
 

Ho pianto.

Non credevo l'avrei fatto. Non piango più da tempo, neppure per chi di più caro ho vicino a me. Figuriamoci se avrei mai pensato di poter piangere per te.

Non eri il mio cantante preferito, ma eri nel cuore, forse più di altri.

La prima volta che mi è stato offerto di venire a sentirti, ho rifiutato.

Eri all'inizio di quello che sarebbe divenuto il tuo grande successo, quello di cui non ti vantavi mai.

Ho rifiutato perchè non eri il mio preferito. Allora non ti capivo, e maggiormente perchè erano anni di gioventù con poca libertà e andava dosate per le cose che io reputavo importanti, sicuramente tu non lo eri per me, non allora.

Mi aveva invitato un caro amico, quello che poi sarebbe divenuto mio marito. Per lui si che eri importante e per lui sei rimasto tale fino ad oggi ed oltre ancora.

La prima volta che ignara ti avrei conosciuto, ho invitato io mio marito a teatro, forse per restituire un invito disatteso.

I posti erano belli, ed alla fine dello spettacolo si poteva anche accedere ai camerini. Allora si poteva ancora, sapendosi muovere per il teatro ed il teatro, quel Teatro con le Stelle, era da sempre casa per me.

Avevo comperato un tuo libro e qualcos'altro ancora. Ricordo che mio marito era stupito nel trovarsi di fronte a te, mentre uscivi dal camerino per venire a salutarci. Due tuoi ammiratori, non giornalisti, ma soltanto due comunissimi ammiratori.

Tu, uscisti dal camerino con un sorriso che mi conquistò. La tua musica avevo iniziato a comprenderla fin troppo bene, ma la tua aura era lucente. E' stata quella che mi conquistò.

Gentile, sorridente, propositivo, accogliente. Quasi timido, sicuramente umile, di quella umiltà che moltiplica la grandezza.

Ho balbettato due parole di complimenti, che tu hai tacciuto subito. Mio marito è accorso in mio aiuto con la sua conoscenza musicale del tuo percorso. Conoscenza che io non avevo del tutto ed in fondo, il concerto era un regalo per lui. Con il libro in mano, ti osservavo, meravigliata del mio impacciamento e tu, prendendomelo di mano, mi hai chiesto come mi chiamassi e me lo hai dedicato. Ero talmente emozionata che non ho pensato di dirti di scriverci il nome di mio marito e non il mio. Una disattenzione che ancor oggi mi costa un rimprovero anche se lo comprendo.

Ci sono state altre volte, tante altre volte.

TI abbiamo cercato anche nel nostro viaggio in Sicilia, ma quella volta non era destino e siamo arrivati fino al Vulcano, per trascorrere una notte di Capodanno in compagnia di una volpe. Le rocce di pietra lavica nere accoglievano la dolce neve mentre sulla città volavano fuochi di festeggiamenti che apparivano da lontano come bombardamenti rosso sangue. Forse per questo non c'eri. Sicuramente uno spettacolo così non ti appartiene.

Sei stato oggetto di grandi dialoghi e discussioni filosofiche e mistiche con persone ricche di cultura e di sensibilità, che mi hanno dato modo di arricchirmi, in conoscenza ed amicizia.

Ti ho visto succederti sul palco nello scorrere degli anni, e l'ultima volta è stato molto faticoso per te, per me, per noi, per tutti.

I ringraziamenti li tagliavi tutti. Il tuo era un saluto alla tua gente in un tributo alla carriera. Finito il concerto scappavi per recuperare le forze e tutti noi si restava imprigionati alle poltroncine, sperando di rivederti ancora.

Volevo dirti grazie.

Imprigionata nella mia poltroncina, attonita, ascoltando il tuo misticismo poetico e musicale, voglio dirti grazie dal profondo del cuore.

Oggi piango per te, ma in queste lacrime c'è un dolore che mi circonda così grande da venir fuori solamente con la dolcezza di questa musica.

So che la libertà si raggiunge solamente con la purezza ed io ti vedo libero.

Quando sarà il mio momento vorrei potermi sentire così libera anch'io.


Ciao Franco

 


 
 
 
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