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...fini la comédie

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Un omaggio a Liliana ..e a Napoleone nell'Isola d'Elba..

Post n°639 pubblicato il 04 Maggio 2014 da picciro
 

 


Cara Liliana..Amici miei carissimi..
approfittando del bicentenario del soggiorno di Napoleone nell'isola d'Elba..e per fare un omaggio a te, carissima padrona di questa deliziosa casa, vengo a voi, questa volta, tra le note della Storia!

L'isola d'Elba è nota, in Italia e nel mondo, per le sue bellezze e per i minerali che si trovano nel suo sottosuolo. Ma la notorietà dell'isola è legata anche ad un nome: Napoleone Bonaparte...
....e anche per essere la Terra di Liliana!!



L'Elba ha rappresentato per Napoleone un esilio breve, dorato sotto molti aspetti. Vi ha soggiornato, per altro regnandovi, per meno di un anno, tra il 1814 ed il 1815, fuggendone poi, ed andando così incontro alla sua Waterloo e all'assai peggiore esilio a Sant'Elena, in mezzo all'Atlantico. All'Elba, Napoleone arrivò agli inizi di maggio del 1814. Prima per lui c'erano state la disastrosa Campagna di Russia, la sconfitta a Lipsia...Lui, un personaggio che cambiò le sorti e la storia del mondo e cambiò totalmente anche quell'isola..

Ripercorrendo la linea del tempo a ritroso...

Il trattato di Fontainbleau assegna a Napoleone l'Isola d'Elba come principato e, nell'aprile del 1814, arriva un dispaccio da parte del Ministro della guerra Dupont al Signor Generale Dalesme comandante dell’Isola d’Elba:
"Vi prevengo signore che gli avvenimenti sopraggiunti nel governo francese sono stati la conseguenza dell’abdicazione di Napoleone Bonaparte (sotto stato di costrizione), per l’avanti Imperatore dei Francesi, al quale voi consegnerete la piazza di Portoferraio al momento del suo disbarco in quest’isola."



Napoleone, in virtù di quel trattato, diviene proprietario dell'Isola e deve restarci tutta la vita; il suo successore sul trono di Francia si obbliga a versargli ogni anno due milioni di franchi; l'Europa si impegna a difenderlo contro qualsiasi tentativo di rapimento e gli permette di costituire una guardia per la propria difesa. Non gli resta che scegliere i quattrocento uomini di questo battaglione e incamminarsi con loro verso il nuovo destino.
Dalesme, ricevuto quel dispaccio, preoccupato per la reazione degli elbani, arrivò ad intimare la consegna di tutte le armi. Lo stesso Napoleone arrivato in rada il 3 maggio sulla fregata "Undaunted" agli ordini del comandante Usher, non è sicuro dell’accoglienza che lo attende. Si fa precedere da un proclama alla popolazione e l’invio della bandiera da lui stesso progettata, bianca con banda rossa, ispirata alla bandiera mercantile granducale, a cui furono aggiunte tre api dorate.

  Questa bandiera è ancora oggi l’emblema dell’Elba, ed è quindi la più duratura ed evidente orma lasciata dal passaggio di Napoleone.



Anche la coccarda francese verrà sostituita con un'altra con i nuovi colori.

 E il 4 maggio 1814...

La fregata l'Undaunted (ironia della sorte..L'Intrepido) entra nella foschia, che incombe sul mar Tirreno..

E l'Isola d'Elba appare!  Con i gomiti sul parapetto, Napoleone ed il suo seguito la osservano ingrandire. Da due giorni onde gigantesche hanno scosso la fregata. Oggi il mare si riposa ed il vento è così calmo che il vascello avanza con lente bordate. La testa coperta con un berretto da marinaio, che contrasta comicamente con la sua uniforme verde di colonnello dei Cacciatori, Napoleone scopre poco a poco le montagne del suo regno. "Bah! mormora, somiglia alla Corsica!"
Infine l'Undaunted a tribordo, costeggia l'isola d'Elba nel lato più lungo. Dopo circa un'ora, accosta a destra e si dirige verso un golfo il cui versante sinistro, in rapporto alla nave, forma una punta proiettata verso il mare aperto. I viaggiatori passano a babordo per contemplare questo braccio di terra che forma, con il sole, un concerto di picchi rossi


e arrotondati, picchiettati di verde, di rocce nere e rosa alla cui base schiumano le onde formate dalla prora della fregata inglese. In cima ad un massiccio impressionante, una strana fortezza continua il suo riposo secolare; costruita dagli etruschi, saluta l'Imperatore dall'alto dei suoi quattrocento metri e dei suoi tremila anni. Sorge dietro il paese, separata dal mare da due vallate senza alberi, senza abitazioni e dall'aspetto quasi lunare che scendono scoscese nell'acqua.
Poi, poco a poco, le pareti si appiattiscono e agli occhi dei naviganti si presenta un orizzonte di verdi colline ed anche, in una lontananza che lentamente si riduce, qualche fattoria e tre villaggi offerti allo sguardo come piccoli plastici. A destra appare, nell'aria traslucida, una specie di tronco di cono dove occhieggiano dei tetti rossi e delle fortificazioni dentellate.
- Portoferraio! annuncia il capitano Usher.



