Blog
Un blog creato da vocedimegaride il 09/11/2006

La voce di Megaride

foglio meridionalista

 
 

UN MUSEO NAVALE STORICO PER NAPOLI

FIRMA E DIVULGA LA PETIZIONE
 
www.petitiononline.com/2008navy/petition.html 

UN MUSEO NAVALE STORICO PER NAPOLI

"mamma" della MARINA MILITARE ITALIANA


 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FAMIGLIE D'ITALIA

"ARGO" (dim.di LETARGO) il caporedattore de "LA VOCE DI MEGARIDE"/blog, coraggioso foglio indipendente, senza peli sulla lingua... ne' sullo stomaco!
ARGO

Il social family project di Umberto Napolitano
http://famiglieditalia.wordpress.com/

 

IL BLOG DI ANGELO JANNONE

LE NOSTRE VIDEO-NEWS

immagine
L'archivio delle video-news e delle interviste filmate per "La Voce di Megaride" è al link http://www.vocedimegaride.it/Fotoreportages.htm

********* 

 

SFIZIOSITA' IN RETE

 Il traduttore online dall'italiano al napoletano
http://www.napoletano.info/auto.asp

*********

Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
immagine

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 23
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

AREA PERSONALE

 

 

« CONTRADA: LO VOGLIONO MORTO!IL GRANDE ASSENTE »

Partecipazione del Comitato Bruno Contrada al Forum de L'Opinione

Post n°830 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di seguito pubblichiamo la relazione a cura del Comitato Bruno Contrada, presentata stamane nell'ambito dell'affollato Forum delle associazioni liberali del centro-destra presso la sede romana de L'Opinione in via del Corso, a cura della signora Maria Venera, portavoce e membro attivo del Comitato BRUNO CONTRADA Napoli. Si precisa, avendo preso visione di alcune imprecisioni su comunicato-stampa, che la suddetta relazione è stata stilata dal Comitato Bruno Contrada e non è assolutamente dichiarazione autografa del nostro beniamino, come erroneamente riportato da alcune fonti, dal momento che  il prefetto Contrada è ristretto ai domiciliari e non è in grado di rilasciare dichiarazioni di sorta a chicchessia.

