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la Torre dei Germani - storia di Busnago

Post n°1488 pubblicato il 10 Maggio 2020 da exietto
 

 

 


Le 4 Torri

Attorno il 1500 (altre notizie dicono nel XII sec.) vengono rimesse in funzione le fortificazioni che Teodolinda nel 589 (d.c.) aveva fatto erigere a difesa della strada che da Trezzo portava a Monza; sono di quell’epoca le quattro torri di Busnago che segnano il primo vicus medievale. Disposte a quadrilatero, secondo la struttura del paese, sono oggi chiamate “Corte dei Germani”, “Torre della Colombera”, “Torre del Mournè” e “Torre della Corte dei Nisceu (Noccioli)”.

La Torre dei Germani

Militare è, del resto, la ragion d'essere della Torre dei Germani (da Germanin, capostipite della famiglia Vimercati) ; per scopi simili alla sua costruzione, nei secoli XVI-XVIII, in cui il banditismo era violento e feroce, pattugliavano guardie e sentinelle in cima ad essa, che in caso di pericolo avvistavano poi la vedetta in cima al campanile per dare avviso agli abitanti con colpi di martello alle campane.

Si può notare il Grandioso portale con monofore di accesso alla “Court dij German”, risalente al XVIII secolo, in Pietra Serena, che introduce alla Torre vera e propria, edificio in muratura a pianta rettangolare, sulle cui pareti osserviamo motivi ornamentali in cotto dell’antico palazzo dei Germani.

La costruzione si presenta massiccia su base a scarpa e parte sovrastante comprendente alcuni vani illuminati da aperture ad ogiva, che all'esterno conservano tracce di decorazione pittorica. Su un lato si trova l'antico ingresso con portale ogivale.

Purtroppo, nel 1985, (la foto in allegato, tratta dal sito dei beni culturali della Lombardia, è antecedente la ristrutturazione) l’amministrazione comunale decise, senza interpellare la Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Culturali, l’esecuzione dei lavori di riparazione dell’antica torre con la sistemazione del tetto e delle pareti al fine di eliminare lo stato di pericolosità del fabbricato. Si demolìrono le originali strutture del tetto in legno e coppi, si applicò intonaco civile sulle pareti in “opus spicatum” di sassi a spina di pesce e a file di mattoni a livello, si diede malta di calce idraulica con stabilitura che snaturò irrimediabilmente la imponente e severa torre medioevale, unica tangibile testimonianza di un passato lontano.

Qui, nel secolo XIX, si iniziò ad ospitare la Scuola; a seguito della legge italiana del 1859 promulgata da G.Casati, che prevedeva una scuola elementare di quattro classi affidata ai comuni, e successivamente implementata dalla legge del 1877 in cui si precisava l’obbligatorietà dell’istruzione dai 6 ai 9 anni, a Busnago (il più vecchio documento ritrovato risale al 1863) le classi furono alloggiate nella Corte dei Germani; alcune  lettere ritrovate, scritte dalla maestra al Sindaco, denuncia le condizioni pessime dei locali (per la rumorosità del luogo e per l’assenza di fuoco di riscaldamento). Solo nel 1899, tramite intervento dell’ispettorato scolastico di Milano, si forzò lo spostamento della scuola in via del Ponte (poi via per Colnago, poi via Ripamonti).Strada che, ancor in precedenza, era la Via (contrada) San Pietro perché sino al 1800 vi sorgeva la chiesetta omonima, posta fronte la Corte al di là della strada, e a sud della Corte c’ era uno dei tre cimiteri, in quanto una volta essi erano nei pressi delle Chiese.  

Qui ha sede il Gruppo Sbandieratori “Torre dei Germani” – la cui fondazione avvenne il 26 novembre 1987 quando il Consiglio Comunale ne deliberò la nascita.

Il tutto ebbe inizio alla Scuola Media Statale nell'anno scolastico 1984/85 quando il corpo docenti decise di svolgere con i ragazzi un lavoro di ricerca sul Rinascimento italiano, rappresentando nella piazza di Roncello, per la festa di fine anno, la rievocazione del matrimonio di Alessandro Sforza e Costanza da Varano (1444 d.c.), che portò in dote a casa Sforza alcuni terreni intorno all'allora "Bucinago".

In questo contesto i professori di educazione fisica insegnarono a sbandierare a sei ragazzi che si esibirono, come nel Rinascimento, in onore degli sposi. Evento che pose le basi per la formazione di un Gruppo vero e proprio. I colori che contraddistinguono il gruppo sono il bianco ed il rosso del comune di Busnago, con l’aggiunta del nero e dell’oro. Lo stemma raffigura uno scudo che porta i segni araldici del Leone Rampante che regge una rocca, simbolo del Comune, e del vaio con le rose di rovo, che rappresentano invece la Torre dei Germani, ed infine il motto “ Circulus Claudierit”.

La leggenda della bella busnaghese e il capitano di guarnigione – Tra le varie storie e leggende tramandate, c’è una che riguarda la Torre dei Germani. Nel tardo medioevo, il capitano della guarnagione di Busnago dimorava proprio nella “Curt dij German”. S’incapriccia di una bellissima ragazza busnaghese e la fa una corte ossessiva, tanto che alla fine irrompe in casa di lei. La ragazza riesce a nascondersi rovesciandosi addosso il truogolo dei maiali (specie di vasca rettangolare), in legno di quercia, pesantissimo, salvandosi dal vile militare ma non dalla morte. Infatti il giorno dopo i parenti la troveranno senza vita sotto il truoguolo.

Via Ripamonti – La via prende il nome dal “Benemerito” Luigi Ripamonti, ucciso in un’azione di rastrellamento nel 1943. Il Ripamonti era uno “sbandato”, cosidetti, cioè di quei ragazzi che si rifugiavano nei fienili busnaghesi dalle furie fasciste-naziste. Ci fu una soffiata e le Brigate Nere si misero a setacciare ad una ad una le case del paese. Assieme a Santino Marcandalli e Pietro Visconti, Luigi si dette alla fuga lungo la stradina che da via Matteotti porta al Cimitero. Il Ripamonti fu raggiunto dai proiettili perché aveva in mano gli zoccoli che ai fascisti parevano bombe a mano. Venne ucciso dove ora c’è il cippo a suo ricordo, in fondo alla via per Colnago.



 https://www.torredeigermani.it/



exietto
exietto il 10/05/20 alle 17:18 via WEB
SI LO SO CHE E' MOLTO LUNGO, quindi contro il decalogo del buon blogger. L'ho fatto per tener traccia, e rintracciabile, in rete, dei miei studi, delle mie ricerche sulla storia e sull'arte del mio paesello.

 
 
 
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