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Cronaca di un pontificale

Post n°843 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da vocedimegaride

...rovinato dai cattocomunisti

Atto I: il 2 settembre 2008, il Vicario generale della Curia di Verona, Monsignor Giuseppe Pellegrini, verga a mano, su carta intestata della Curia, l’incarico a Monsignor Juan Rodolfo Laise, già Vescovo argentino di San Luis, ad amministrare le Sante Cresime secondo il rito antico in Verona, presso la chiesa di Santa Toscana, in occasione della Messa  Pontificale per il Beato Imperatore Carlo d’Asburgo; le funzioni sono fissate per domenica 19 ottobre 2008; Monsignor Laise vive attualmente presso il convento di Padre Pio, di cui è da sempre devoto, in San Giovanni Rotondo ed è spesso chiamato in varie diocesi del mondo, di recente anche per le ordinazioni sacerdotali presso il seminario internazionale di Wigratzbad, in Baviera.
 Atto II: tre giorni prima del Pontificale il quotidiano L’Arena, per la penna di Enrico Santi, già corrispondente dell’agenzia cattocomunista Adista, intraprende una feroce campagna diffamatoria contro il Vescovo Laise: mescolando fonti indirette, inverificate e parziali, L’Arena accusa S. Ecc.za Laise (che non ha nessuna condanna, né processo sia in sede civile che canonica a suo carico) di legami con i militari argentini, al tempo in cui i montoneros, le Brigate Rosse di lì, insanguinavano il Paese, quasi fosse una colpa non aver approvato il terrorismo; fra le imputazioni de L’Arena a S. Ecc.za Laise anche quella di essere contrario alla comunione nella mano e di credere nell’origine divina dell’autorità legittima, secondo l’insegnamento della Santa Chiesa.
Atto III: l’articolo fazioso e irresponsabile di Enrico Santi conduce a immediate conseguenze sul piano dell’ordine pubblico; per Centri Sociali e ultrasinistra extraparlamentare è una manna avventarsi contro i tradizionalisti e infatti preannunziano azioni davanti a S. Toscana contro le Cresime; Monsignor Bruno Fasani, direttore dell’ufficio stampa della diocesi, scrive un vergognoso comunicato stampa in cui dimostra di non sapere neppure dell’autorizzazione scritta data dalla Curia a Monsignor Laise circa le Sante Cresime e il Pontificale per Carlo d’Asburgo; Fasani smentisce ciò che la Curia stessa aveva consentito, dice che le Cresime erano autorizzate, ma non Monsignor Laise (e chi mai può conferire il Sacramento della Confermazione, se non un Vescovo?); dichiara che il Vescovo di Verona non conosce S. Ecc.za Laise e, anziché difendere un Vescovo cattolico, lo scarica indegnamente, mostrando di credere alle infamie gettategli contro dalla sinistra.
Atto IV: Una Voce Verona, associazione organizzatrice del pontificale e che promuove la liturgia latino-gregoriana, smentisce le falsità contro Mons. Laise, ma L’Arena pubblica scorrettamente non più di un periodo del comunicato di rettifica; in un incontro col Vescovo di Verona, che avviene nel primo pomeriggio di venerdì 17 ottobre, chiede al Presule di difendere l’onore di Mons. Laise non solo in privato, con gli organizzatori del Pontificale e con lo stesso Vescovo argentino che sarebbe stato ricevuto in udienza l’indomani, bensì sulla stampa; si trattava, in sostanza, di mettere una toppa al mare di sciocchezze e di cattiverie scritte da don Fasani e dai giornalisti suoi sodali; Mons. Zenti e Mons. Pellegrini, Vicario generale, assicurano che dirameranno subito questo comunicato; Una Voce Verona s’impegna a rassicurare Mons. Laise.
Atto V: il comunicato “riparatore” promesso dalla Curia non vede mai la luce o, comunque, non perviene ai giornali, né appare sul sito della diocesi, dove troneggia invece quello precedente del Fasani; la Curia insomma non se la sente di smentire lo smentitore Fasani; Mons. Laise, pressato dal Superiore dell’Ordine cappuccino, ispirato (è lecito supporre) dalla Curia scaligera stessa, decide di non venire più a Verona, adducendo motivi di salute e, del resto, quale Vescovo sarebbe mai venuto a Verona, vedendosi così malamente difeso?; L’Arena, nella sua nuova veste di militante dell’ultrasinistra, il 18 ottobre riprende con enfasi trionfale il disgraziato comunicato del Fasani, mettendo in forse persino le Sante Cresime per accrescere il panico tra i fedeli; comunisti e cattocomunisti possono menare festa, grazie a chi, avendone il dovere, non ha avuto la fortezza necessaria nel difendere né un confratello Vescovo, né la causa cattolica; nel frattempo, nella notte fra il 17 e il 18 ottobre, la solita manina vandalica della sinistra antagonista fa sparire, fuori dalla chiesa di Santa Toscana, il manifesto che annunciava la celebrazione col Vescovo Laise.
Atto VI: la Curia di Verona, per “riparare”, incarica il Vescovo emerito di Scutari, in Albania, che ha patito il carcere comunista, che ha sempre celebrato l’antica Messa latina e che risiede a Verona, di amministrare le Sante Cresime col rito antico e di officiare il Pontificale per il Beato Imperatore Carlo d’Asburgo, in Santa Toscana, come previsto, domenica 19 ottobre 2008, alle ore 10.30.
 Il Presidente UNA VOCE – Verona prof. Maurilio Cavedini
www.unavoceverona.it 