Impiegherò il breve spazio di tempo che mi è concesso per ricordare e trattare, sia pure in modo conciso e sintetico, uno dei casi giudiziari più eclatanti e inquietanti che ha occupato le cronache giudiziarie negli ultimi venti anni: la vicenda CONTRADA. BRUNO CONTRADA, nato a Napoli il 2 settembre 1931, uomo dello Stato che lo Stato ha servito in tutta la sua vita. Ufficiale dei Bersaglieri a ventenni. Funzionario di Polizia nei cui ranghi ha percorso la carriera dal grado iniziale di vice commissario a quello finale di Dirigente generale. Negli ultimi dieci anni di servizio, dal 1982 al 1992, funzionario del Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica (S.I.S.D.E.), raggiungendo nell’organismo il grado di v.capo reparto. Nella sua lunga carriera ha ricoperto in Sicilia e a Roma impegnativi, prestigiosi ed elevati incarichi: 14 anni alla Squadra Mobile di Palermo, dal 1962 al 1976; quale dirigente delle sezioni “volante”, “catturandi”, “investigativa”, “antimafia” e, infine – negli ultimi 4 anni – dirigente della Squadra Mobile. Poi, sei anni, dal 1976 al 1982, capo del Centro Criminalpol per la Sicilia Occidentale. Successivamente, dal 1982 al 1986, Capo di Gabinetto dell’Alto Commissariato per la lotta alla mafia e contemporaneamente coordinatore dei Centri S.I.S.D.E. della Sicilia. Infine, dal 1986 al 1992, a Roma, alla Direzione del SISDE, con alti incarichi nei settori operativi. Nell’espletamento degli uffici ricoperti ha compiuto infinite e rilevanti operazioni di polizia, specie nel campo della lotta alla mafia. Ha conseguito innumerevoli riconoscimenti dai vertici dell’Amministrazione per i risultati conseguiti: 60 circa dalla Polizia e quasi 100 dal SISDE. Si è occupato, con totale dedizione, abnegazione, spirito di sacrificio, elevata professionalità, gravi pericoli di vita, dei crimini più eclatanti, cruenti e terribili perpetrati dalla organizzazione criminale mafiosa siciliana. Ha riscosso sempre il plauso, l’elogio, l’apprezzamento, la fiducia incondizionata dei vertici degli organismi di polizia e di sicurezza nell’ambito dei quali aveva operato, nonché l’ammirazione dei colleghi e dei subordinati. Ha perseguito per oltre trenta anni, in situazioni difficilissime, tutte le più sanguinarie e agguerrite “famiglie” di mafia di Palermo e provincia, responsabili di innumerevoli, orrendi delitti. Con rigore e inflessibilità ha lottato contro la mafia e i mafiosi, affrontando pericoli di ogni genere. Ciò si evince in modo certo e inequivocabile dai suoi fascicoli personali del Ministero dell’Interno, della Questura di Palermo, del S.I.S.D.E., dell’Alto Commissariato. Alla fine del 1992, mentre era nel pieno della sua attività professionale e al culmine della carriera, nel momento in cui si aprivano per lui prospettive di più prestigiosi ed elevati incarichi negli apparati istituzionali, venne arrestato (alla vigilia di Natale del 1992) su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo con motivazioni basate su accuse manifestamente calunniose di un nugolo di criminali mafiosi pentiti. A questi, poi, si aggiungevano altri “pendagli da forca” che barattarono la libertà, l’impunità, il danaro con altre calunnie. Tutti delinquenti della peggiore risma, mossi anche dall’odio verso il poliziotto che li aveva perseguiti con denunzie e arresti o che aveva perseguito i loro parenti. E affiliati alle rispettive “cosche” mafiose. Calunnie infondate e assurde, senza alcun riscontro, senza alcuna prova. Molte di siffatte accuse sono cadute miseramente nel corso dei successivi processi per la incontrovertibile assurdità e talvolta assoluta “ridicolaggine”. Ma la cosa più grave e inconcepibile non è che dei criminali responsabili dei più efferati delitti si siano determinati a vomitare con pedissequo adeguamento e certi della impunità accuse del tutto assurde contro il poliziotto Contrada, loro acerrimo nemico, ma che ci siano stati dei magistrati che tali accuse hanno poi posto a fondamento del processo e successiva