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PENSIERI E PAROLE
 

W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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HAI CAPITO LA SIGNORA MARIA?

Post n°330 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da enca4

               Questa mattina alle sette il campanello della mia porta d’ingresso già suonava nervoso. Non immaginavo che, vista l’ora, fosse la mia vicina di casa, la signora Maria (per chi non la conoscesse, ha 80 anni ed è pensionata al minimo. Non raggiunge i 500 Euro al mese di pensione)  Ero sveglio da un po’, ma la mattina mi piace poltrire a letto guardando in televisione tutti i telegiornali possibili e immaginari.

                Ciabattando sono andato ad aprire la porta e, senza darmi il tempo di dire “Buongiorno”, la signora Maria mi fa: “Enrico, il caffè è pronto. A casa mia c’è anche il signor Antonio (altro pensionato, ex artigiano, segretamente, ma poi mica tanto, innamorato della signora Maria). Ti dispiace venire di la perché ti dobbiamo chiedere una cosa importante?”

                Dopo pochi minuti ero seduto in cucina della mia vicina con una tazzina di caffè fumante in mano. Il signor Antonio aveva  uno sguardo birichino che gli illuminava il volto. Come mi ha visto mi ha salutato e, senza farsi vedere dalla padrona di casa, mi ha fatto l’occhiolino.

                Dopo qualche minuto, il tempo di berci tutti e tre il buon caffè della signora Maria, la stessa, arrossendo un po’, mi dice: “ Ieri sera non riuscivo a prendere sonno, tu sai che alle otto io già dormo, ma ieri proprio non ci sono riuscita. Ho lasciata accesa la televisione, sul secondo canale della Rai e, per la prima volta, ho visto Anno Zero, la trasmissione di Santoro. Ho capito poco di quello che hanno detto. L’unica cosa che ho capito è che ce l’anno tutti con quel pover’uomo di Berlusconi. Altra cosa che credo di aver capito, e ieri sera ne hanno parlato molte volte, è il bunga – bunga. Io sono sicura che il Bunga – Bunga è una danza di origine africana. Antonio invece dice che è qualche altra cosa, ma non vuole darmi spiegazioni, anche se mi ha fatto capire che non è una cosa tanto pulita. Tu, che leggi tanti giornali, che guardi sempre i telegiornali, sai dirmi chi ha ragione?”

                Mi è preso un accidente.  “E adesso che gli dico?” ho pensato dentro di me. Il signor Antonio rideva sotto i baffi lanciandomi sguardi di sfida, quasi volesse dirmi: “E adesso vediamo un po’ come te la cavi!”

                Ho finito di prendere il caffè. Me ne sono fatto dare un altro po’, giusto per prendere tempo e pensare a cosa dire, poi, ho dovuto iniziare a dare una spiegazione alla signora Maria, che fosse per lei meno traumatica possibile.

                “Dunque, signora, deve sapere che al suo caro Berlusconi piacciono molto le donne, specialmente quando sono giovani e disinibite. Ogni tanto, abbastanza spesso a dir la verità, ha organizzato a casa sua delle cene con un po’ di ragazze presenti.”

                “E che c’è di male se invita a cena delle ragazze? Anche questo non può fare?” Questa è stata la prima reazione della mia ospite.

                “Volevo finire di raccontarle. Dunque, dopo cena, come in tutte le case dei ricchi, Berlusconi invitava i suoi ospiti in un’altra stanza dove, oltre che bere il caffè o qualche liquorino, venivano fatti dei giochetti particolari, un po’ spinti.”

                Altra interruzione: “E cosa mai possono aver fatto. Al massimo il gioco della bottiglia. Quel gioco che fai girare una bottiglia sul pavimento e …”

                “Lo conosco, l’ho fatto anche io da giovane. Ma non è quello il gioco. Il Bunga – Bunga è un gioco dove il Cavalier Berlusconi, faceva proprio il cavaliere con le sue giovani ospiti. E, come se non bastasse, dopo aver cavalcato, le riempiva  di soldi in contanti. Dava loro una casa. Gli comperava gioielli.”

                “Va bene, che vuoi che sia. Ha fatto quello che fanno tutti gli uomini. Mi ricordo che nel ’40 c’era un altro che, come a Berlusconi, piacevano le donne. E quante ne ha avute, lui.”

                Il Signor Antonio, sornione, mi guardava continuando a sorridere. Poi mi fa: “Enrico, spiega bene che vuol dire cavalcare, perché lei mica lo ha capito.”

                Non lo avesse mai detto. La signora Maria si è girata verso il signor Antonio e, dopo averlo fulminato con uno sguardo gli fa: “Anto’, a me Berlusconi mi è sempre piaciuto, dai tempi della Ruota della Fortuna, di Beautiful, di Sentieri. Il voto io glielo do perché le sue televisioni mi hanno fatto, e mi fanno divertire, solo per questo, tanto a me, con la pensione che prendo, non è che mi può far male ancora di più. Mo ho capito che cosa è il Bunga – Bunga. E’ quello che fa con tutti gli italiani. Mica solo con quelle quattro sgallettate che invita a casa sua. Mica so’ nata ieri, io!”

                Io e il signor Antonio, dopo esserci guardati negli occhi, abbiamo preferito alzarci, salutare e, trattenendo a stento la voglia di ridere, abbiamo salutato la signora Maria andandocene ognuno a casa nostra.

                                                                                                                             Enrico

 
 
 
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