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« Il mistero di Rausu - Ca...Per la memoria di uno sguardo »

Il mistero di Rausu  - Capitolo Secondo (continuo)

Post n°3 pubblicato il 22 Settembre 2007 da limbiarte

La concezione della interazione tra bene e male, della loro presenza nel mondo in un confronto e in un equilibrio dinamico in una dimensione che  corrisponde a quella che interpretiamo come la sfera etica della nostra esistenza, mi ricondusse a pensare allla rete spirituale in cui avevo visto coesistere i miei figli, mia madre e mio padre morto. Lo spirito non muore ma può essere rigenerato positivamente oppure può essere deviato e corrotto. Per questo, pensai, deve essere nato il culto degli spiriti dei morti nelle antiche civilta e per fortuna questa tradizione sopravvive anche nella nostra civiltà. ”Il diavolo di cui voi parlate sarebbe lo stesso diavolo di cui si narrano le vicende nella nostra Bibbia, cioè nel libro sacro della nostra religione? Sarebbe quel diavolo che insidiava Gesù nel deserto promettendogli potere e ricchezze o quello che si impadronì delle menti degli abitanti di Sodoma e Gomorra puniti spietatamente dal Dio di Abramo?” . “Si il diavolo è sempre lo stesso di cui si narra nella storia dell’uomo” rispose Skab “ ma ci sono tanti altri eventi in cui il diavolo è intervenuto nella storia dell’uomo, situazioni in cui l’epidemia degli spiriti diabolici divenne così profonda ed insanabile che l’intervento divino dovette essere terribilmente determinato e tempestivo. Uno degli esempi più emblematici è quello che viene narrato nella Bibbia nel caèitolo del Diluvio Universale.” Ero affascinato e sconcertato al tempo stesso per il modo con cui i tasselli si inserivano ancora una volta nel puzzle cosmologico di Skab ma ancor più sorprendentemente mi accorsi che egli esprimeva dei pensieri che suscitavano in me un risveglio di emozioni e di immagini come se queste cose le avessi sempre sapute, come se, fossero parte del mio DNA e fossero sepolte o solo relegate nell’oblio di un’ancestrale recesso della mia mente. “Ora se vuoi assaggiare la nostra cucina, forse a stomaco pieno sarà più facile ragionare di queste questioni” disse Skab ” Dei camerieri  con una divisa verde chiara servivano intanto una specie di consommè . “Ok grazie , ho un certo languorino e mangerei qualsisi cosa” dissi cercando di essere convincente” ma ,incrociai lo sguardo e il sorriso divertito che Gaja stava lanciando a Jenny e che non prometteva niente di buono. Portai il cucchiaio alla bocca e con la coda dell’occhio vidi che molti dei presenti erano intenti a scrutare la mia reazione. Il consommè cremoso e caldo aveva un sapore particolare come di fiori di vaniglia e di spezie e, nonostante fosse caldo lasciava una sensazione di freschezza e di stimolante eccitazione che fece aumentare ulteriormente l’appetito già buono che avevo “Buono anche se ha un sapore un pò strano ” dissi portando allabocca il bicchiere per bere un sorso di vino o di quello che sembrava un bicchiere di vino.”Il sapore era simile al sidro leggermente alcolico, il colore di un rosso aranciato, aveva una consistenza maggiore dei nostri vini e, servito freddo acquistava una maggiore densita restando a lungo a contatto con le papille gustative. La fusione dei gusti del consomme e della bevanda dava vita ad una sinfonia di sapori veramente deliziosa. “Squisito! Credo proprio che tornerò ancora in questo Ristorante” tutti scoppiarono in una risata di approvazione e compiacimento”. “Bene Limbi , credo che cominci ad apprezzare la nostra civiltà” disse Skab “E credo che dipenda anche dal fatto che, sebbene tu non lo abbia mai saputo anche tuo padre era un discendente del popolo degli antichi Urga ed è per questo che sei qui con noi” 
L’affermazione di Skab mi fece sussultare. Mio padre sarebbe stato un discendente degli Urga !? “Non è possibile, dissi, ci deve essere un errore”.  “Se ci pensi bene forse ricorderai che tuo padre aveva dei tratti simili a quelli di noi Urga” disse Skab. Era possibile, in effetti le figure degli Urga avevano qualcosa di familiare. La struttura fisica di quegli uomini non era molto dissimile da quella che ricordavo come tipica della nostra famiglia, gli uomini avavano una spiccata componente muscolare le cosce e il petto muscolosi un bacino piuttosto largo ma sovrastato da un dorso muscoloso e spalle ancora più larghe. Occhi mansueti e attenti, mani a volte molto grandi estremamente versatili nel lavoro fisico ma abili nelle arti  e nell’artigianato capaci di stringere fortemente o di accarezzare delicatamente, un corpo peloso, folti capelli e barba altrettanto folta. Una prestanza fisica che poteva esprimersi nel lavoro o nello sport ad alti livelli  e che sembrava affascinare le donne anche e soprattutto quelle che non apprartenevano alla stessa stirpe e che sembravano incuriosite e attratte dallo strano amalgama di dolcezza, cortesia e virilità dei maschi di quel gruppo etnico. Certo, a pensarci