condanna. Non certo tutti hanno però avuto siffatto comportamento. Infatti, c’è stata una Corte di Appello, quella presieduta dal dott. Agnello (la II Sez. della Corte di Appello di Palermo) che ha ribaltato la sentenza di condanna del Tribunale, assolvendo con la formula più ampia (perché il fatto non sussiste) il dott. Contrada. Sentenza assolutoria del 4.5.2001. Ma poi la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza e si è quindi celebrato un altro processo di appello che sulla base dello stesso inconsistente materiale probatorio ha condannato il funzionario. Ma nel nostro ordinamento giuridico non esiste il principio che la condanna deve essere irrogata soltanto quando la colpevolezza risulta “al di là di ogni ragionevole dubbio”? E quale dubbio è più ragionevole del fatto che la stessa Corte di Appello – quella di Palermo -  prima sentenzia: “quell’uomo è innocente e deve essere assolto” e dopo sentenzia. “quell’uomo è colpevole e deve essere condannato”? E’ vero che a giudicare sono stati due collegi diversi ma sempre della stessa Corte di Appello. Come si spiegano e si giustificano due sentenze così contrastanti? Come si spiega poi che i criminali pentiti in un processo siano ritenuti credibili ed attendibili e in un altro processo no? Come si fa poi a provare che siffatti criminali per apparire veritieri abbiano tra loro concordato le accuse onde realizzare la cosiddetta “convergenza molteplice” che, indipendentemente dai riscontri oggettivi, diventano di per se’ prova della colpa? Quale possibilità ha l’imputato innocente di difendersi, dimostrando che gli accusatori hanno concordato le accuse? Nessuna! Ecco perché sarebbe necessaria la costituzione di una Commissione parlamentare che indaghi sulla Gestione dei Pentiti. Non è possibile che la vita e la libertà degli uomini sia affidata alla parola di turpi individui che, non avendo avuto alcuna remora a commettere le più orrende azioni criminali che hanno fatto inorridire il Paese, abbiano poi scrupolo ad accusare falsamente e calunniosamente un innocente! Il pentito è l’arma più pericolosa che la Giustizia maneggia e tale arma dovrebbe essere utilizzata soltanto da uomini dotati di alta professionalità, rigore morale e profonda coscienza. Nel processo di Contrada sono stati creduti soltanto i criminali pentiti che, per la maggior parte, hanno riferito fatti e circostanze di cui non avevano cognizione diretta e personale ma che, a loro dire, avevano saputo “da relato” cioè da altri. Altri, nella quasi totalità morti, e pertanto non in grado di confermare o smentire. Perché sono stati creduti solo i malfattori e nessuna rilevanza è stata data alle innumerevoli testimonianze a favore, di integerrimi uomini delle Istituzioni ricoprenti incarichi di alta responsabilità? Al processo Contrada hanno testimoniato a favore Capi della Polizia, Alti Commissari, Direttori Generali dei Servizi, Prefetti, Questori, Generali ed Alti Ufficiali dei Carabinieri, Generale e Alti Ufficiali della G.d.F., Funzionari di Polizia, della Prefettura e dell’Alto Commissariato, Magistrati, eccetera… Tutti collusi, anche loro, con la mafia, forse? A loro non è stato dato alcun credito, le loro testimonianze sono state disattese, non sono stati ritenuti credibili, attendibili, veritieri! E tutto l’operato trentennale contro la mafia che il dott. Contrada ha opposto “e provato” di aver posto in essere  Quale rilevanza ha avuto? Nessuna. E perché il Dott. Contrada avrebbe favorito la mafia? La sentenza di condanna non l’ha detto, non l’ha indicato. Si è limitata a dire che non c’era nessuna necessità di specificarlo. E ciò perché non poteva asserire che l’avesse fatto per denaro o per paura o per condizionamento familiare o ambientale o per qualsiasi altro motivo. Da tutte le risultanze processuali infatti il Dott. Contrada è risultato essere un funzionario onesto, di modeste condizioni economiche, coraggioso ed incurante del pericolo, senza alcun condizionamento personale, familiare o ambientale.

