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Post n°146 pubblicato il 13 Novembre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

I progressi scientifici, le invenzioni, così come le grandi opere sono accolte calorosamente da chi ne intravede un possibile utilizzo, e osteggiate invece da chi le vede come una minaccia.
Si deve trovare un criterio univoco, altrimenti si rischia l'effetto BANANA (acronimo che significa Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything, cioè "Non costruire assolutamente nulla in alcun luogo vicino a qualunque cosa"), con conseguenze negative per tutti. La legge stabilisce che l'interesse pubblico deve avere la priorità su quello privato, anche se a volte capita che vogliano far passare l'interesse delle lobby per quello pubblico.

Poi c'è l'effetto NIMBY (acronimo inglese per Not In My Back Yard, cioè "Non nel mio cortile") che indica quell'atteggiamento che pur riconoscendo come necessaria un'opera, o comunque possibile, contemporaneamente non la vuole nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale.

Per quanto riguarda l'alta velocità sembra più la paura di qualcosa che non si conosce misto all'interesse legittimo di chi avrà la proprietà espropriata o attraversata dalla linea.
Proviamo a spiegare perché bisogna essere favorevoli al trasporto su ferro. Vediamo i vantaggi dell'alta velocità, anche sulla base dell'esperienza di altri Paesi europei che hanno iniziato ad investirci già negli anni '80.

  • Il treno non inquina, quindi rispetto ad altre modalità di trasporto rappresenta un indiscusso vantaggio per l'ambiente. In alcuni Paesi, come la Francia, i TIR sono obbligati a imbarcarsi su appositi treni merci per percorrere alcune tratte.
  • La costruzione di nuove linee alta velocità, libera le linee tradizionali a vantaggio del trasporto locale e dei pendolari, permettendo una maggiore frequenza e regolarità dei treni regionali.
  • L'alta velocità/alta capacità oltre al trasporto passeggeri può essere utilizzata anche per le merci, togliendo dalle strade migliaia di mezzi pesanti, con notevoli vantaggi per l'ambiente e la sicurezza delle strade. La linea attuale con pendenze del 32 per mille non è competitiva. Per prodotti come la meccanica, gli elettrodomestici o le automobili, contano le tonnellate che si possono trasportare e le linee AV/AC hanno pendenze entro il 12 per mille. L'obiettivo non deve essere solo portare su ferro le merci che ogni giorno viaggiano su oltre 4.000 TIR, ma migliorare la competitività dei prodotti e delle regioni italiane.
  • La riduzione dei tempi di percorrenza introduce maggior concorrenza rispetto anche all'aereo, con conseguente diminuzione dei prezzi. Prendiamo come esempio quanto accaduto sulla Roma-Milano, dove Alitalia ha dovuto tagliare drasticamente i prezzi per fronteggiare la concorrenza del Frecciarossa. Addirittura in Spagna sulla Madrid-Barcellona, l'Iberia ha quasi cancellato i collegamenti aerei.
  • L'alta velocità accorciando le distanze cambia le abitudini delle persone. Aumenta la libertà di scegliere dove vivere e le opportunità occupazionali. Oggi Roma e Napoli costituiscono un unico mercato del lavoro: dove molti scelgono di vivere in una città e lavorare nell'altra. Se prima dell'avvento dell'alta velocità i napoletani che lavoravano a Roma erano costretti a prendere in affitto una stanza, oggi con l'abbonamento risparmiano e possono trascorrere più tempo con la famiglia stando a casa.
  • Dal punto di vista economico permette di incrementare i flussi turistici, migliorando l'accessibilità delle città. Ridurre i tempi di un Milano-Parigi da 7 a 4 ore, permette di moltiplicare i flussi turistici per le città d'arte italiane. Adesso possono venire solo i turisti che hanno minimo una settimana, domani potranno farlo anche solo per un week end. Già esistono treni che collegano Italia e Francia (6 TGV al giorno), ma l'aumento della domanda creerà un mercato che oggi non esiste, con effetti positivi a catena sui livelli occupazionali. Questo è il nesso che lega le infrastrutture con lo sviluppo.
  • Le valutazioni sui rischi di impatto ambientale dipendono dalla bravura dei progettisti. In Svizzera esistono opere di ingegneria ferroviaria in mezzo alle montagne, che non solo si integrano alla perfezione con la natura, ma sono un mezzo formidabile per valorizzarla dal punto di vista turistico.
  • Il report annuale del WWF sullo stato dell'ambiente indica l'incremento del trasporto su ferro come il modo per ridurre le emissioni di CO2. Questa e altre motivazioni sono alla base del sostegno all'alta velocità degli ambientalisti francesi oppure della costruzione dei raccordi AV sotto le montagne svizzere.
  • Il successo dei treni veloci è anche economico. Basti pensare che le Ferrovie dello Stato, da sempre in perdita, hanno prodotto utili grazie all'avvento dell'alta velocità. Ovunque in Europa si registrano elevati coefficienti di riempimento dei treni, tanto è vero che i privati premono per entrare in questo nuovo mercato.