bene era plausibile e mi ricordavo che mio padre mi aveva raccontato di lontane discendenze polacche, di gruppi che erano migrati da lontano e si erano stabiliti nella regione dell’ungheria per poi scendere verso la slovenia e il friuli. La razza degli nuomini di Neanderthal  dopo le glaciazioni si erano trasferite più a sud e poi si rifugiarono nelle grotte. Come mai alcuni si sarebbero integrati colla popolazione del luogo ed altri no? ” Mio padre ” dissi ” non mi ha mai parlato di queste discendenze e comunque credo che una certa rassomiglianza non basta a confermare una semplice ipotesi ?” . “Esatto non basterebbe” disse Skab,  tuo padre non sapeva della sua discendenza anche perchè per alcune generazioni nei villaggi dell’Europa dell’Est la storia delle razze dei Neanderthal e degli Uomini Sapiens si intrecciarono.  Ma questo non basta a convincerti certamente no; ma forse questo ti convincerà” Skab  si chinò e mi mostro una chiazza circolare arancione e rugosa posta al lato temporale  del cranio appena sopra e davanti al suo orecchio  della dimensione di una moneta da 1 euro. Ce ne era una da ciascun lato esattamente simmetriche e come già sapevo potevano cambiare di colore, visto che anche io e mio padre ne avevamo una simile. “Credevo fosse una voglia ereditaria” balbettai . ” Non è una voglia, è un organo che solo gli Urga possiedono e che permette la ricezione delle onde telepatiche. Vedi Limbi la razza di cui fai parte ha conservato alcune capacità che sono proprie dei Neanderthal e degli attuali Urga e soprattutto il tuo DNA contiene delle mutazioni che ti rendono più adatto alla missione che devi compiere”.”Davvero mi avete scelto per questo?” dissi “Mi avete scelto perchè ho delle capacità particolari? Ma io non so fare nulla!”  “Tu lo credi” disse Gaja “ma solo perchè non sei cosciente di quello che sai fare” Non ti è forse capitato a scuola di trovare delle risposte a dei problemi di matematica, per una intuizione apparentemente casuale magari solo concentrandoti un pochino di più, ma senza fatica come se le soluzioni ti venissero offerte su un piatto d’argento? O non hai avuto la ventura alle volte di sapere con certezza che una ragazza provava dei sentimenti di simpatia o magari qualcosa di più verso di te? Andai a setacciare la mia memoria cercando di analizzare tutti quegli strani episodi in cui avevo effettivamente pensato che le cose erano andate meravigliosamente bene, aldilà di ogni aspettativa  e che avevano condotto ad accreditarmi presso gli amici e le amiche come un ragazzo intelligente ma anche molto fortunato. 
Atterrammo e osservai che anche lì in Giappone la destinazione era la bocca di un grosso cratere spento su una isola della parte settentrionale del paese; l'isola vulcanica faceva parte di un arcipelago la cui origine geologica era ben chiara visto che si potevano osservare numerosi crateri fumanti ed uno addirittura in eruzione. Pensai alla teoria del controllo dell'attività che si svolge al centro della terra delle macchinazioni del diavolo e della presenza di una rete di controllo degli spiriti liberi che gli Urga avrebbero predisposto. Tutto questo risultava ancora poco plausibile ma suggestivo,ma gli eventi sembravano suggerirmi che avrei presto constatato che questa fantastica rappresentazione non era lontana dall'essere vera. Scendemmo in fondo al cratere che era talmente grande da  ingoiare l'astronave come una mosca un cunicolo sinuoso attrasse il disco della astronave come un gorgo risucchiandolo e quasi sputandolo sopra una piattaforma simile  a quella di partenza anche essa posta  al centro di una grotta  ancora più grande e luminosa di quella che avevamo lasciato. Quello che stupiva di questo luogo era che le pareti della grande grotta non erano di roccia ma di un materiale trasparente di vetro o similare e che esso lasciava trasparire aldilà di quel baluardo una massa blu scura  e  qualcosa di familiare, delle sagome fluttanti che si spingevano fino sotto la parete illuminata per poi guizzare schivandola e ritornare nell'ombra allonranandosi nel mare profondo . La grotta era in diretta comunicazione almeno dal lato visibile col mare aperto separata probabilmente da un muro di vetro di circa un metro di spessore. 
