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Napolitani e Tiro...LESI

Post n°842 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Patty Ghera


Torno volentieri sul tema della religiosità. So che voi napoletani mi capite, basta osservare le vostre tradizioni. Dovete sapere che il vostro senso della religiosità e dell'appartenenza è molto simile a quello di un popolo lontano geograficamente da voi, un popolo in cui ritrovo molte caratteristiche comuni quali, appunto, la fede e il senso di appartenenza. Si tratta del popolo tirolese. Lo amo e lo conosco bene. Mio marito è per metà austriaco. Mia suocera è nata nel 1914 quando c'era ancora l'Austria felix di "Cecco Beppe" e Sissi, viveva in quelle terre di confine che, in seguito ai due conflitti mondiali, hanno avuto una storia lunga e sfortunata. I potenti a tavolino, tracciarono una riga di confine, e la famiglia di mia suocera si ritrovò, dall'oggi al domani, ad essere italiana, a dover parlare una lingua sconosciuta, a vedersi cambiare il cognome di famiglia. Un po' come successe a voi all'indomani dell'Unità d'Italia..
Andreas Hofer rappresenta un mito in tutto il Tirolo, un eroe che ha combattuto per la libertà da guardare con rispetto ed ammirazione, l’eroe dalla lunga barba che ha pagato con la vita il prezzo per cercare di liberare la sua terra dal potente e dispotico invasore francese Napoleone.
Sui libri di scuola, dalle elementari in poi, quando si tratta di studiare le gesta di Napoleone, si notano imperdonabili lacune che riguardano le insorgenze anti-francesi e anti-giacobine verificatasi non soltanto in Tirolo ma in tutta la penisola.  Penso ai Sanfedisti, al “Viva Maria” toscani, alla controrivoluzione in Emilia Romagna (nei Ducati Padani e nelle Romagne dei Papi), alle Pasque Veronesi e, per tornare in Tirolo, al celebre episodio di Caterina Lanz, la contadina di Spinga, che nel 1797 si oppose con il forcone dinanzi alla porta della chiesa del paese ai francesi profanatori e fu l’animatrice della resistenza dei suoi compaesani all’invasore. Ancora oggi le vetrate della chiesa rappresentano il suo gesto eroico. 
Mi riferisco, in particolare, al periodo che va dal 1796 al 1810 e che riguarda, appunto, gli avvenimenti del Tirolo che terminarono con la morte, per ordine di Napoleone, di Andreas Hofer. Mi stupisco che eventi storici così importanti vengano difficilmente ricordati ed una storia appassionante come quella dell’insurrezione tirolese sorvolata.
Quando Napoleone tolse il Tirolo all’Austria per darlo alla Baviera, i tirolesi, capeggiati da Hofer, insorsero. I motivi dell’insurrezione furono diversi: l’ingiustizia dell’abolizione degli statuti di autonomia, il trattamento inumano subito, l’introduzione di funzionari amministrativi stranieri corrotti, la spartizione del Tirolo in tre province, ma la motivazione principale fu la negazione della religiosità da parte degli invasori. L’esercito casereccio di Hofer, con i suoi Schutzten, si oppose a tutto questo e tenne testa a quello di Napoleone sconfiggendo il nemico in varie occasioni (Vipiteno, Innsbruck, Bergisel) ma alla fine Hofer, tradito per danaro, fu catturato il 27 gennaio del 1810 in un rifugio fra le montagne della Val Passiria. Ed il 20 Febbraio di quell’anno, dopo un processo farsa, è stato fucilato a  Mantova dall’esercito di Napoleone. Lo stesso condannato ha dovuto gridare “fuoco” da tanto il comandante il plotone di esecuzione non aveva  cuore di farlo.
La caratteristica che più salta agli occhi nella vita di Hofer è la sua fede cristiana così autentica da condizionare tutta la sua vita, da far sì che il vento dell’illuminismo, profondamente in contraddizione con la religiosità vissuta dai tirolesi, facesse insorgere l’intero popolo contro l’invasore francese che voleva cancellare tradizioni, usi e costumi ma soprattutto la fede.
Ancora oggi passeggiando per strada se incontriamo un tirolese, dopo un aperto sorriso sentiamo dire “Gruss Gott” che significa Sia lodato Gesù Cristo. Ad ogni angolo di strada e perfino nei boschi ci sono crocifissi e immagini sacre ad illuminare il cammino di questo popolo.
La storia di Hofer  è piena di esempi che confermano l’autenticità della sua fede e il suo retto e cristiano stile di vita. Quando era tenuto prigioniero a Mantova, durante la notte, i fumi dell’esalazioni di una stufa stavano facendo morire i suoi carcerieri che avevano perso conoscenza e, se lui non fosse intervenuto, sarebbero sicuramente morti. Avrebbe potuto fuggire ma il senso cristiano  l’ha fatto agire per salvare la vita di quei soldati. La sua vita per il suo Tirolo, è morto da eroe per quella terra tanto amata che doveva appartenere al popolo tirolese. E’ interessante notare che è stato un Papa a ricordare l’insurrezione tirolese mossa soprattutto da fini religiosi: Giovanni Paolo I quando era ancora patriarca di Venezia. Andreas Hofer, oste di professione, montanaro, generoso d’animo, capo militare arguto e innovativo, rimane ancora oggi il simbolo della identità e dell’autonomismo delle genti del Tirolo. Indubbiamente la figura di Napoleone trova molti riscontri nell’immaginario collettivo, non a caso i manicomi sono pieni di matti che credono di essere Napoleone. Tuttavia l’idea che Napoleone rappresenta è malvagia e demoniaca e non merita, a mio avviso, da parte della storiografia ufficiale, quegli elogi e quei riconoscimenti che gli vengono attribuiti: è un mito da sfatare e da rivedere con obiettività. Per contro Andreas Hofer, relegato ingiustamente al ruolo di capobanda o, al massimo, di ribelle capo di ribelli, merita di essere collocato nella sua giusta luce e cioè quella di eroe che ha lottato fino alla morte per la sua heimat.
Quando vado a Innsbruck mi reco volentieri nella Hofkirke, la cattedrale, sulla tomba di Hofer dove riposano tutti i grandi dell’Impero Asburgico. Una tomba per l’eroe tirolese con la scritta alla base: “Per Dio, per l’Imperatore, per la Patria”.
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 Le "ragazze Wittelsbach" (Sissi futura imperatrice d'Austria, prima a sin. e Maria Sofia futura regina delle Due Sicilie, penultima a ds.), ritratte in famiglia nella ridente Possenhofen
 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
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Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
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