Chi vuole preservare l'ambiente dovrebbe essere tra i sostenitori di un moderno trasporto su ferro. La ferrovia se fosse rimasta quella dell'800, come in Val Susa, sarebbe scomparsa da un pezzo. Il calo del traffico merci e passeggeri avviene sia a vantaggio di altri mezzi di trasporto più competitivi, che di regioni collegate meglio. Pensate ai porti Italiani, superati da Rotterdam grazie ai migliori collegamenti ferroviari con l'Europa.
Ho sentito tante stupidaggini in questi giorni.
Beppe Grillo, che fa il comico, fa battute sulle mozzarelle a 300 all'ora, qualcuno dovrebbe spiegargli che grazie all'infrastruttura alta capacità e alla potenza dei locomotori da 25.000 volts, ognuno di essi potrà trasportare il quadruplo delle tonnellate di oggi e anche se andasse a 180 km/h è comunque una velocità doppia rispetto a quella attuale. Se un treno merci tradizionale sostituisce 20 TIR, uno alta capacità ne potrà sostituire più di 60.
NO a chi vuole condannare l'Italia al Mobility Divide.
SÌ all'AV con l'Europa e con il Sud!

Ci sono ottime probabilità che stavolta i costi non lieviteranno indebitamente, perché la società appaltante LTF è partecipata anche dai francesi ed è sottoposta a una triplo controllo da parte delle Corti dei Conti italiana e francese, oltre a quello europeo che cofinanzia l'opera.
La Torino-Lione è una priorità europea, frutto di accordi internazionali, finanziata per il 40% da tutti i paesi membri dell'UE.
Anche dal punto di vista ambientale bisogna ragionare in termini di priorità. Vale più il singolo vigneto o le emissioni totali di CO2 e altre sostanze inquinanti frutto della combustione del gasolio e del kerosene di migliaia di TIR o aerei?

È giusto chiedere garanzie sulla qualità e la sicurezza del progetto, ma far finta di non vedere i benefici dell'alta velocità fa fare la figura del vecchio maniscalco che nel secolo scorso tentava di opporsi all'automobile.
Dobbiamo chiedere che venga utilizzata per eliminare il traffico merci su gomma, che non ci siano sprechi e che i progetti siano ben fatti. Allora i beneficiari saremo tutti: non solo chi la userà, ma anche chi i treni li vedrà solo sfrecciare, ma in un ambiente meno inquinato da automobili, mezzi pesanti e aerei.
Si tratta di un'opportunità importante, bisogna vedere se siamo capaci di coglierla.
Uno dei rischi sarà l'ingresso dei privati, che mina l'equilibrio del sistema ferroviario. In pratica si continuerà ad utilizzare soldi pubblici per costruire e mantenere le linee per poi dare i proventi ai privati, questo mi sembra il vero scandalo.

 
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Raccolta firme

Post n°145 pubblicato il 09 Novembre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

Raccolta firme per rimuovere via Bettino Craxi da Albano Laziale.

Promossa dal Movimento 5 stelle. (Se avessimo amministratori sensibili ai temi della legalità e dell'onestà non ci sarebbe stato bisogno di raccogliere le firme dei cittadini onesti)

Sabato 12 novembre
Albano - P.zza S.Pietro dalle 15.00 alle 20.00

Sabato 19 novembre
Albano - P.zza S.Pietro dalle 15.00 alle 20.00

Domenica 27 novembre
Cecchina dalle 9.00 alle 13.00

 
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Quale futuro per Albafor e Albalonga

Post n°144 pubblicato il 08 Novembre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

Intervista a Vincenzo Guarino, consigliere comunale presidente della Commissione Bilancio.