(in foto: Chiesa di Santa Toscana (secolo XII), presso Porta Vescovo a Verona. Interno)

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Commenti al Post:
terranuova0
terranuova0 il 18/10/08 alle 20:37 via WEB
Spesso, anzi sempre, scambiano Dio per Io poichè la differenza sta in una "D" che se isolata può dare origine ad un'iniziale di demonio che unita al pronome Io facilita un nuovo termine da contrappore a Dio. Se da una parte vi è Dio, dall'altra vi è il demonio che sposa la persona che l'accoglie ovvero D(emonio)+ Io. In nome di questo demonio-io si scatenano le ambiguità di persone che pur partendo dall'apparente unità di credere in Dio in realtà credono in due diverse figure. Questo è l'inizio delle guerre, questo è l'inizio di Adista, rivista che conosco e che non approvo, non perchè cattocomunista, essendo io un socialista, anomalo ma socialista! ma che non approvo poichè confonde la lotta partigiana di chi vuole rendere tutto accettabile e "cristiano" verso chi ha un proprio modo di concepire il cristianesimo, magari diverso dal nostro ma pienamente legittimo e valido. Cristo è venuto per TUTTI, anche per Pinochet, lo scopo di Gesù è portare la salvezza a TUTTI gli uomini, per cui anche se un tal monsignore o vescovo avesse parlato con Hitler, la cosa sarebbe legittima e cristiana poichè bisogna che la parola di Dio sia manifestata a TUTTI. Chi fomenta odio non è cristiano!!! Immaginate Gesù se invece di parlare e di MANGIARE con i farisei li avesse presi a pedate o a manganellate...sicuramente avrebbe preparato un mondo pieno di odio. Non si è obbligati ad essere cristiani; se si professa il cristianesimo bisogna parlare a tutti. Nel 1989 ho creato presso l'Ansaldo di Napoli un gruppo di apostolato che ora è guidato da don Tonino Palmese, sacerdote molto conosciuto, ebbene allora io ero un dirigente della UILM, il sindacato metalmeccanico socialista. Per potere parlare a tutti ho lasciato la carica sindacale e da allora non svolgo più incarici sindacali!!! Si può essere comunista, fascista, socialista, liberista...ma lontano dalla Chiesa...molto lontano...Grazie Marina per questo articolo che ci fa riflettere e piena solidarieta al Vescovo. Antimo Ceparano
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/10/08 alle 19:17 via WEB
AGGIORNAMENTI:----------------------------------Il quotidiano L’Arena e la proprietà transitiva Non solo di religione, seppure snaturata in senso progressista, ma anche di logica matematica si occupa L’Arena, quel fior di quotidiano, che trae il proprio nome non dal celebre anfiteatro romano, bensì dall’omonima loggia massonica ottocecentesca. In un articolo di mercoledì 22 ottobre, siglato dalla nobile penna di b.pi. (Bonifacio Pignatti per i profani) si dà conto della solidarietà manifestata dall’associazione Padania Cristiana a Una Voce per l’indegna campagna di stampa lanciata dal giornale L’Arena, dalle sinistre cattocomuniste e da Mons. Bruno Fasani (addetto stampa della Curia di Verona) contro la visita nella città scaligera di S. Ecc.za Rev.ma Mons. Juan Rodolfo Laise, Vescovo emerito di San Luis, in Argentina, fatto oggetto di una campagna diffamatoria prodotta o avallata dai soggetti sopraindicati. Senza prove, in assenza di ogni condanna o processo in sede canonica e civile, il prelato argentino è stato condannato a priori da questi Soloni privi di alcuna tribuna morale per catoneggiare ed è stato costretto ad assentarsi da Verona, dove avrebbe dovuto amministrare le Sante Cresime secondo il rito antico e celebrare un solenne pontificale in Santa Toscana, in onore di Carlo d’Asburgo, ultimo Imperatore d’Austria e Re del Lombardo-Veneto, venerato dalla Chiesa come Beato. I fedeli veronesi sentono il