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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

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Commento al Vangelo di oggi, Domenica 15 Marzo 2015

Post n°1432 pubblicato il 15 Marzo 2015 da francesconapoli_fn

Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21: (In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»). PAROLA DEL SIGNORE. 

Commento a cura di Don Lello Ponticelli, sacerdote. 

 
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giuscip1946
giuscip1946 il 14/06/15 alle 21:44 via WEB
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Tre sono le dimore di noi umani: o siamo in esilio nel corpo, ma fuori dal regno del Signore Dio oppure siamo in esilio fuori dal corpo e dimoriamo nel cuore del Signore Dio Onnipotente, ma il pericolo è che l’anima non sia né nel corpo né nel regno del Signore DIO. Chi crede è già nel Suo regno anche se è ancora nella carne. La verità è che noi non siamo carne, quando ci crediamo carne viviamo nelle tenebre. L’uomo che si crede carne vive secondo la carne e si preoccupa solo della carne e, volere o non volere, non cerca la sua salvezza. Chi vive secondo la carne prima poi perde la perdita di fiducia in se stesso e va verso ogni tipo di malattie mentali. Infatti non sarebbe accettabile vedere se stessi deperire giorno dopo giorno e l’approssimarsi del giorno della morte per noi e per i nostri cari. Per questo è stato detto: La verità vi rende liberi come figli di Dio. Camminiamo nella fede e non nella visione, la fede è speranza e diventa certezza quando diventa credere – fiducia totale - e possiamo anche dire che pur camminando nella fede e non nella visione abbiamo il sentimento che guida i nostri passi e rafforza la nostra fede fino alla certezza – credere. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. L’unica via per essere a Lui graditi è fare la Sua volontà che consiste nel cercare la nostra santificazione osservando i suoi comandi che non sono gravosi e ci sono stati dati conformi alla nostra natura umana ed alle nostre capacità. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male. Padre Pio – ora San PIO – la sera prima di morire sentiva che era arrivata la Sua ora, il confratello che Lo assisteva racconta che fosse preoccupato pensando di non essere a Lui gradito, eppure era santo! Noi ci preoccupiamo o non ci poniamo neanche il problema? VANGELO Mc 4,26-34 Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». L’uomo che si avvicina ai sacramenti con fede è terra buona per accogliere il seme che lo porta verso il regno dei cieli e cammina ogni giorno sulla strada che porta alla salvezza senza che si accorga. Se non fosse terra buona prima di avvicinarsi ai sacramenti, prima di averli ricevuti, deve diventare terra buona per far crescere il seme. Il seme è la grazia che nessuno merita di ricevere. In ogni caso possono sperare in questa grazia solo coloro che hanno scelto di non confidare nelle cose del mondo. La fiducia nel Signore fa entrare nell’uomo lo Spirito Santo che lo guida nel suo cammino verso il cuore del Signore DIO stesso senza che lui si accorga. Quando entra lo Spirito non più l’uomo guida i suoi passi, ma lo Spirito e lui non oppone resistenza perché vive nella certezza che chi lo guida è amore e sapienza. Tutto molto bello , ma bisogna vedere se la decisione di camminare su questa strada appartiene al cuore o alla mente. Se nostra fede è una fede idea, non germoglierà niente, anzi continuerà a crescere ciò che l’uomo ha seminato quando ha deciso di camminare secondo il mondo. Continua a crescere ciò che il maligno ha seminato . Se non siamo santi ognuno di noi è stato colpito da qualcosa di questo mondo, abbiamo cioè riposto la nostra fiducia in ciò che non è Signore Dio Onnipotente perché il maligno ha gettato il suo seme e noi siamo stati la terra nella quale ha germogliato e continua a crescere anche senza che ci accorgiamo. Solo insistendo nella nostra opera di bonifica della nostra terra, il nostro cuore, e stando attenti a che non cresca nuova zizzania, il buon seme germoglierà e crescerà ogni giorno. Inganna se stesso chi pensa che la nostra salvezza dipenda solo dal Signore Dio. Non è scritto che possiamo star tranquilli perché il Signore salva tutti, ma è scritto che chi crederà sarà salvato. Chi crede purifica se stesso ogni giorno, chi crede è colui che crede nella sua impurità e se ne preoccupa . Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Il Signore Gesù sta paragonando il regno di DIO ad un granello di senape, non perché il regno del Signore DIO sia piccola cosa, ma per farci intendere che la minimissima parte del Suo regno in noi, la grazia, se l’apprezziamo, il Signore DIO la moltiplicherà fino a farla diventare grande secondo la nostra fede e secondo la conoscenza della nostra verità e oltretutto secondo le nostre opere. In chi apprezza la grazia, la grazia cresce sempre di più. Chi apprezza la grazia diventa luce del mondo e sale della terra, beato costruttore di Pace perché vive in Pace, se la Pace vive nel cuore dell’uomo vive anche nel dialogo fra questo uomo ed altri uomini. Il regno di DIO nell’uomo rende l’uomo amante, paciere, coraggioso, sapiente, umile, mite, dolce e buono di cuore, sveglio, attento, deciso, preciso e speranza per se stesso e per altri. Il regno di DIO nel cuore dell’uomo rende l’uomo vivo per dare la vita a quelli che l’hanno perduta. Il regno di Dio nell’uomo rende l’uomo simile alla più grande pianta dell’orto dove gli uccelli del cielo possono fare il loro nido alla sua ombra. Il regno di Dio nell’uomo trasforma l’uomo da uomo comune ad uomo ricercato da quelli che cercano la vita che hanno perduto. Il regno di DIO nell’uomo porta all’uomo persecuzione da parte di coloro che hanno scelto la morte come grazia, ma la persecuzione, che non può mai arrivare allo Spirito, è il segno che l’uomo è diventato luce del mondo e sale della terra. Come nessuna tenebra riesce a spegnere la più piccola delle lampade, così chi è perseguitato non potrà mai essere colpito nello spirito. Il regno di DIO nel cuore dell’uomo appartiene all’uomo cristiano, se il mondo ci cerca e ci perseguita siamo cristiani altrimenti siamo un ramo secco sul quale nessuno tira sassi per prendere un frutto. San Paolo nella seconda lettura ha detto che fino quando viviamo nel corpo siamo in esilio, ma fino a quando abbiamo la vita del corpo abbiamo la possibilità di tornare dall’esilio e questo è lo scopo del nostro passaggio su questa terra. Il Signore è la nostra salvezza, se superiamo il Suo giudizio. Vuole riportarci a casa, ma poi dipende da noi. Grazie Signore Gesù.
 
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