Alla luce dell'indagine svolta dalle società di revisione sull'Albalonga a quanto ammonta il reale indebitamento e le perdite delle aziende municipalizzate?
Per quanto riguarda Albafor abbiamo una perdita per il 2010 di 332.000 euro e nel 2011 sta perdendo 92.000 euro.
Mentre per l'Albalonga la situazione è più grave. Sono state riscontrate perdite nel 2010 per 3.000.000 di euro e di 700.000 euro nel 2011.
La differenza tra le due società non riguarda solo l'entità delle perdite, ma soprattutto il tipo di attività svolta e la gestione finanziaria della stessa. Entrambe sono strategiche ma mentre l'Albafor si occupa di formazione, inclusa quella dell'obbligo scolastico, confrontandosi sul mercato dei bandi di finanziamento regionali; Albalonga può contare solo sui trasferimenti del Comune, oltre agli esigui introiti dei parcheggi e delle farmacie.

Il consiglio comunale del 31 ottobre ha deciso di ricapitalizzare l'Albafor e di porre in liquidazione controllata l'Albalonga. Quanto costeranno queste operazioni al Comune?
L'Albafor verrà ricapitalizzata con circa 300.000 euro, sufficienti a ricostituire anche il capitale sociale minimo di 120.000 euro previsto per le società per azioni. Per l'Albalonga verrà nominato un liquidatore e le ipotesi sono molteplici: che vanno dalla chiusura, al ritorno in bonis della società, passando per soluzioni intermedie previste dalla normativa. Comunque la responsabilità è circoscritta agli asset e al capitale sociale della società, senza ripercussioni per il Comune.

Avete individuato le azioni da intraprendere per risolvere le cause che hanno minato l'equilibrio economico di Albafor? Esiste un piano industriale per renderla più efficiente?
Non è possibile ricapitalizzare una società se il socio non crede nella possibilità di risanamento e di ritorno all'equilibrio economico. Il piano industriale presentato dal CdA si fonda sulla spending review, cioè su una revisione complessiva della spesa. Il contenimento dei costi comprende tutte le voci: dalle consulenze, al costo del lavoro, ecc... Si deve prendere coscienza che non possiamo permetterci ulteriori inefficienze in quanto la priorità deve essere la gestione oculata del denaro dei cittadini.

La mancanza di trasparenza è una delle cause del malaffare, saranno finalmente accessibili on line il piano industriale e i bilanci delle società municipalizzate?
Noi abbiamo vinto le elezioni sulla trasparenza e la partecipazione. Stiamo facendo chiarezza e personalmente sono d'accordo alla pubblicazione del bilancio non appena sarà approvato.
Al momento dell'approvazione decideremo anche come condividerlo con i cittadini.

Pensa sia necessaria un'azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori?
All'interno della delibera abbiamo dato indirizzo al Sindaco di verificare i presupposti per avviare un'azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori nell'interesse di tutta la città, come previsto dal Codice Civile.

 
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Partiamo da zero.

