MEMORIE DI UNA GEISHA

Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.

 

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un percorso nell'anima

 

 
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2 GIUGNO 2007 – 2 GIUGNO 2014

Post n°774 pubblicato il 30 Maggio 2014 da gameplayer
 

2 Giugno 2007 -2 Giugno 2014 

Il dolore che non ha mai fine … Sette anni, cosa dire di più di quello che nel corso di questo tempo ho già detto? Non passa, non passa mai, ogni evento della vita, mi fa sentire la tua assenza papà, unica consolazione in quest’anima ormai nera è il fatto di ritrovarti nei miei sogni…E non perdere quel dialogo che abbiamo sempre avuto. Ma svegliarsi è durissimo perché la realtà mi riporta all’assenza del tuo abbraccio e alla desolazione di una vita senza ormai un punto di riferimento, un faro, tu, che mi ha sempre illuminato. Sogno il nostro ballo perfetto, i nostri passi che si accordano e di nuovo la mano pesante sulla mia spalla che mi rassicurava. Voglio riproporre qualcosa che  ho scritto qualche anno fa, che più di tutte queste mie parole  fa capire chi tu fossi papà e quanto orgoglio ho di essere tua figlia. Torneremo ad essere insieme, lo so…

 

2 Giugno 2011

 

Non c’è mai fine al dolore sordo che non mi da requie, non c’è mai fine al pianto per l’assenza di te.

Oggi posso togliere la maschera della mia quotidianità, perché fino a ieri non si doveva capire come mi  sentissi… Giugno mese tanto amato ed ora assolutamente odiato.

Negli altri non c’è più comprensione per questo malessere, per questa apatia e stanchezza di vivere, ieri non potevo uscire dal mio ruolo di organizzatrice e coordinatrice del compleanno del coniuge, ma oggi è il mio tempo… tempo in cui posso permettermi il mio dolore… tempo in cui la comprensione degli altri passa in secondo piano.

Chi non ti ha conosciuto papà non può capire perché nessun uomo è confrontabile a te,  chi non ti ha conosciuto non ha potuto sperimentare la traccia che hai lasciato in ogni persona che hai incontrato nella vita.

Come uomo magari anche discutibile, ma come padre hai saputo rendermi la vita una grande avventura, ma ora mi hai lasciato nella jungla dei pericoli da sola e non so se sarò capace ad uscirne.

Ti ho sempre rincorso papà, per cercare di lenire quella mancanza del figlio maschio che denunciavi sempre, perché tu non potessi rimpiangere di averne una femmina, seguendoti in tutte le avventure che affrontavi, perché il tuo dono più prezioso era proprio questo, anche la cosa più banale diventava una stupenda ed irresistibile avventura, perché anche ai tuoi occhi stessi la vita era così.

Tutto si trasformava quando stavamo insieme, anche le banalità più ovvie come il barbecue fatto nel cestello di un lavatrice...

Un Indiana Jones de noantri  con il maraccio in mano a far erba per i conigli…un padre scherzoso e saltellante che inseguiva le lucciole, un nonno amorevole che faceva mangiare i pesci nella sua mano per farli vedere alla nipotina.

Un padre fantastico di cui poter essere orgogliose. Non ci sei più e i colori e l’avventura è andata via, non ci sono più lucciole da guardare trattenendo il fiato sul viale di casa tua, non c’è più quella strada maledetta  su cui non passo più, non c’è più Renato con il quale ci prendevi sempre un po’ in giro, ma che non mancavi mai di regalarci, non c’è più Renata splendido ronzinante che hai reso destriero ai nostri occhi e non c’è più la magia e la dolcezza di quell’abbraccio forte come la roccia.

Non ci sei per vivere insieme la nostra più grande avventura, il rafting come ti avevo promesso, ma non c’è più neanche per me.

Non ci sei più per me e oggi scopro ancora una volta che non c’è nessuno per me… Voglio credere a quella conoscenza virtuale che mi ha detto facendomi il quadro astrale che ho un rapporto speciale con i defunti li percepisco e loro entrano in contatto con me, voglio crederlo fortemente perché allora forse il nostro legame non si è spezzato del tutto. Sì voglio crederlo, anche se questo implica dar credito all’aspetto distruttivo di me che sempre il quadro astrale ha messo in luce, che è  quello del guidare e dell’automobile...Non posso non guidare più ma sarò attentissima quando lo faccio.

Quattro anni papà sono troppi senza te e pochi per non piangere più.

Ti voglio bene e ti aspetto sempre …Torna.”

 
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