Infine, per concludere. Per quale reato il Dott. Contrada è stato condannato con la devastazione della sua vita e quella della sua famiglia? Per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Reato che non esiste nel nostro codice penale. Nel nostro codice esiste il reato di cui all’art. 416 bis, cioè l’associazione per delinquere mafiosa puramente e semplicemente. Associazione di cui fai parte o non fai parte. Anche questo argomento dovrà essere oggetto di approfondito esame in una auspicabile riforma della giustizia che dovrà necessariamente essere attuata se vogliamo che il nostro sia uno Stato di diritto a pieno titolo. Noi del Comitato Bruno Contrada chiediamo la revisione del Processo e la Piena Riabilitazione di Bruno Contrada!

Grazie, per la vostra calda accoglienza e condivisione.

 

 Il Comitato “Bruno Contrada” Napoli

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/lavocedimegaride/trackback.php?msg=5576341

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
vocedimegaride
vocedimegaride il 04/10/08 alle 18:43 via WEB
Domenica a Salemi si presenta un libro sul caso Contrada Domenica 5 ottobre alle ore 21,00 nei saloni del restaurato castello arabo-normanno, nell'ambito degli «Incontri letterari» promossi dall'assessorato alla Cultura diretto da Peter Glidewell, sarà presentato il libro dal titolo «Lo sbirro e lo Stato», scritto dal giornalista Lino Jannuzzi e pubblicato per i tipi della casa editrice «Koinè Nuove Edizioni» Alla presentazione parteciperanno, oltre all'autore, il sindaco Vittorio Sgarbi, l'assessore Glidwell, il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e il magistrato Stefano Dambruoso (esperto giuridico presso la Rappresentanza Permanente Italiana dell’ONU di Vienna; è stato per otto anni Sostituto Procuratore della Repubblica a Milano, dove si è occupato in particolare di inchieste sul terrorismo fondamentalista islamico) e il giornalista del «Corriere della Sera» Felice Cavallaro. Scheda sul libro Stravolgente libro-inchiesta sulla sottile perfidia del potere. Il caso Bruno Contrada: quindici anni di persecuzioni e di processi basati soltanto sulle calunnie dei “pentiti”, senza riscontri e senza prove. «La gestione dei pentiti nel nostro Paese è una cosa abnorme, fuori luogo, che ha dato adito a distorsioni terribili... Lo sbirro e lo Stato "getta luce sulle inquietanti vicende e responsabilità che sono alla base del processo Contrada» (Stefania Craxi) L'Autore, ricostruisce con abilità quindici anni di guerra della Procura di Palermo contro i carabinieri: le persecuzioni contro il maresciallo Antonino Lombardo, che si è suicidato, contro il tenente Carmelo Canale, che fu il principale collaboratore del giudice Paolo Borsellino, contro il capitano Giuseppe De Donno, l'uomo di fiducia di Giovanni Falcone, contro il maggiore Mario Obinu, che si recò negli Stati Uniti per interrogare il boss Gaetano Badalamenti, contro il colonnello Carlo Giovanni Meli, collaboratore della commissione parlamentare antimafia, contro il generale Mario Mori e il capitano Sergio De Caprio, il leggendario “capitano Ultimo”, che hanno catturato il capo della mafia Totò Riina
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/10/08 alle 20:30 via WEB
VITTIME DEL DIO DANARO SFRUTTANO IL TABU' CONTRADA...EPPOI DICONO CHE VOGLIONO GIUSTIZIA!!! Contrada/ Associazione familiari Georgofili: giudici favor rei Maggiani Chelli: "Vittime mafia invece hanno rimborsi elemosina bruno contrada torna a casa contrada/ l'ex funzionario sisde: potrò… contrada/ concessi a ex funzionario… Altri Roma, 1 ott. (Apcom) - Bruno Contrada è tornato a casa, mentre le vittime di mafia continuano a non avere nulla per i crimini che hanno subìto. Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell'associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, con una nota, attacca l'ex funzionario del Sisde che ha ottenuto, oggi, dal giudice di sorveglianza di Napoli di scontare gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Palermo. "Vogliamo giustizia, senso di umanità verso le vittime di mafia, da questo Stato che ogni giorno da sempre più motivo di pensare che la mafia ha vinto tutte le sue battaglie", spiega la Maggiani Chelli. Contrada, si ricorda nel comunicato, è stato condannato a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. "Il senso umanitario che pervade le nostre corti di giustizia, consono alle leggi uscite dal Parlamento, è rivolto solo ed esclusivamente verso il reo. E le vittime di mafia combattono ancora oggi per avere giustizia piena". Mentre non c'è nessuna verità sui 'mandanti esterni alla mafia' per le stragi del 1993. Eppoi, continua la Maggiani Chelli, "16 di noi non hanno ancora avuto neppure un centesimo di quanto il tribunale di Firenze ha stabilito con sentenze immediatamente esecutive. Altri come mia figlia, hanno avuto elemosine che non bastano neppure per curarsi negli ospedali italiani, figuriamoci in quelli più all'avanguardia all'estero".
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/10/08 alle 21:05 via WEB
io, se fossi il parente di una vittima della mafia o del terrorismo, mi darei da fare per sondare tutti i misteri italiani e non, a pappagallo, ripetere gli anatemi da abbecedario dell'intruppato! Mah! Non tutti siamo ugualmente sensibili e la globalizzazione ha reso schiavi del potere, del successo e del danaro, per presa posizione, molte menti libere che se desiderano vivere al di sopra delle loro possibilità e meriti, devono comunque far parte del gregge. Che schifo! Meglio pane e cipolla.... e sonno sereno Carmine