Post n°143 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

Basta che se ne va?
La disoccupazione, il debito, la crisi, la povertà, la corruzione, il conflitto d'interessi... tutta colpa di Mister B.
Messa così sembra facile: alle prossime elezioni basterebbe mandarlo finalmente ad Antigua, ma siamo sicuri che il problema sia Mister B e non gli italiani?
Non siamo capaci di fare una rivoluzione per cacciare una casta politica incapace e corrotta.
Anzi una numerosa minoranza si sente ben rappresentata: basta pensare ai milioni di evasori, faccendieri e corrotti, che lo ringraziano per i condoni, scudi fiscali e depenalizzazioni varie.
Aggiungiamo anche chi senza arte ne parte, attende passivamente gli venga regalato un posto di lavoro pubblico in cambio dei voti della propria famiglia.
Due milioni di giovani non studiano e non lavorano, in pratica oltre il 20% degli italiani tra i 15 e i 29 anni trascorrono il proprio tempo vedendo il Grande Fratello, hanno come modelli i "tronisti" della De Filippi e pensano che non serva studiare, meglio giocare a calcio o concedersi al bunga bunga.
La cultura e l'istruzione rappresentano una minaccia per il potere corrotto, per questo motivo nei secoli passati sia i re che i papi hanno mantenuto il popolo analfabeta.
La situazione purtroppo è compromessa: in democrazia contano i numeri e se ci sono tanti disonesti e "coglioni" corriamo il rischio di ritrovarci un Berlusconi presidente del Consiglio o un Cuffaro governatore della Sicilia.
L'esperienza politica in Italia mette in discussione i principi di uguaglianza alla base della democrazia, perche di fatto il suffragio universale viene usato da pochi disonesti per raggiungere i propri obiettivi.
Le democrazie evolute sono caratterizzate da valori condivisi e da un sistema educativo ben organizzato, mentre in Italia siamo in piena fase di regressione culturale.
Siamo sicuri che Mister B sia la causa e non l'effetto di questa decadenza morale e culturale?
Non basta sostituirlo con qualcuno più capace e con meno interessi, ma serve un grande progetto di alfabetizzazione di massa, dobbiamo ripartire dall'ABC: dalla storia, alla geografia, dalla letteratura, all'etica, ecc... Altrimenti non ci si può stupire se qualche somaro si inventa regioni come la padania!

Minaccia o speranza
Ci sono una serie di movimenti che sono nati per dar voce alle istanze di rinnovamento di migliaia di italiani, soprattutto giovani. Abbiamo il movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la rete dei cittadini, libertà e giustizia, ecc...
Molti non vogliono costituire nuovi partiti perché forse pensano che quelli esistenti bastano e avanzano, oppure sono alla ricerca di un sistema diverso che aiuti a superare i limiti riscontrati in quello attuale.
Tra tutti il Movimento 5 stelle è quello che assomiglia di più a un partito: ha un vertice, delle sezioni locali, i sondaggi lo accreditano al 4 o 5 per cento. Basta usare le nuove tecnologie per essere diversi? La maggioranza sono giovani e questo è positivo.
Chi ci garantisce che non diventino come gli altri? Anche la Lega Nord all'inizio si era presentata come una novità che contestava Roma "ladrona", per poi diventare l'incarnazione della partitocrazia dirigista, corrotta e nepotista.
Il copione è quello scritto da Orwell: i rivoluzionari si corrompono con il potere. Non basta cambiare gli interpreti per avere il lieto fine.
Mister B augura lunga vita a Beppe Grillo perché secondo lui sottrae voti al centrosinistra, sicuramente non voterebbero per lui, anzi probabilmente non voterebbero affatto.
Beppe Grillo ha il merito di aver convinto alla partecipazione tanti normali cittadini delusi dalla politica italiana, per questo rappresentano una speranza e una ventata di idee nuove.
I movimenti non possono andare in ordine sparso, tipo armata brancaleone. Dovrebbero fissare degli obiettivi e capire come poterli raggiungere, facendo i conti con ineluttabile la realtà dei numeri.
La prima ipotesi è andare soli per dare un'alternativa: il rischio sarebbe non raggiungere la soglia minima di voti per entrare in parlamento o comunque stare all'opposizione.
Per cambiare il sistema ci vuole tempo, bisogna cambiare gli italiani e farli diventare cittadini democratici adulti.
La seconda ipotesi prevede un'alleanza sui contenuti senza illusioni o ipocrisie. È la strategia adottata da 50 anni dai Radicali che, anche con piccole percentuali di consenso, hanno determinato cambiamenti epocali di questo Paese.

