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Ipocrisia
Post n°463 pubblicato il 04 Ottobre 2013 da orsetto_bianco
Raramente sul blog tratto problemi sociali, politici, in questa sede ho sempre descritto le mie emozioni le mie passioni, ma oggi sono indignato nel sentire molti personaggi importanti usare la parola vergogna, non posso esimermi dallo scrivere della strage di Lampedusa che considero comunque una emozione violenta
Sono una miniera vivente di difetti ma non sono un ipocrita e mi domando chi si deve vergognare? Forse gli italiani che non gradivano questa immigrazione clandestina ed incontrollata? Forse chi non ha potere decisionale? Io non percepisco vergogna
Vergogna certo ma per alcuni politici e religiosi che ora gridano vergogna, che hanno alimentato questo esodo selvaggio incontrollato invece di stroncarlo col rigore e con concreti aiuti alle nazioni povere, aiuti che possono essere elargiti se non ci fossero interessi da difendere
Vergogna per coloro che sostengono che la clandestinità non è reato, alimentando questi esodi, vergogna soprattutto se chi lo afferma ha responsabilità istituzionali, vergogna ai giornalisti che non hanno neppure il coraggio di chiedere in quale nazione del mondo si può essere clandestini legalmente riconosciuti
Sono stato in molte nazioni anche nel terzo mondo, per entrare ho sempre dovuto presentare il passaporto alle autorità preposte e quasi sempre avere un visto di ingresso
Vergogna per chi sfrutta questi disperati legalmente ed illegalmente per arricchirsi e ora forse è tra chi grida vergogna, già anche legalmente, infatti è ben nota la legge del mercato della domanda e della offerta; tanti disperati e poco lavoro salari bassi, tanto lavoro e pochi lavoratori stipendi alti
Vergogna anche per chi sfrutta i poveri nelle loro nazioni sottraendo ricchezza, materie prime, pagando il loro lavoro delle miserie Vergogna a chi mi darà del razzista per queste affermazioni senza capire che certi potenti in effetti non sono razzisti, sfruttano indistamente dal colore della pelle
Vergogna a chi ipocritamente paragona gli emigranti italiani, che entravano nelle nazioni legalmente e richiesti, a questa forma illegale (per ora) di immigrazione, vergogna soprattutto perché è un insulto ai sacrifici dei nostri emigranti
Vergogna a tutti coloro che li sfruttano arricchendosi e lasciano ai cittadini onesti i costi sociali, in una nazione seria chi ha necessità di mano d’opera, dovrebbe prelevarla dal mercato interno e solo se non la trovasse richiederla all’estero attraverso le ambasciate, naturalmente garantendo al lavoratore di tasca sua: documenti in regola, viaggio dignitoso non su un barcone, stipendio equo, contributi assistenziali per il lavoratore e l’eventuale famiglia, casa adeguata alla famiglia e le imposte dovute per il lavoratore
Vergogna anche per chi seppure in buona fede ha creduto a questo buonismo a questa ipocrisia favorendo i disonesti, alimentando lo sfruttamento, spingendo spesso questi disperati alla delinquenza alla prostituzione, non è una giustificazione affermare io non sapevo, io non credevo.
Recentemente ho letto che il costo sociale in Italia per gli emigranti è valutato in circa 15 miliardi di euro l’anno, pensiamo ai centri di accoglienza, alle carceri (se non ricordo male il 65% dei detenuti sono stranieri) , alla polizia per prevenire i crimini, alla giustizia per i processi, alla sanità, alla scuola dove inevitabilmente i bambini stranieri sono emarginati non conoscendo la nostra lingua le nostre abitudini, in un mondo molto competitivo poveri piccoli partono già sconfitti
Recentemente sono stato in una nazione del terzo mondo con 30 milioni di abitanti, se i 15 miliardi di costi sociali li donassimo a questa nazione ogni abitante (compresi vecchi e bambini) disporrebbe di 500 euro annui una cifra enorme per una nazione dove la famiglia media è costituita da 8 persone, (quindi 4000 euro per nucleo famigliare) se pensiamo che il reddito medio annuo di chi lavora non arriva ai 400 euro e con questi la famiglia deve vivere
Mi domando, vi domando, se ogni nazione ricca adottasse una nazione povera non sarebbe molto meglio?
Ho vistato molte nazioni del terzo e del quarto mondo, considero del terzo mondo le nazioni povere ma dove gli abitanti hanno un lavoro dignitoso e una loro cultura, delle tradizioni, solitamente sono contadini allevatori, in queste nazioni credetemi non si soffre la fame
Certo i loro metodi di lavoro sono antiquati, nella nazione visitata recentemente i campi sono integralmente coltivati con la zappa, forniamo loro l'aratro (i trattori non saprebbero usarli e mantenerli), hanno gli animali per trainarlo, sarebbe per loro un progresso enorme
Spesso li critichiamo definendoli sporchi, ma loro non hanno la doccia, la lavatrice, il pavimento in casa, il rubinetto, i servizi igienici, l’acqua la prendono al pozzo spesso lontano, forniamo loro i tubi insegnamole a costruire gli acquedotti
Li critichiamo perché hanno troppi figli, non ci rendiamo conto che coltivando i campi con la zappa un figlio è mano d’opera, è vero sarà anche una bocca da sfamare ma appena svezzato sarà in grado di produrre una quantità di riso o di magnoca leggermente superiore a quella che pretende, sarà inoltre per i genitori la futura pensione, quando vecchi, non saranno più in grado di lavorare, con un semplice aratro comprenderebbero che serve meno forza lavoro e troppi figli sarebbero solo bocche da sfamare, sono certo in poco tempo si ridurrebbero le nascite
Non servono grandi opere se davvero c’è la volontà di aiutarli onestamente
Esiste purtroppo anche un quarto mondo… è dove siamo arrivati noi… col miraggio della nostra cultura, del nostro benessere, li abbiamo sradicati dalle campagne, dai loro lavori tradizionali, abbiamo costruito aziende spesso altamente inquinanti, nessun depuratore, nessuna regola, certo qualche “fortunato” viene assunto invece dei 400 euro annui ha uno stipendio di 600 euro annui, ovviamente nessuna garanzia sociale, chi si ammala, chi si ribella viene espulso, chi è vecchio non avrà diritto ad una pensione, dietro le quinte milioni di disoccupati disponibili a sostituire il “fortunato”
Quando c’era la schiavitù, per il padrone lo schiavo rappresentava un capitale, lo doveva acquistare aveva interesse che il suo capitale durasse nel tempo, in qualche modo lo curava, ora i disperati non costano nulla, chi non è più produttivo viene facilmente sostituito da un altro disperato
Attorno alla fabbriche nelle favelas milioni di disperati in attesa dell’assunzione, del loro turno, del miraggio
Col tempo i disperati disperdono la loro cultura, non sono più in grado di ritornare alla loro terra ad allevare bestiame, coltivare i campi e se la fabbrica li respinge per loro la loro famiglia la fame
Nel quarto mondo si muore per strada, non c’è l’aggregazione sociale che esiste nei villaggi tradizionali, nessuno aiuta, nessuno può aiutare, si uccide per pochi spiccioli, la vita non ha nessun valore
La fame in quei luoghi l’abbiamo portata spesso noi… con la nostra ipocrisia, il nostro buonismo, ovviamente strumentalizzati da potenti senza scrupoli che per arricchirsi sfruttano questa disperazione
Sono consapevole con questo post urterò la sensibilità di molti ma detesto l’ipocrisia e ci vuole qualcuno che ogni tanto descriva la realtà, senza piangere su tragedie annunciate che si ripeteranno
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