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/10/08 alle 09:26 via WEB
Perfetti , asolutamente veritieri , coraggiosi , formidabili gli ultimi tre interventi di Marina Salvadore su questo sito . Anche tutti gli altri erano stati ammirevoli , ma questi tre riassumono in pieno ed esprimono mirabilmente lo stato d'animo di chi , come me , amico di Bruno Contrada da oltre quarant'anni e conoscitore delle incredibili e vergognose vicende che lo hanno distrutto , si rimprovera per non aver fatto niente di concreto in sua difesa , pur avendo la perfetta ed assoluta consapevolezza della sua innocenza e dei gravissimi torti che egli ha subito e continua a subire dal 1992 . Chiunque abbia voglia di capire e di ragionare con la sua testa , senza portare il proprio cervello all'ammasso della "cosa giudicata" e della "Sacralità della giustizia" ( con la "g" molto minuscola ) sappia che tutto quanto racconta Marina Salvadore di Bruno Contrada è assolutamente vero e comprovabile per tabulas . Fino a quando continueranno compiersi misfatti a suo danno , come continua ad avvenire , avremo ragione di vergognarci di essere italiani . Mario Pezza
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/10/08 alle 16:51 via WEB
Marina, potresti fare l'avvocato difensore del Generale. Saresti di sicuro all'altezza. Patty Ghera
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/10/08 alle 16:36 via WEB
Contrada/ Gip dice 'no' archiviazione sua denuncia per calunnia Domani in Cassazione la richiesta di revisione processo postato 6 ore fa da APCOM ARTICOLI A TEMA contrada/ legale, quadro probatorio è… contrada/ l'ex funzionario sisde: potrò… mafia: concessi a contrada domiciliari… Altri Palermo, 6 ott. (Apcom) - Il capo dei Gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, ha rigettato la nuova richiesta di archiviazione delle indagini della Procura sull'esposto-denuncia presentato da Bruno Contrada, l'ex numero tre del Sisde condannato in via definitiva a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ne da notizia il difensore del funzionario di Polizia, l'avvocato Giuseppe Lipera. Il Gip ha fissato un'udienza camerale alla quale Bruno Contrada potrebbe decidere di partecipare personalmente. Nell'esposto Contrada ha denunciato condotte diffamatorie e calunniose per screditarlo che sarebbero state tenute tenute da collaboratori di giustizia e uomini delle forze dell'ordine. Domani e dopodomani, intanto, la Corte di Cassazione deciderà sui ricorsi presentati dalla difesa di Contrada volti ad ottenere la revisione del processo ed il differimento della pena. Per fare il punto sulla situazione, questo pomeriggio nello studio catanese dell'avvocato Lipera si terrà una conferenza stampa.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/10/08 alle 20:53 via WEB
CE LO ASPETTAVAMO! Roma - La quinta sezione penale della Cassazione ha detto no alla revisione del processo a carico di Bruno Contrada, l’ex funzionario del Sisde condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La Suprema corte ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla difesa contro l’ordinanza con cui, lo scorso febbraio, la Corte di appello di Caltanissetta aveva respinto l’istanza di revisione avanzata da Contrada. La decisione della Cassazione I giudici di appello, avevano ritenuto "insussistente l’ipotizzata inconciliabilità", sollevata dalla difesa, tra la condanna a Contrada e le assoluzioni, per analoghi reati, di Giulio Andreotti e Corrado Carnevale. Inoltre, la corte nissena aveva sottolineato come fosse tutt’altro che provata la "completa, totale e generale non credibilità dei collaboratori di giustizia nel procedimento a Contrada", ipotizzata nell’istanza di revisione. Anche la nuova documentazione presentata dalla difesa, secondo i giudici d’appello, era inammissibile. Anche il sostituto procuratore generale della Cassazione Eugenio Selvaggi aveva sollecitato il rigetto del ricorso. L'iter processuale Domani la suprema corte si occuperà di nuovo del caso Contrada: la prima sezione penale, in camera di consiglio, esaminerà il ricorso della difesa contro l’ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza di Napoli, lo scorso 23 luglio, negò il differimento della pena all’ex dirigente del Sisde, concedendogli gli arresti domiciliari, dopo una lunga detenzione nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Negli scorsi giorni, infine, Contrada ha ottenuto di poter scontare i domiciliari a Palermo, mentre in precedenza il tribunale di sorveglianza di Napoli aveva stabilito che tale misura cautelare dovesse essere scontata a Varcaturo, presso Napoli, a casa della sorella.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

immagine

A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

versione integrale

 

DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

immagine

vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
per le foto:
http://www.vocedimegaride.it/html/Articoli/Immagini.htm
per i video:
http://www.vocedimegaride.it/html/nostrivideo.htm

 

VISITA I NOSTRI SITI

 

I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


Il libro del mese:



 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963