L'opposizione è pronta?
Il Partito Democratico se vuole vincere deve mettere da parte gli alchimisti delle alleanze e degli accordi sottobanco tipo D'Alema, e aprirsi ai contributi della società civile.
Che questa sia la strada da seguire lo dimostrano le vittorie di Napoli e Milano, nessuna ottenuta da candidati del PD, ma con l'impegno dell'associazionismo e la partecipazione dei cittadini.
Non deve essere un'operazione di facciata perché il tempo è scaduto e il rischio di andare gambe all'aria è molto concreto.
È arrivato il momento di lasciare il posto ai giovani. Sembra una di quelle frasi fatte, tipo non esistono più le mezze stagioni, eppure non si rassegnano.
Vi ricordate quando Debora Serracchiani prese più voti di mister B alle ultime elezioni europee? Uno statista serio, che pensa al bene del Paese, si sarebbe preparato a lasciare il testimone, invece i vertici del PD sono in trincea per tentare di resistere al passare del tempo.
Visto che non vogliono capire bisognerà "rottamarli". Davide Faraoni, consigliere regionale siciliano di 34 anni, insieme al sindaco Matteo Renzi, a giovani imprenditori e docenti universitari si sono riuniti a Firenze dal 28 al 30 ottobre per parlare di contenuti e di futuro.
L'Italia dei Valori è cresciuta, conquistando consensi non solo a sinistra. Antonio Di Pietro tenta di costruire il partito entrando nelle fabbriche e aprendosi alla società civile. Vista da fuori quest'apertura sembra avvenga senza intaccare la "proprietà" del partito, e con grandi carenze a livello organizzativo. Come in tutti i nuovi partiti si corre il rischio di non riuscire a selezionare i partecipanti, per poi scoprire di avere degli Scilipoti in seno non solo a livello nazionale.
Una delle scelte più "azzeccate" è stata quella di De Magistris, che ha sbaragliato la concorrenza a Napoli grazie al sostegno dell'associazionismo.
L'obiettivo di tutti dovrebbe essere ridurre l'astensionismo e stimolare la partecipazione, dicendo basta agli intrighi e ai privilegi.
Le esperienze analizzate finora dovrebbero essere d'insegnamento anche per le realtà più piccole come Albano. Anche da noi la vittoria del centrosinistra è avvenuta con il sostegno delle associazioni, che ancora aspettano il regolamento sulla partecipazione e tutti quei cambiamenti che purtroppo tardano ad arrivare.
Il terzo polo si sta auto ridimensionando, perché non basta rinnegare mister B, servono argomenti e soprattutto facce nuove.

Il voto cattolico
Si parla del voto cattolico quasi fosse un'entità metafisica, invece che cittadini con le proprie idee. Essere di religione cattolica non significa necessariamente scegliere un partito che si dice cristiano, anzi spesso proprio i rappresentanti di tali partiti hanno dimostrato grande incoerenza e ipocrisia rispetto ai valori che avrebbero dovuto difendere.
Nelle settimane passate si sono riunite a Todi diverse associazioni, dalla CISL alla Comunità di Sant'Egidio, per tentare di riorganizzarsi in vista delle prossime elezioni. Hanno bocciato l'attuale governo e non vogliono costituire l'ennesimo partito, lanciando un appello alla partecipazione, ritenendo un peccato di omissione il disinteresse e la delega in bianco.
La mancanza di partecipazione ha lasciato in questi anni campo libero alle mele marce, ostacolando allo stesso tempo il ricambio.
Attenzione a non farsi illusioni, di buoni propositi è lastricata la strada dell'inferno.
La parte positiva è che la base cattolica è stanca dell'incoerenza e della corruzione della sua classe dirigente, ma sembra in atto l'ennesimo tentativo di imbrigliare le spinte riformatrici, facendo finta di cambiare tutto affinché nulla cambi.
Prendiamo per buona la chiamata alla partecipazione, c'è bisogno di persone giovani, senza interessi privati da difendere, capaci di testimoniare in modo coerente i valori cristiani della solidarietà, dell'onestà e della giustizia. Tutte cose difficili da trovare negli attuali rappresentanti del voto cattolico in parlamento.
Onestà significa anche fare gli interessi dell'Italia e non del Vaticano, quindi far pagare l'ICI sugli immobili non destinati al culto o ad opere di carità è un modo cristiano per ridistribuire la ricchezza. Oppure inserire tra i destinatari dell'8 per mille anche le finalità per cui vengono utilizzati quei fondi, ad esempio mettendo al posto dello Stato: la scuola, la ricerca, ecc...