La nave segue la sua rotta. A prua, l'Imperatore e i suoi fedeli sgranano gli occhi. Lo spettacolo è magnifico. A tribordo, Portoferraio si manifesta con i suoi bastioni fortificati e le sue strade a scalinata dove spuntavano aloe e palme giganti. I viaggiatori avevano l'impressione di risalire un fiume che si restringeva di minuto in minuto. A sinistra della praterie boscose ricordavano la Normandia. A destra una fila di agavi si allineava come enormi carciofi lungo una muraglia gigantesca, nuda e senza aperture sopra la quale sventolava, come un gran pavese, biancheria multicolore stesa fra le feritoie. Guardando davanti a loro, vedevano le montagne al centro dell'isola. Un po' nere, un po' violette, costituivano un fondo a decoro selvatico impressionante e maestoso.
La gola attraversata dall'Undaunted si allarga bruscamente: la fregata entra in un lago interno e gli esiliati non sapevano più dove posare i loro occhi.



Napoleone sbarca e gli elbani lo accolgono con entusiasmo. Lo sbarco avviene sul molo di fronte alla Porta a mare; gli vengono consegnate le chiavi della città dal Maire Traditi

                       (Sbarco di Napoleone sull'Isola d'Elba)

che, assieme alle autorità, lo accompagna alla Pieve dove fu celebrato il Te Deum dal Vicario generale dell’isola, monsignor Arrighi. Dopo aver alloggiato per qualche giorno negli scomodi locali della Biscotteria, sede dell’amministrazione, Napoleone decise, per il suo alloggio, di ristrutturare alcuni edifici amministrativi e di vario uso, situati tra il forte Stella e il forte Falcone, l'attuale complesso della Villa dei Mulini. 
Secondo le parole del canonico Vincenzo Paoli, la posizione non poteva essere più felicemente scelta. Di fronte, Portoferraio, l'ampia rada, la spiaggia, i monti che la inghirlandano; a sinistra il canale di Piombino e le coste italiche; alle spalle, il mare libero, ampio, sfumante a perdita d'occhio nel lontano orizzonte: ai due lati, vigilanti come due sentinelle in difesa dell'ospite glorioso, i due forti giudicati allora inespugnabili: la Stella e il Falcone. Oltre tutto questo, una pace, un silenzio solenne, una diffusa luminosità di cielo e di mare .

                                       (Villa dei Mulini)

 Abiterà al pianterreno e nel salone situato al piano superiore. Nel piccolo teatro adiacente si giocherà a carte e una piccola orchestra con due cantanti animerà le serate a cui parteciperà la borghesia locale. Verranno organizzate con molto successo anche alcune feste pubbliche come quella che si svolse il 16 agosto e che comprendeva una corsa di cavalli, un ballo pubblico e fuochi d’artificio.
 