Fermati i motori e rimosse le cinture di sicurezza le porte dell'astronave si aprirono , Gaja venne verso di me e mi abbracciò:" caro , non ti preoccupare è stato solo un trasferimento tra una base e l'altra. Ci sono dei fenomeni in questo distretto che devono essere analizzati attentamente. La attività vulcanica registrata dagli strumenti è diventata intensa  e preoccupante e fa pensare a dei fenomeni indotti. E crediamo che vi siano elementi  prodotti dalla attività del diavolo e pericoli reali connessi a questi fenomeni. Alcuni vulcani si erano messi ad eruttare quasi in continuazione e avevano quasi oscurato il sole in quella regione con cenere e lapilli.ma oltre a tutto strani eventi erano accaduti nel territorio circostante.Alcuni giornalisti avevano parlato di una epidemia, altri dell comparsa di una strana malattia nervosa, i particolari erano confusi e le notizie contraddittorie. Nella regione ricca di isole e di arcipelaghi situata nella parte setttentrionale del Giappone la popolzione era in preda al panico per la paura di contrarre quello strano morbo. Alcuni scienziati avevano messo in relazione le manifeatazioni del morbo con la serie di esplosioni vulcaniche che si erano susseguite negli ultimi mesi. Una di queste aveva colpito una cittadina della costa nord-occidentale che era rimasta quasi sepolta dalla piogia di cenere e lapilli che aveva causato centinaia di morti e qualche migliaia di intossicati e feriti. Ma quello che accadde dopo l'eruzione segnò l'inizio di un fenomeno che all'inizio venne sottovalutato e che fu interpretato come una reazione collettiva da panico. La gente era cambiata chi veniva  a trovare un amico o un parente che risiedeva in quella zona tornava con una raccolta di aneddoti e di raconti che destavano lo stupore e la incredulità di molti . Nonostante vari medici e psicologi si erano affannati nell'analizzare il problema e ne avevano dato una spiegazione plausibile, più in profondità nel tessuto sociale  e relazionale attraverso i resoconti diretti e lo strisciante passaparola nella popolazione si era insinuato il timore che qualcosa di estremamente grave  e peoccupante stava per accadere, un inquietante mistero che faceva rieccheggiare nella mente dei più anziani i fantasmi del passato e che proiettava sul futuro l'ombra angosciosa di una presenza indesiderata, la presenza di entità demoniache o del diavolo stesso. Dalla base sottomarina insediata nel cratere di un antico vulcano sommerso dalle acque gli Urga  risalivano con sofisticati mezzi subacquei e perlustravano le coste rilevando e segnalando i fenomeni che si verificavano nella zona a i tecnici della torre di controllo della base. Potenti antenne trasmettevano i flussi di pensiero e aggiornavano la sitauazione momento per momento; ogni singolo evento veniva catalogato ed inserito in archivi dove ogni informazione era opportunamente codificata . Negli ultimi giorni il numero di eventi in cui si poteva sospettare un intervento delle entità demoniache si era moltiplicato in modo esponenziale e ogni energia veniva profusa nell'individuare i casi in cui era opportuno un intervento "attivo" degli Urga per contenere quella specie di epidemia. Tutti i maggiori dirigenti della rete di controllo responsabili della cosidetta Federazione Intergalattica per il distretto del Sistema Sole-Sirio erano convenuti per una conferenza proprio qui in Giappone le astronavi atteravano  e partivano in continuazione; tutto il complesso era in fermento e si respirava una grande eccitazione. L'attività di perlustrazione di superficie degli Urga richiedeva la predisposizione di sistemi di copertura molto efficaci e collaudati. L'agente speciale della squadra ispettiva della costa nord occidentale del Giappone nome in gergo Mistral era stato assegnato composta da tre marinai arruolati tra i pescatori della zona . I loro nomi Guofang, Zhoufeng ,Zhoudeng tradivano una probabile parentela e i loro volti l'origine dalle terre della cina nordorientale, giacchè erano diversi nei tratti da quelli dei giapponesi selle città ; più sottili longilinei e dai volti più pallidi dei volti tipici dei giapponesi di Tokio e Osaka. La loro barca ,un peschereccio si una ventina di metri di fattura moderna ancora in buono stato era stato prelevato da un sommergibile degli Urga ed era rimasto per un mese nei cantieri della base per le modifiche che solitamente venivano eseguite prima che l'unità potesse divenire operativa. I tre giapponesi erano apparentemente soddisfatti perchè nella operazione di adeguamento erano anche state effettuate alcune riparazioni che  erano necessarie e la riverniciatura dello scafo e della cabine di comando. Il contratto che avevano sottoscritto con cui concedevano di mettere a disposizione il peschereccio per delle rilevazioni ecologiche non meglio precisate  era particolarmente vantaggioso e permetteva loro anche di proseguire la attività di pescatori; in pratica in questo modo i loro profitti erano più che raddoppiati . Le apparecchiature installate nella cabina erano di ingombro limitato e anche l'antenna posizionata sopra la cabina stessa non dava problemi nelle manovre di navigazione. Mistral sembrava anch'esso soddisfatto , arlava discretamente il giapponese e così invitò i tre pescatori ad un brindisi per inaugurare l'unità ispettiva. Ora cominciava il lavoro vero e proprio pensò. Tutte le procedure erano state accelerate per potere avere l'operatività di quella unità in una zona in cuisi segnalavano  gravi fatti e soprattutto per andare  alla ricerca di una  altra unità misteriosamente scomparsa.

 
 
 
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Data di creazione: 17/09/2007
 
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