fabulandia

Per la memoria di uno sguardo

E se tu ancora non sapessi quanto,

mi scompiglia il cuore in questo addio,

il ricordo di quello sconosciuto incanto

che fece il tuo sguardo avvinto al mio.

Lo scoprirai se nel cammino mi sarai accanto,

nei sorrisi agognati sparsi lungo il pendio

che cosi' lento, ripiana dal riso al pianto,

da far rivoli di lacrime presto formar rapido rio.

E nei torrenti di parole che lavan l'animo affranto

e che eros fan scorrere in dolci anse fino al soglio,

del caldo letto in cui si posa sicche' col fluido manto,

smorzasi l'ultimo avvolgente slancio del disio.

E se tu ancora non lo vedessi quanto

l'amore mio sempre ti accompagna e ti consola,

lo sentirai nelle notti fredde col rimpianto

di un amplesso in cui dolce l'anima s'immola.

E lo vedrai al lambir di colli e foreste virtuoso e santo

scorrere in ampie anse verso quella ambita foce,

abbraccio invincibile a cui resiste cosi' poco e a stento

che presto onda sorprende, sormonta e smorza ogni sua voce.

E se tu ancora non lo sapessi quanto,

il rimembrar strugge l'anima e il corpo mio,

vedrai andar memoria meco a scemar fintanto,

che nel folle precipitar, verso l'abisso dell'oblio,

lesto e disperato m'aggrappo a quel soave canto

che mi donasti, perduto pegno, di un intimo idillio;

e lo ascolto, ancora, malinconicamente, nel tramonto.