L’Imperatore si alza molto presto, fa colazione e si mette di nuovo a letto, poi fa una passeggiata a cavallo, al ritorno dà udienza ai visitatori.
Consuma a mezzogiorno un pasto semplice, in cui abbondano le verdure e, dopo pranzo, si ritira a leggere. Nella sua biblioteca figurano soprattutto trattati di agricoltura e uno studio sullo sfruttamento delle miniere.
Nel pomeriggio, come è sua abitudine passa molto tempo nella vasca da bagno, immerso nell’acqua molto calda. Tra le 4 e le 5 inizia il suo giro di visite e ispezioni nel resto dell’isola, spesso rientra con il suo canotto. Cena alle sei con Madame Mère Letizia e con Pauline, sua sorella che lo raggiungerà a metà novembre. Ci sono quasi sempre degli invitati membri della sua piccola corte, visitatori, talvolta il colonnello Campbell, il commissario inglese incaricato di sorvegliarlo. La serata si conclude generalmente con una partita a carte con la madre e i pochi intimi.
Il dottor Foureau de Beauregard lo visitava ogni mattina.
L’Imperatore soffriva infatti di attacchi di vomito e di eruzioni cutanee a cui non dava gran peso. La popolazione è affascinata dal nuovo sovrano e dal suo intenso attivismo Napoleone si occupa di tutto, dai cani randagi all’igiene pubblica, alla costruzione di nuove strade che permettano il passaggio delle carrozze. Nelle sue scuderie ci sono 10 cavalli da sella, 48 da traino, 27 vetture diverse. Accompagnano l’Imperatore, nelle sue sortite, 5 uomini armati a cavallo. Come residenza estiva verrà riadattata una casa nella vallata di San Martino, nelle vicinanze di Portoferraio ma, a causa del clima troppo caldo, Napoleone vi soggiorna solo nei periodi più freschi. Nei pressi, venne impiantata una piccola fabbrica di vetro e ceramica che dà risultati assai modesti. Il clima di Madonna del Monte, nei pressi di Marciana, si rivelerà più salubre ed è qui che riceverà con discrezione Maria Waleska e suo figlio giunti sull'isola per pochi giorni. Napoleone, che non è nella posizione di inimicarsi il suocero, l'Imperatore d’Austria, spera sempre in una visita di Maria Luisa, la sua seconda moglie.
In attesa di una pensione che non arriverà mai, l’Imperatore può contare solo sulle magre entrate dell’isola. Il suo progetto di creare degli altiforni all’Elba, si rivelerà impraticabile. In compenso, si approprierà del ricavato delle miniere, che era appannaggio della Legion d’Onore. Riscuotere le imposte dovute dai sudditi elbani non è facile. Nel caso del comune di Capoliveri, ci vorrà l’intervento dei militari. Al momento della partenza le sue riserve personali sono notevolmente diminuite e lascerà molti debiti e il ritardo o il mancato pagamento delle paghe saranno causa di disordini e diserzioni tra i soldati, alcuni dei quali verranno puniti con il confino a Pianosa, che Napoleone tenta di colonizzare. Il mantenimento dell’esercito è oneroso ed è giustificato solo dalla paura di un rapimento per mano dei suoi molti nemici, poiché i pirati nord africani effettuavano alle volte, incursioni sull'Isola con il proposito di razziarvi donne e bambini. La presenza di Napoleone avrebbe potuto incitarli a rapirlo per ottenerne un riscatto.
Lo stato maggiore di Napoleone è composto da Bertrand, ministro dell’Interno e degli affari civili, da Drouot governatore dell’isola, mentre Cambronne è il comandante della Guardia. Ogni decisione però è presa dall’Imperatore in prima persona. Il porto di Portoferraio conoscerà un’insolita animazione, l’afflusso di forestieri che desiderano conoscere l’Imperatore è notevole, gran quantità di mercanzie e viveri sono necessarie per il sostentamento della corte e dei militari e a Portoferraio molti potranno trarne profitto. 
L’Imperatore si comporta come se dovesse restare per sempre all’Elba ma, avvisato che il Congresso


                                    (Il Congresso di Vienna)

adunato a Vienna dal 1° di novembre, si propone di confinarlo altrove, sta meditando la fuga confidando, una volta sbarcato in Francia, nell’aiuto dell’esercito che in gran parte gli è rimasto fedele.
Napoleone lascia quindi segretamente l’Elba, il 26 febbraio 1815, dopo un ballo di Carnevale dato al Teatro dei Vigilanti, che si era fatto ricavare dalla sconsacrata chiesa del Carmine e che è tutt'ora il teatro elbano.

                                  (un particolare del teatro dei Vigilanti)

L'eredità Napoleonica, all'Elba, è rappresenta soprattutto da due Musei, nei due edifici che furono le sue residenze: Villa dei Mulini (quella cittadina, nel centro storico di Portoferraio) e Villa San Martino (la più grande, immersa nel verde, ad alcuni chilometri dal capoluogo isolano in direzione Procchio - Marina di Campo).

                                   (Villa San Martino)

Nel lascito Napoleonico all'isola vi sono anche dipinti e libri.
Da quel giorno del 1814 al 26 febbraio del 2015 Napoleone fu l'Imperatore dell'isola, sulla quale visse realizzando opere che ancora oggi rimangono a testimonianza dello straordinario amore di questo grande uomo per l'Elba!

E gli elbani sono rimasti molto legati a Napoleone. Ogni anno viene celebrato il 5 maggio con una messa, presso la chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio, in suo omaggio.

 

 
(chiesa della Reverenda Misericordia)



A tracciare quella linea degli accadimenti che chiamiamo Storia..ci sono stati, e ci saranno, percorsi che viaggiano in parallelo..quello degli avvenimenti eclatanti, in ogni loro espressione..e quello di tutto ciò che sta dietro..che non fa rumore ma che incide..viaggiando silenziosamente..segnando il corso del tempo.. Di ogni tempo! Come un iceberg che impatta nell'atmosfera dell'Universo...
 Nella chiesa dove Napoleone si ricorda ogni 4 di maggio, è iscritta una poesia..vi riporto lo stralcio finale:

Oh caducità dei troni
Oh volubilità della gloria della fortuna
Oh verità di ogni umano disegno.
       

e col Manzoni:

  Ma..fu vera gloria? 

Ai posteri l'ardua sentenza!


                                                  rosa                             

 
 
 
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