Conclusioni
La parola d'ordine del cambiamento è dunque "partecipazione".
Indignati? Lo siamo tutti. Come si fa a non essere incazzati se chi ti obbliga ad andare in pensione a 67 anni con un 1/3 dell'ultima retribuzione, prende un ricco vitalizio dopo appena 5 anni di legislatura. Le ragioni della rabbia sono numerose e tutte importanti: i disoccupati, i precari, chi paga le tasse anche per chi evade, tutti chiedono soluzioni concrete. Basterebbe un po' di giustizia, cancellare i privilegi, ridurre gli ostacoli per l'accesso alle professioni, favorire il ricambio in politica ponendo un limite al numero di mandati, adottare criteri di selezione meritocratici per le municipalizzate, ecc...
I movimenti possono dare un grande contributo con saggezza e pragmatismo. Il momento critico dell'Italia non ammette egoismi o voli pindarici.

 
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Inchiesta su Albalonga e Albafor

Post n°142 pubblicato il 15 Ottobre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

1. SITUAZIONE
Di fronte al rischio di dissesto finanziario delle municipalizzate assistiamo da alcune settimane a uno scambio di accuse tra opposizione e maggioranza che non aiuta a capire le cause del problema e nemmeno a trovare le soluzioni. Proviamo a ricostruire la realtà con dati e numeri, tentando di fornire elementi di giudizio il più possibile oggettivi.
Negli ultimi anni si è affermata la tendenza a "esternalizzare" alcuni servizi pubblici, cioè si sono affidate a soggetti esterni alcune attività prima svolte direttamente dalle amministrazioni comunali. Questo è il caso ad esempio dell'acqua e delle fognature.
Anche il Comune di Albano ha scelto di percorrere questa strada ed oggi è socio unico dell'Albafor, che si occupa di formazione, e dell'Albalonga che gestisce un insieme molto vario di servizi per conto del Comune: i parcheggi a pagamento, le farmacie comunali, gli asili nido, il teatro Alba Radians, i servizi socio assistenziali, la ludoteca, le affissioni, la pulizia degli uffici e dei bagni pubblici, i servizi di accoglienza presso il museo e alcune funzioni di supporto amministrativo in vari uffici comunali.
La discussione sui reali vantaggi delle esternalizzazioni è aperta, alcune esperienze in particolare hanno evidenziato come conseguenze aumenti dei costi per i cittadini e un peggioramento della qualità del servizio.
L'Albalonga è stata costituita nel 2002 principalmente per evitare i vincoli imposti dal patto di stabilità, come il blocco delle assunzioni, e per alleggerire il bilancio comunale di alcune voci di spesa corrente. In pratica in questo modo è stato possibile spendere indebitandosi, senza avere i limiti e i controlli imposti alla pubblica amministrazione.
Oggi l'Albalonga insieme all'Albafor occupano circa 330 dipendenti, dei quali 120 assunti durante l'ultima campagna elettorale e in totale hanno ... precari con contratti a tempo determinato. Il costo dei neo assunti supera il milione di euro l'anno, ma quali sono i nuovi servizi che dovrebbero giustificare questo aumento del personale?
Solo l'Albafor ha ben 21 dirigenti che costano all'azienda circa 750.000 euro l'anno. Per capirci una scuola media come quella di Albano: con circa 600 bambini suddivisi in 30 classi su tre sedi, ha tra corpo docente e personale tecnico amministrativo circa cento persone e la dirigente scolastica è una sola in comune con la scuola media di Castel Gandolfo.
Il principale capitolo di spesa di queste società sono gli stipendi del personale. Le assunzioni avvenivano per chiamata diretta senza concorsi, cosa che da giugno 2010 non è più possibile perché grazie a una modifica dello statuto si dovranno applicare le stesse regole vigenti per la pubblica amministrazione.
Per anni abbiamo denunciato la mancanza di trasparenza nella gestione e gravi casi di incapacità gestionale. Ad esempio pochi sanno che l'Albalonga per anni ha gestito un bar interno al tribunale, mettendo da parte le considerazioni sull'opportunità che un soggetto pubblico gestisca un bar, vorremmo sapere perché sia rimasto aperto fino ad arrivare a perdere 23.000 euro l'anno? Oppure perché la gestione delle mense scolastiche perdeva circa 300.000 euro l'anno? Forse adeguare il prezzo sotto elezioni era troppo impopolare.

