Creato da enca4 il 15/02/2010
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W. Allen

NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.

E' CHE NON VORREI ESSERE LI'

QUANDO QUESTO SUCCEDE.

W. Allen

 

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CANZONE

Che giorno è

E' tutti i giorni

Amica mia

E' tutta la vita

Amore mio

Noi ci amiamo noi viviamo

noi viviamo noi ci amiamo

E non sappiamo cosa sia la vita

Cosa sia il giorno

E non sappiamo cosa sia l'amore

Jacques Prévert

 

I ragazzi che si amano si baciano

In piedi contro le porte della notte

I passanti che passano se li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

E se qualcosa trema nella notte

Non sono loro ma la loro ombra

Per far rabbia ai passanti

Per far rabbia disprezzo invidia riso

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Sono altrove lontano più lontano della notte

Più in alto del giorno

Nella luce accecante del loro primo amore.

Jacques Prèvert

 

DALLA - CANZONE

 

N. de Chamfort

CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO

PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?

PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:

NON RESTA CHE UN VERME.

N. de Chamfort

 

GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,

TUTTI SONO PADRETERNI

A. Karr

 

 

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CARO GESU' BAMBINO

Post n°306 pubblicato il 21 Dicembre 2010 da enca4

Caro Gesù Bambino,

quando da bambino, insieme a mia madre, scrivevo la tradizionale letterina di Natale a te indirizzata, la riempivo di promesse e buoni propositi per il futuro. Promesse e propositi che poi, lasciavano il tempo che trovavano, ero un bambino e come tutti i bambini le promesse si infrangevano inesorabilmente davanti ad una marachella.

                Adesso, alla mia età, ho sentito il bisogno di scriverti di nuovo non per chiederti qualche cosa che potrebbe farmi piacere poter avere, ma perché, secondo me, tu non sei più presente come una volta, ed allora ho pensato che forse una volta ogni tanto, anche a te fa bene ricevere una sturatina di orecchie.

                Mettiamo subito in chiaro una cosa, e cioè che quello che ti dirò non mi vede protagonista, ma solo cronista e, come tale, ti metterò al corrente di fatti ed avvenimenti che avvengono  ormai quotidianamente in questo povero e mal utilizzato, da parte nostra, mondo.

                Permettimi anche di criticare la tua organizzazione. Sono certo che hai dei collaboratori i quali ti aggiornano, o almeno dovrebbero farlo, su quanto accade sul pianeta Terra. La critica riguarda proprio il fatto che sicuramente non tutto ti viene detto, altrimenti non si spiega il perché certi fatti, certi avvenimenti, hanno sempre gli stessi attori. Chi soffriva prima, continua a soffrire. Chi invece stava bene, continua a star bene, chi era ricco prima, adesso lo è di più. Non vedo equità in tutto questo.

                Quando diventasti maggiorenne e giravi per la Palestina insieme ai tuoi discepoli, dicesti un giorno che il Regno dei cieli era di chi soffriva. Questa tua affermazione avrebbe dovuto, almeno sulla carta, mitigare le sofferenze degli ammalati, di chi non ha da mangiare, di chi vive in paesi perennemente in guerra, di chi non ha il lavoro che gli permette di sfamare i propri figli. Vai tu a raccontarlo ad un bambino che sta morendo e che, invece, vorrebbe vivere e giocare come tutti i bambini. Diglielo tu al suo papà e alla sua mamma. Io non ne sono capace.

                Un’altra volta, almeno così riportano le cronache dell’epoca, scacciasti i mercanti dal Tempio. Prova a farlo adesso. Prova ad andare nei luoghi di preghiera visitati da migliaia di persone al giorno e ti accorgerai che la Chiesa stessa è diventata un mercante.

                Portasti con te in Paradiso uno dei due ladroni che ti stavano ai fianchi. Si era pentito di quello che aveva fatto ed era giusto che avesse il giusto premio. Sai quanti ladroni ci sono adesso? Li vediamo ogni momento in televisione; ne leggiamo le gesta sui giornali. Occupano cariche pubbliche, guadagnano fior di soldi senza far niente per il popolo. Eppure tutto questo non gli basta. Vogliono sempre di più. E non si fanno scrupoli su come ottenerlo. Nessuno di loro si è mai pentito di quello che ha fatto, anzi, continua a farlo.

                Tu perdonasti dei suoi peccati Maria Maddalena. Ma lei ti ripagò seguendoti fino alla fine. Adesso le chiamano “escort”, ma nessuna di loro ti seguirebbe.

                Dicesti a Pietro: “Prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte.” E Pietro ti rinnegò tre volte. Adesso rinnegare il proprio passato, le proprie idee, i propri fini è diventato lo sport nazionale. E nessuno se ne stupisce più di tanto.

                Dicesti anche che “E’ più facile che un cammello passi nella cruna di un ago, che per un ricco guadagnare il Paradiso.” Io penso che la corruzione sia arrivata a livelli talmente alti che il Paradiso  è pieno di ricchi. Se fossi in te controllerei i miei collaboratori. Vuoi scommettere che qualcuno di loro è proprietario di qualche casa a Montecarlo e neppure lo sa?

                Oggi ho saputo che la nipotina di cinque anni di un mio caro amico è, forse, malata di celiachia. Ti chiedo: “Perché?” Tra tutte le persone che meriterebbero veramente di essere castigate per il loro comportamento, tu vai a far soffrire una bambina di cinque anni. E quanti ce ne sono di bambini che soffrono. Quanti ce ne sono che non conoscono il Natale, che non hanno ricevuto mai un regalo, che hanno passato la maggior parte della loro breve vita nel dolore, nelle privazioni, nella miseria.

                Sai che inizio a dubitare della tua misericordia? Sai che non credo più, come una volta, alla tua giustizia?

                Non sono blasfemo, non ti sto bestemmiando.  Mi sono solamente sorti dei dubbi. Dubbi che vorrei non avere in un momento della mia vita molto difficile.

                Tutti dicono: “Bisogna aver fede. Bisogna credere fermamente.” Non è facile. E’ la cosa più difficile da fare, specialmente quando le difficoltà, le traversie, le avversità sono talmente tante e talmente grandi che è impossibile poterle sopportare.

                Ci sono riusciti in pochi, e quei pochi sono stati riconosciuti Santi. Io, invece, di Santi non ne conosco. Non ne vedo in giro. Non conosco nessuno capace di rinunciare a qualche cosa per il bene degli altri. Capace di sopportare il dolore, e non solo quello fisico, con il sorriso sulle labbra. Capace di essere umile tra gli umili in un mondo dove regna l’arroganza e la prepotenza.

                Buon Natale anche a te, Gesù Bambino. Spero che tu non ti senta offeso per questa mia lettera forse un po’ irriverente, ma giusta nei contenuti.

                                                                                                                             Enrico

                 

 

 
 
 
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