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...fini la comédie

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I miei miti...Renato Zero.."Nei giardini che nessuno sa"

Post n°678 pubblicato il 15 Luglio 2014 da zeno1949
 

Ciao a tutti..come credo tutti saprete, amo quel fantastico poeta che è Renato Zero...stasera vorrei proporvi un suo brano che trovo straordinario nel testo e nel suo significato intrinseco...un tema molto attuale e sentito dall'artista, che attraverso le parole, esprime tutto il suo amore e la sua grande sensibilità per questo mondo spesso ignorato e dimenticato..un messaggio di speranza per queste persone così fragili e sole... In questo bellissimo video, Renato ci regala una grande interpretazione con una forte carica emotiva, supportato da una stupenda coreografia con bravissimi ballerini e da un pubblico che lo segue entusiasta e che canta spesso con lui..

"Senti quella pelle ruvida.
Un gran freddo dentro l'anima,
fa fatica anche una lacrima a scendere giù.
Troppe attese dietro l'angolo,
gioie che non ti appartengono.
Questo tempo inconciliabile gioca contro di noi.
Ecco come si finisce poi,
inchiodati a una finestra noi,
spettatori malinconici,
di felicità impossibili...
Tanti viaggi rimandati e già,
valigie vuote da un'eternità...
Quel dolore che non sai cos'è,
solo lui non ti abbandonerà mai, oh mai!"

Con queste parole, Renato ci parla di un tipo d'amore diverso, l'amore per le persone più deboli. La canzone è dedicata infatti ai diversi, agli inabili, agli anziani, agli emarginati, ai dimenticati in case di cura o cliniche, che trascinano la propria vita anziché viverla. È un testo di rara bellezza, che inizia descrivendo la situazione di una persona probabilmente colpita da una malattia grave, che pian piano si consuma, una persona "inchiodata ad una finestra" dalla quale è diventata "spettatrice" della sua vita, di una felicità divenuta ormai impossibile. Il dolore fisico è onnipresente e sicuramente non andrà mai via, eppure si legge dalle parole che c'è ancora voglia di vivere, ma purtroppo non è più possibile fare miracoli.

"E' un rifugio quel malessere,
troppa fretta in quel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli,
adesso non più.
Non dar retta a quelle bambole.
Non toccare quelle pillole.
Quella suora ha un bel carattere,
ci sa fare con le anime."

"Ti darei gli occhi miei,
per vedere ciò che non vedi.
L'energia, l'allegria,
per strapparti ancora sorrisi.
Dirti si, sempre si,
e riuscire a farti volare,
dove vuoi, dove sai,
senza più quel peso sul cuore. Nasconderti le nuvole,
quell'inverno che ti fa male.
Curarti le ferite e poi,
qualche dente in più per mangiare.
E poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora.
Dimentica, c'è chi dimentica
distrattamente un fiore una domenica
E poi... silenzi. E poi silenzi....silenzi!"

Il ritornello della canzone è una chiara dichiarazione d'amore: Renato Zero centra in pieno il significato dell'amore e della speranza, sogna di vedere questa persona ancora correre e ridere, e quel desiderio di farla vivere è così forte che donerebbe occhi e denti, per farla sorridere e mangiare, e addirittura "nasconderebbe le nuvole", affinché la luce del sole brilli ancora una volta su quel viso.


"Nei giardini che nessuno sa
Si respira l'inutilità.
C'è rispetto grande pulizia,
è quasi follia.
Non sai come è bello stringerti,
ritrovarsi qui a difenderti,
e vestirti e pettinarti si.
E sussurrarti non arrenderti
nei giardini che nessuno sa,
quanta vita si trascina qua,
solo acciacchi, piccole anemie.
Siamo niente senza fantasie."

"Sorreggili, aiutali,
ti prego non lasciarli cadere.
Esili, fragili,
non negargli un po' del tuo amore.
Stelle che ora tacciono,
ma daranno un senso a quel cielo.
Gli uomini non brillano
Se non sono stelle anche loro.
Mani che ora tremano,
perché il vento soffia più forte...
non lasciarli adesso no
che non li sorprenda la morte.
Siamo noi gli inabili,
che pure avendo a volte non diamo.
Dimentica, c'è chi dimentica,
distrattamente un fiore una domenica
e poi silenzi. E poi silenzi....silenzi!"

Eppure, c'è gente che "dimentica", dimentica i sorrisi, dimentica le gioie, lasciando spazio soltanto ai "SILENZI"... Quei silenzi che fanno male al cuore e strappano lacrime di malinconia, per le quali c'è solo un barlume di salvezza, un unico spazio nel quale rifugiarsi: "i giardini che nessuno sa". A me piace pensare che questi giardini siano una specie di "paradiso dei sognatori", dove l'artista può ritrovarsi con queste persone abbandonate ed emarginate oppure con i bambini afflitti da gravi malattie, a cui sembra anche poter essere dedicata questa canzone. Egli grida forte il bisogno che c'è di fantasticare, guai ad abbandonare le proprie fantasie, si rischia di cadere in quei silenzi e poi si dimentica.... ci si dimentica che l'amore è speranza e la speranza dà la vita!

Credetemi, ogni volta che riascolto questa "poesia", mi vengono i brividi e come si suol dire "la pelle d'oca"... è un'emozione vera e forte che mi prende nell'anima e ho voluto condividerla con voi....grazie a tutti...con affetto.....Enzo





 
 
 
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