Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

« IL MITO DELLO PSICOLOGOMessaggio #197 »

Post n°196 pubblicato il 02 Marzo 2006 da ausdauer
 

CRONACA DEL MIO SECONDO ESAME

Puntata precedente: decido di fare l'esame anche se sono mezza malata, non mi sento pronta e non ne ho voglia. A 200 m dalla facoltà sento un rumore di lamiere che si accartocciano e in preda all'isteria scendo dalla macchina, rendendomi tragicamente conto che la Sacra Auto è stata colpita. Mi trascino in facoltà inveendo contro il mondo intero e la sfortuna che mi perseguita.

1° marzo 2006 - Il giorno prima dell'esame: un lento declino

Ore 9,00: mi precipito in biblioteca, pronta ad un'operazione d'emergenza. Ho ancora metà del programma da recuperare e un giorno e mezzo per farlo. Ce la posso fare. Mica salteranno fuori degli imprevisti?

Ore 14,30: torno in biblioteca subito dopo pranzo, per finire l'operazione di recupero d'emergenza. Comincio ad essere scoraggiata, l'operazione è più ardua del previsto. Non so se ce la posso fare.

Ore 15,30: la disperazione si fa largo tra le centinaia di pagine che si mostrano impietosamente nuove sotto i miei occhi. Decido di tamponare il sonno con un caffé, il terribile caffé nocivo delle macchinette.

Ore 17,00: presa da uno strano malessere generale decido di abbandonare l'operazione di recupero per riposarmi un po'. In effetti mi sento veramente poco bene, ho la nausea, ma sarà stanchezza.

Ore 17,30: inizia la mia sosta nell'infernale girone in cui si svolge il "Festival del vomito".  Incredula, basita, stremata: mi infilo sotto le coperte maledicendo a gran voce quelle macchinette per il caffé.

Ore 21,00: imploro la Mutti di portarmi un secchio. Non riesco più nemmeno a bere acqua. La Mutti s'acciglia e si raccomanda di non bere più quella brodaglia malsana della biblioteca.

2 marzo 2006 - Il giorno dell'esame: l'inferno.

Ore 3,00: nel letto, occhi spalancati da ore, febbre, impossibilità di assumere qualsiasi sostanza di qualsiasi natura. Di fianco a me il mio inseparabile secchio, compagno notturno e fidato alleato lungo il tortuoso cammino dell'irrefrenabile impulso emetico che m'attanaglia. Ormai parlo solo con lui, visto che le mie grida d'aiuto mandate nell'etere non sono servite a nient'altro che a ricevere accorate risposte tipo "Vomiti? E come mai?". Come mai? Ma è semplice, io adoro presentarmi agli esami nelle mie condizioni peggiori, mi fa sparire totalmente l'ansia pre-esame.

Ore 5,00: la Mutti mi porta un the. Pace all'anima sua (del the). Comincio a valutare seriamente la possibilità di chiamare un esorcista.

Ore 10,00: mi trascino in cucina, febbricitante. Riesco ad ingollare un the in tempo record: un'ora. Faccio enormi progressi.

Ore 13,00: la Mutti mi prepara riso, patate lesse e carote. Due forchettate e stramazzo sul divano. "Mangia due fettine di mela, avanti". "Non ce la faccio." "Dai che tra un'ora dobbiamo andare a fare l'esame". "Scusa???".

Ore 13,30: mentre io cerco di non morire, la Mutti non demorde. Si avvicina, decisa e irremovibile. "Sento che lo devi fare." "Sì, devo lasciarmi morire qui, su questo divano".

Ore 14,00: la Mutti, impietosa,  riesce a caricarmi in macchina. Amorevolmente mi porge un sacchettino di plastica, per farmi stare più tranquilla visto che, per ovvi motivi, il secchio non me lo potevo portare dietro. Commovente, davvero. Peccato che io mi senta vagamente vittima della coercizione.

Ore 14,30: arrivo tremebonda giusto in tempo per l'appello. Digiuna di cibo, di sonno, febbricitante e nauseata all'inverosimile: un momento perfetto per sostenere un esame di due ore e un quarto.  A metà esame mi volto a guardare verso la porta e dalla finestrella scorgo il volto della Mutti, perfettamente incorniciato, che mi osserva da fuori con aria severa. Ho un sussulto, ma mi rendo conto che in fondo quello che sta facendo è davvero carino. Le faccio un cenno di spostarsi comunque, che è veramente inquietante.

Ore 16,40: consegno un foglio protocollo pieno di chissà quali interessantissime nuove teorie, frutto del mio delirio febbrile.

Ora devo rispondere a una mail di una compagna di università, in cui mi chiede le domande di quest'appello. Ehm... ma quali domande c'erano a questo appello??

[Se continuo così, cosa mi succederà per il terzo esame? Neanche a farlo apposta, il prossimo appello è venerdì 17 ]

 
 
 
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