Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

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ROTTURA DI SCATOLAME

Post n°376 pubblicato il 05 Settembre 2007 da ausdauer
 

Sono di pessimo umore in questi giorni. Talmente di pessimo umore che nemmeno le mie tende nuove, tutte sbrilluccicose, mi hanno risollevato decentemente il morale.
Ieri sera sono andata a dormire digrignando i denti, nella speranza che un sonno ristoratore mi portasse via la rogna molesta che mi attanaglia. Invece stamattina è arrivata la telefonata disperata di mia zia.

"Aus, ti devo chiedere un favore..."
"Pronto..."
"Aus?"
"Sì?"
"Ah, non ti sentivo..."
"Gnugnugnu."
"Venerdì potresti tenermi LaPiccolaPeste (nonché mio cugino) per un paio d'ore per pranzo?"
Devo trovare una scusa.... devo trovare una scusa... devo trovare...
"Sono disperata..."
"Ok..."
"Grazie Aus, eri la mia ultima possibilità!!"

Ecco, già il fatto che mi considerino "l'ultima possibilità" la dice lunga sul mio rapporto con i bambini. E qui ci vuole una premessa.

Io adoro i bambini. Sono carini, teneri, gommosi, ciccini, puccipucci trallallà... quando sono a casa loro. Con i loro genitori. Attorniati dalle loro cose. Insomma, quando non mi stanno tra le scatole. Evviva l'istinto materno, lo so.
Il fatto è che, per quanto io mi impegni, risulto autoritaria quanto un pagliaccio da circo. In albergo, sovente, i genitori di qualche bambino scalmanato tentano di redimere il figliolo dalla possessione demoniaca minacciandoli con la voce grossa: "La vedi questa signorina qui? Se non la smetti di demolire la hall a craniate ti sgrida eh!". In genere il bambino mi osserva di sottecchi, per poi scoppiarmi a ridere in faccia mentre mi impegno ad assumere l'espressione più severa del mio repertorio.
Quasi sempre finisce che, non appena certi dell'allontanamento del genitore, i suddetti bambini cominciano a seguirmi con le stesse tecniche dei marines durante le loro missioni più pericolose. Si soddisfano soltanto se con occhio torvo faccio loro presente di aver avvertito ogni loro minima mossa, perché allora possono aprire la loro bocca per deridermi "Non è vero!! Hai avuto paura!". Avere un feedback così spiazzante sulla mia credibilità mi fa male al cuore.

LaPiccolaPeste in questione è poi un dinoccolato settenne, per il quale le parole "No", "Basta" e "Non si può fare" non esistono. Anzi, è come se nel suo cervellino ci fosse stato uno scambio di associazioni di significato, forse dovuto ad una mutazione genetica che coinvolge l'area del linguaggio, pertanto frasi come "Non mangiare le patatine sul divano che lo riempi di briciole" e "Non buttare per terra tutti i cuscini" diventano "Grufola pure sul divano tra le briciole unte della tua merendina e spargile più che puoi anche sul tappeto" e "Usa pure tutti i cuscini del divano per pulire il pavimento, anzi, prendi anche tutti gli asciugamani puliti che trovi, così il lavoro riesce meglio". Non c'è nessuna attività in cui si possa coinvolgere, perché non è un bambino normale a cui piacciono i lego, le automobiline, i robottini. No, a lui piacciono le macchine e vorrebbe smontarle, valutarne gli elementi e il funzionamento interno, per poi progettarne nuove a sua volta. Ho paura che finirà per smontarmi pure Ernestino Il Portatilino se mi distraggo anche solo cinque nanosecondi per mettere a bollire la pasta.

Sono disperata. Due ore a casa con lui e i miei fratelli venerdì, tra le 12 e le 14. Non credo che sopravviverò e se lo farò, la mia casa sarà definitivamente in pezzi. Così come i miei nervi del resto. Che sia il caso di fargli vedere lo scorpione di mio fratello?

 
 
 
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