2. CONTESTO
L'amministrazione comunale deve fare i conti con i tagli imposti dal governo agli enti locali, che per Albano ammontano a circa 1.300.000 euro.
A questi si aggiungono 2.800.000 euro per un risarcimento stabilito dal tribunale al termine di una causa iniziata nei primi anni '90 per una procedura di un esproprio fatta male. Il Comune ha fatto ricorso, ma per il momento la sentenza è esecutiva e vorremmo sapere quando, dove e chi ha fatto questo esproprio e perché oggi dovrebbero essere i cittadini a pagare il risarcimento.
Visto che il totale delle entrate del Comune ammontano a circa 46 milioni di euro, siamo di fronte a una diminuzione del 10% delle risorse.
In questo momento serve un'opposizione capace di fare proposte e non solo di scaricare le proprie responsabilità sull'attuale maggioranza.
D'altra parte l'amministrazione rischia di rimanere con il classico cerino in mano, per questo è importante essere trasparenti, cercando di spendere meno per erogare gli stessi servizi, aumentando la produttività e tagliando gli sprechi.
Serve una drastica cura dimagrante, l'Italia in genere non può più permettersi strutture elefantiache poco efficienti.

3. CAUSE
Molti si accorgono del problema solo adesso, perché le due società rischiano di rimanere schiacciate dai debiti. Sono tutti d'accordo nel dire che questo sia l'effetto di anni di gestioni clientelari, poco trasparenti, aggravate dall'incapacità di persone scelte non in base al merito.
Il business delle municipalizzate non risente di bruschi cali della domanda, si possono fare previsioni abbastanza attendibili del fabbisogno di personale o di cassa. Inoltre un'azienda non fallisce se per un anno registra una perdita, come vorrebbe far credere la propaganda dell'opposizione. Ci sono voluti anni e anni di gestioni dissennate per far fallire l'Alitalia, e abbiamo visto come a Roma le assunzioni clientelari abbiano portato quasi al fallimento dell'azienda di trasporto pubblico (ATAC).
Comprare i voti sfruttando i bisogni della gente è una pratica comune tra i politici più squallidi e incapaci. Più le persone sono bisognose, più il "prezzo" del voto è basso. Possono bastare 50 euro o due buste di spesa, ma la strada più conveniente è elargire assunzioni nelle aziende pubbliche e far pagare il conto alla collettività.
Questo è il meccanismo che permette ai politici disonesti di mantenere il potere e contemporaneamente di peggiorare i servizi erogati dalle municipalizzate, che si ritrovano dipendenti poco capaci e fedeli al politico che li ha fatti assumere, invece che all'azienda.
I cittadini onesti sono disposti a fare ancora sacrifici per mantenere posti di lavoro frutto del voto di scambio?
In Italia calpestare il merito per far posto ai raccomandati è una consuetudine talmente consolidata, che per alcuni sembra strano il contrario. Cosa hanno queste persone di più di altre centinaia di giovani senza lavoro? Hanno venduto il voto delle loro famiglie in cambio di un posto di lavoro che meritava qualcun altro.
Si può tagliare il nodo gordiano della corruzione, dell'incapacità e del parassitismo, ma non basta far finta di fare i concorsi, serve coraggio e la voglia di cambiare le cose per il bene dei nostri figli.

4. PROPOSTE
Tra gli scenari possibili c'è un'azione di responsabilità presso la Corte dei Conti nei confronti dei precedenti amministratori che potrebbe far ottenere un risarcimento, non solo per le irregolarità contabili che dovessero essere scoperte, ma anche per eventuali inadempienze di obbligazioni fiscali e previdenziali, nonché per ipotesi di sottrazione di valori sociali attraverso acquisti a valori gonfiati o svendite.
In pratica quello che il simpatico personaggio di Gasperino nel Marchese del Grillo rimprovera al suo amministratore: "Ma come, compramo tutto a tre volte il prezzo corente e solo 'a legna 'a vennemo alla metà?!?! Dice nun me fido..."
La responsabilità deriva anche dall'eventuale omissione di tutte quelle cautele e verifiche normalmente richieste per la scelta di un'operazione economica, come possono essere i bandi di gara o le aste per la scelta dei fornitori. Infatti i sistemi di selezione pubblica dei fornitori servono a garantire non solo trasparenza, ma anche a facilitare la concorrenza e ottenere dei risparmi.
In questo modo si farebbero pagare i reali responsabili, salvando i lavoratori e i fornitori in buona fede, ma soprattutto gli ignari cittadini.
Per reperire nuove risorse si deve puntare con decisione sull'innovazione. Ad esempio adottando i software liberi, come "open office", si potrebbe tagliare drasticamente la spesa per le licenze dei programmi istallati sui PC degli uffici comunali (1), istallando pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole o sostituendo i sistemi di illuminazione pubblica tradizionali con quella a LED si possono ottenere risparmi anche del 90%, ecc...

