Creato da enca4 il 15/02/2010
PENSIERI E PAROLE
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La sindrome di DOWN non è una malattia. Le persone con la sindrome di DOWN non cercano una medicina,vogliono solo essere trattate come tutti gli altri!!!
Il 93% dei contatti non copierà questo messaggio... ma spero che tu che ora stai leggendo voglia far parte del restante 7% che metterà questo messaggio nella sua bacheca...
ENYA - MAY IT BE
LA FRASE DEL GIORNO
Si dice che fino a quando si bestemmia si è vivi e che si inizia a morire guando si pronuncia una sola parola "DIO"
anonimo
Enca4
W. Allen
NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.
E' CHE NON VORREI ESSERE LI'
QUANDO QUESTO SUCCEDE.
W. Allen
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CANZONE
Che giorno è
E' tutti i giorni
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E' tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo noi viviamo
noi viviamo noi ci amiamo
E non sappiamo cosa sia la vita
Cosa sia il giorno
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Jacques Prévert
I ragazzi che si amano si baciano
In piedi contro le porte della notte
I passanti che passano se li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
E se qualcosa trema nella notte
Non sono loro ma la loro ombra
Per far rabbia ai passanti
Per far rabbia disprezzo invidia riso
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Sono altrove lontano più lontano della notte
Più in alto del giorno
Nella luce accecante del loro primo amore.
Jacques Prèvert
DALLA - CANZONE
N. de Chamfort
CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO
PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?
PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:
NON RESTA CHE UN VERME.
N. de Chamfort
GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,
TUTTI SONO PADRETERNI
A. Karr
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COME E' DIFFICILE ESSERE FELICI
Post n°317 pubblicato il 13 Gennaio 2011 da enca4
Cos’è la felicità? Guido, uno dei personaggi di “Otto e mezzo” dice: “La felicità sarebbe poter dire la verità senza far piangere nessuno.” Un’altra definizione di felicità, che piaceva molto ad Enzo Biagi, è di Paul Léautaud: “La felicità è camminare dietro un vecchio cane mangiando ciliegie.” Sono, questi, due modi diversi di intendere la felicità. Di godere delle sensazioni che ci regala l’essere felici. Come tutte le cose, specialmente quelle piacevoli alle quali teniamo di più, anche l’essere felici comporta dei sacrifici, delle rinunce. Mi ricorderò sempre di una bellissima frase che Eduardo De Filippo fa dire a Filomena Marturano quando alla domanda che le pone il suo compagno di una vita, e cioè: “Filumè nun t’aggie visto mai chiagnere.” Lei risponde così: “ Perche dovevo chiagnere? Che motivo avevo? Si piange quando si conosce il bello delle cose e non si può avere, non si può raggiungere. Io in trent’anni non ho mai conosciuto niente che valesse la pena di rimpiangere.” Ecco, questa è, secondo me, l’unica e vera definizione della parola “felicità”. Una coppia aspetta un figlio che non ne vuol sapere di essere concepito. Poi, come in un miracolo, lei mette al mondo un bambino. Questa è felicità. Questo è un motivo per piangere di gioia. Un a persona cara ha condiviso con noi la vita. E’ stata parte di noi. Abbiamo riso insieme, sofferto insieme. Adesso è malata e può lasciarci da un momento all’altro. Ma non succede. Si riprende, anche se lentamente, è di nuovo con noi. Ride con noi. Soffriamo insieme a lui. Non possiamo più fare certe cose che facevamo prima, ma è ancora con noi. Questa è la felicità. La felicità non è comperarsi l’ultimo modello ti televisore al plasma, o l’ultimo modello di automobile. Tanto quell’ultimo modello domani non lo sarà più. Allora cercheremo di avere qualche cosa di diverso da quello che abbiamo. Ma non è felicità questa. Felicità è vedere un bambino che ride contento. Un vecchio che abbraccia il nipote. Un medico che ti dice: “E’ andato tutto bene”. Felicità è riuscire ad essere se stessi con se stessi e con gli altri. Essere stimati, compresi, considerati. Felicità è una partita di pallone sulla spiaggia e poi un tuffo per togliersi la sabbia dagli occhi. Felicità è un bacio dalla persona amata. E’ un sorriso da chi non conosci. Una carezza quando tutto sembra crollarti addosso. Non tutti riescono ad essere felici. Il più delle volte non lo sono perché la felicità che vorrebbero avere, quasi la pretendono. Come se fosse una cosa che spetta loro di diritto. Non si rendono conto, costoro, che, invece, come tutte le cose belle, è difficile essere felici. Un altro personaggio di Fellini, un saggio prelato nel film Otto e mezzo, dice al giovane regista che va in cerca di se stesso: “Figliolo, chi ti ha detto che hai diritto ad essere felice?” Enrico |