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Post n°224 pubblicato il 02 Luglio 2007 da morton0
Oggi, in un affollatissimo treno della metropolitana al ritorno dal lavoro, ho intravisto un cartello "ballerino" che, a suon di slogan e di immagini, forse, a parer di chi le ha prodotte, molto efficaci, invitava la gente ad iscriversi ad un corso per sviluppare fiducia in sè e autostima: "puoi dare fiducia agli altri, solo se guadagni fiducia in te", recitava caustico l'invito. Riflettiamo un secondo su questa parola tanto declamata, dal duplice significato profondo di "dare fede" e di "essere fedele a...". Se ci pensiamo bene, la fiducia non può esaurirsi ad un semplice gioco di dare e avere, ma vuol dire essere disposti a vedere nell'altro e ad offrire all'altro la parte più vulnerabile di noi e, nello stesso tempo, di accoglierla e farla propria. Una mamma, che vede il proprio bambino crescere, promuove in lui un senso di fiducia solo se gli permette di compiere i suoi passi in autonomia, separandosi da lei, ma nello stesso tempo fornendogli una base sicura, un porto a cui approdare in qualsiasi momento ne abbia bisogno. Questo vale anche per gli adulti, nelle relazioni parentali, sentimentali o amicali. Occorre essere per gli altri e trovare negli altri una base sicura. La base non è più sicura quando l'asse di equilibrio tra "l'essere con" e "l'essere senza", tra lo "stare dentro" e il "tirarsi fuori", è stretta e vacillante. Non ci doniamo totalmente perchè riconosciamo nell'altro il volto rinnovato di antiche paure, oppure perchè temiamo di perderci, di farci inghiottire da un vortice di emozioni ove i contorni del nostro Io si fanno sempre più sfumati, più indefiniti, più vacui. In questo gioco di equilibrio basta poco cadere nella distanza totale di chi "usa" le relazioni per difendersi, per attaccare o per sfuggire al contatto, e chi trova nella relazione un luogo per tornare bambino, smettendo di pensare, di credere, di decidere, di affidarsi a sè e alle proprie risorse. Allora ci si annulla, si deposita la propria vita completamente nelle mani potenti dell'altro, rinunciando a sè e alla propria anima. In una relazione, fidarsi non significa solo confidare completamente i propri segreti o rivelare il proprio volto senza maschera; così come non fidarsi non vuol dire necessariamente chiudersi nel silenzio o rifugiarsi in qualche caricatura di sè ...La fiducia non obbedisce alla legge del tutto o nulla: fidarsi può voler dire crescere con l'altro nella distanza e nella vicinanza, costruendo una base solida nella quotidianità delle incomprensioni, permettendo all'altro di "andare" e "venire", per poi sperimentare la gioia e la sorpresa del nuovo incontro, riempiendo l'attesa di speranza e, appunto, di fiducia. Si rischia, eccome se si rischia ... sconfitta, tradimento, solitudine ... Fiducia è rischio: rischio che il legame non sia più solido ma pian piano possa liquefarsi, che il "dopo" si tramuti in un "mai", che la leggerezza del dono si trasformi nella pesantezza del rimpianto. Ma è un rischio che personalmente mi sono sempre sentita di correre, a volte con mille paure, a volte con l'incoscienza di una preadolescente alla ricerca di legami forti ... a volte mi sono trovata con un pugno di mosche in mano, ma, fuori dal dolore e dalla rabbia, alla fine mi sono sempre chiesta: "Si può vivere senza fiducia?". E mi sono detta sempre di no, che non è possibile, perchè sarebbe stato come rinunciare a quella parte "piccola" di me che vuole ostinatamente stupirsi ancora per la bellezza e la sorpresa di un incontro .... scritto da: Morton0 su Scherzo o Folllia? |
Il che non esclude che ogni rapporto, implichi, nel donarsi all'altro, una rinuncia ad una parte di noi per accogliere una parte dell'altro. Volendo usare una metafora è l'abbandono del dormiente tra le braccia altrui.Credo non vi sia forma più rappresentativa della fiducia consapevole legata all'affettività, dell'accettare di dormire tra le braccia di qualcuno. Perchè quando si dorme si è indifesi..
Però lo ripeto..qualsiasi rapporto a due implica necessariamente una rinuncia a noi stessi. Ogni rapporto simboleggia un centro. Per raggiungere quel centro, in un rapporto che sia equilibrato...entrambi devono propendere in avanti ed accettare l'altro. Poichè gli esseri umani sono caratterizzati dalla unicità, ciò implica che accogliere l'altro sia contemporaneo a rinunciare ad una parte di noi.
Tu scrivi:" Occorre essere per gli altri e trovare negli altri una base sicura. La base non è più sicura quando l'asse di equilibrio tra "l'essere con" e "l'essere senza", tra lo "stare dentro" e il "tirarsi fuori", è stretta e vacillante.
Ora, a me appare sempre più evidente che tu non parli di fiducia sic et simpliciter, bensì di quella sicurezza dell'altro che non deriva esclusivamente dalla conoscenza ma che è accompagnata al coinvolgimento affettivo. La base non è più sicura scrivi...e qui si fa riferimento alla reciprocità nei rapporti umani. Credo sia interessante approfondire questo tema. In un rapporto, alla simpatia dell'uno può fare da contraltare la stessa reazione, o, al contrario una reazione avversa, ad es. antipatia o peggio ancora indifferenza...che è non reazione. Se la cosa ti stimola mi piacerebbe col tempo leggere qualcosa di tuo sull'argomento e sulle motivazioni che generano fratture nei rapporti umani (ivi compresa, non l'assenza di comunicazione, ma una cattiva comunicazione). Lavoraaaa!! Io non c'ho voglia di dedicarmi al blog ^___^
Il tuo è un apprezzamento verso morton e verso il suo post, che condivido pienamente. Ma esso mi consente di fare una precisazione.
Blog Penna Calamaio in nessun caso sarà blog del giorno, e ciò in quanto ho PUBBLICAMENTE richiesto che ciò non avvenga più. E' accaduto due volte che ci sia stato dato il Blog Del Giorno; in entrambi i casi non perchè era stata riconosciuta e premiata la qualità di questo blog e delle iniziative da noi portate avanti, bensì perchè, all'interno di questo blog, all'epoca, erano presenti nick costantemente "sotto attenzione" dei responsabili di Digiland.
Quando l'ho capito, ho preferito una scelta all'insegna della dignità. Non me ne pento e la confermo.
LiberoBlog:
La nuova linea editoriale!