bisogno di ringraziare sentitamente il cronista de L’Arena Enrico Santi, già in forza alla cattocomunista agenzia Adista e il Fasani, degl’insulti scagliati davanti alla chiesa contro il Vescovo Zef Simoni, chiamato dalla Curia a sostituire Mons. Laise, da un drappello di assatanati dei Centri Sociali, nonostante la loro manifestazione fosse vietata. I bambini cresimati ringraziano profondamente dei cartelli insultanti, delle uova lanciate, delle urla alla fine di una cerimonia, ch’era stata in sé straordinariamente bella e solenne, ma deturpata da questa tribù di galantuomini. Ringraziano di essere stati accompagnati sacramentalmente da questi bei figuri, quasi angeli (o dèmoni) custodi fin dentro la chiesa, dove il massiccio quanto inutile schieramento delle forze dell’ordine li ha lasciati entrare indisturbati. Ma torniamo a L’Arena. Con un folgorante sillogismo partorito dalle sue fervide meningi, b.pi. applica la seguente proprietà transitiva a quanto accaduto domenica scorsa davanti a Santa Toscana. Il ragionamento, anzi il paralogismo funziona più o meno così: se A è prossimo a B e B è prossimo a C, anche A sarà prossimo a C. Tradotto: Padania Cristiana ha espresso solidarietà, con diversi distinguo, agli organizzatori della Messa pontificale per Carlo d’Asburgo; ma poiché sul sito di Padania Cristiana compaiono links che rimandano a siti d’ispirazione fascista, anche chi ha organizzato il pontificale in questione e il Vescovo chiamato a celebrarlo debbono essere fascisti. Ecco la prova che Monsignor Laise ha simpatie di destra. In realtà la causa dell’odio cattocomunista contro di lui, come ha detto egli stesso al Vescovo di Verona Zenti, è soltanto la sua irriducibile, inflessibile avversione alla nefasta teologia della liberazione, che vorrebbe unire Chiesa e comunismo, “religione” professata da parecchi preti diocesani. Non osiamo domandare a b.pi. cosa avrebbe dedotto se fosse stata Rifondazione Comunista a esprimere solidarietà ai tradizionalisti cattolici: saremmo divenuti tout court comunisti anche noi o addirittura fiancheggiatori delle Brigate Rosse? Potenza della proprietà transitiva! Di più: se applicassimo noi a L’Arena la medesima proprietà? Se dicessimo che, siccome Enrico Santi è colluso con gli ambienti cattocomunisti e sono pure note le simpatie sinistrorse del Bonifacio Pignatti, il giornale L’Arena, annoverandoli tra i suoi redattori, è comunista? Di più: in Argentina, negli anni ’70-’80, si contavano giornalmente a centinaia le vittime e le stragi d’inermi cittadini, i mitragliamenti dei commissariati e quant’altro prodotti dai montoneros (le Brigate Rosse di lì, mille volte più efferate). Che risponderebbe L’Arena se la dicessimo collusa con costoro, a causa degli articoli di Santi, Pignatti & company, sempre in forza della medesima proprietà transitiva? La verità è che, siccome L’Arena sa di essersi comportata malissimo (assieme a Fasani) con S. Ecc.za Laise e con i tradizionalisti cattolici, sentendo la coda di paglia per quanto avvenuto domenica innanzi a Santa Toscana, cerca ora di giustificare la propria indegna campagna denigratoria con espedienti di tal genere e rovescia le sue responsabilità sui tradizionalisti stessi. Non servirà. Ha abbracciato una causa troppo impopolare. I veronesi hanno già capito quanto sia screditata la posizione di chi ha voluto infangare Mons. Laise in forza di un verdetto, frutto solo di pregiudizio e di malafede. E hanno anche capito chi, in campo ecclesiastico, l’ha per debolezza abbandonato all’odio delle sinistre, pur avendo, come suo confratello Vescovo, il preciso dovere morale di difenderlo. Il Presidente prof. Maurilio Cavedini
 
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