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PENSIERI E PAROLE
 

W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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COME E' DIFFICILE ESSERE FELICI

Post n°317 pubblicato il 13 Gennaio 2011 da enca4

                Cos’è la felicità? Guido, uno dei personaggi di “Otto e mezzo” dice: “La felicità sarebbe poter dire la verità senza far piangere nessuno.” Un’altra definizione di felicità, che piaceva molto ad Enzo Biagi, è di Paul Léautaud: “La felicità è camminare dietro un vecchio cane mangiando ciliegie.” Sono, questi, due modi diversi di intendere la felicità. Di godere delle sensazioni che ci regala l’essere felici.

                Come tutte le cose, specialmente quelle piacevoli alle quali teniamo di più, anche l’essere felici comporta dei sacrifici, delle rinunce. Mi ricorderò sempre di una bellissima frase che Eduardo De Filippo fa dire a Filomena Marturano quando alla domanda che le pone il suo compagno di una vita, e cioè: “Filumè nun t’aggie visto mai chiagnere.” Lei risponde così: “ Perche dovevo chiagnere? Che motivo avevo? Si piange quando si conosce il bello delle cose e non si può avere, non si può raggiungere. Io in trent’anni non ho mai conosciuto niente che valesse la pena di rimpiangere.”

                Ecco, questa è, secondo me, l’unica e vera definizione della parola “felicità”. Una coppia aspetta un figlio che non ne vuol sapere di essere concepito. Poi, come in un miracolo, lei mette al mondo un bambino. Questa è felicità. Questo è un motivo per piangere di gioia.

                Un a persona cara ha condiviso con noi la vita. E’ stata parte di noi. Abbiamo riso insieme, sofferto insieme. Adesso è malata e può lasciarci da un momento all’altro. Ma non succede. Si riprende, anche se lentamente, è di nuovo con noi. Ride con noi. Soffriamo insieme a lui. Non possiamo più fare certe cose che facevamo prima, ma è ancora con noi. Questa è la felicità.

                La felicità non è comperarsi l’ultimo modello ti televisore al plasma, o l’ultimo modello di automobile. Tanto quell’ultimo modello domani non lo sarà più. Allora cercheremo di avere qualche cosa di diverso da quello che abbiamo. Ma non è felicità questa.

                Felicità è vedere un bambino che ride contento. Un vecchio che abbraccia il nipote. Un medico che ti dice: “E’ andato tutto bene”.  Felicità è riuscire ad essere se stessi con se stessi e con gli altri. Essere stimati, compresi, considerati. Felicità è una partita di pallone sulla spiaggia e poi un tuffo per togliersi la sabbia dagli occhi. Felicità è un bacio dalla persona amata. E’ un sorriso da chi non conosci. Una carezza quando tutto sembra crollarti addosso.

                Non tutti riescono ad essere felici. Il più delle volte non lo sono perché la felicità che vorrebbero avere, quasi la pretendono. Come se fosse una cosa che spetta loro di diritto. Non si rendono conto, costoro, che, invece, come tutte le cose belle, è difficile essere felici.

                Un altro personaggio di Fellini, un saggio prelato nel film Otto e mezzo, dice al giovane regista che va in cerca di se stesso: “Figliolo, chi ti ha detto che hai diritto ad essere felice?”

                Enrico

 
 
 
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