(1) per scrivere gli articoli del blog uso open office.

 
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Contro la censura

Post n°141 pubblicato il 06 Ottobre 2011 da biancoblu78

Mentre l'Italia affonda Mister B. pensa a come zittire l'unico mezzo che non controlla: internet.

berlusconi VATTENE!!!

 
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Cause ed effetti dell'evasione fiscale

Post n°140 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da biancoblu78
 
Foto di biancoblu78

Conosciamo le giustificazioni addotte per non pagare le tasse, tipo lo Stato chiede "troppo", oppure addirittura a fin di bene, per non far "mangiare" ulteriormente i politici.
Esiste una causa culturale, legata alla mancanza diffusa di senso civico, ma non basta a spiegare la dimensione enorme dell'evasione, che si stima intorno ai 120 mld di euro.
Anche all'estero non piace pagare le tasse, eppure l'evasione è un fenomeno molto ridotto, perché il sistema presenta caratteristiche differenti: semplicità per chi paga e serietà nel perseguire chi evade.
I continui condoni hanno incentivato l'evasione, sminuendo allo stesso tempo la percezione di commettere un furto ai danni dei più deboli.
"In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo un golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni, ma mutando i fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge." A scriverlo era Tremonti nel 1991 sul Corriere della Sera.
La prima causa è dunque la ricerca del consenso da parte della politica, che vista la quantità di evasori impedisce una seria lotta all'evasione.
Leggendo i dati dell'Agenzia delle Entrate si scopre che l'evasione in percentuale è maggiore nelle provincie caratterizzate da alti tassi di criminalità organizzata, raggiungendo il 66% a Caserta, Cosenza, Reggio Calabria e Messina.
L'altra causa quindi è la matrice criminale dell'evasione. Ricordiamocelo quando ci chiediamo chi siano i reali beneficiari dei condoni e scudi fiscali vari.
L'evasione danneggia non solo i lavoratori dipendenti che non possono evadere (almeno quelli senza secondo lavoro), ma anche gli imprenditori onesti.
L'evasione produce concorrenza sleale, perché di fronte a un'azienda che con l'evasione ha creato posti di lavoro, magari in nero, ci sono aziende che sono sbattute fuori dal mercato con i loro dipendenti solo per il fatto di essere rispettose della legge.
L'evasione impedisce allo Stato di abbassare le aliquote per chi lavora nel rispetto delle leggi. Queste imprese poi trovano difficoltà non solo in Italia, ma soprattutto all'estero.
L'EVASIONE FRENA QUINDI LO SVILUPPO!
Un altro Paese con percentuali di evasione simili al nostro, la Grecia, è infatti sull'orlo del fallimento.
Per combattere l'evasione bisogna spezzare il legame del consenso tra politica e chi evade. L'evasore dovrebbe essere sospeso dal diritto di voto e interdetto dai pubblici uffici.
Condurre una seria lotta all'evasione significa combattere la criminalità (non a caso Al Capone è andato in galera per evasione fiscale) e fa crescere l'economia in modo sano.
Gli strumenti esistono, basta volerlo.

 
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Una miniera chiamata turismo

Post n°139 pubblicato il 29 Settembre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

Il turismo nel nostro Paese e in particolare nel Sud, è una miniera sfruttata ancora troppo poco.
Per fare turismo bisogna essere capaci di mettere al centro il cliente, ossia il turista, mentre troppo spesso capita venga visto e trattato come un limone da spremere.
Esistono ristoratori, tassisti, commercianti che quando si trovano di fronte un turista straniero gonfiano il conto, senza pensare al danno che procurano al Paese. Non abbiamo più una moneta debole per cui se pagano un po' di più non se ne accorgono, i nostri prezzi sono già tra i più cari e molti preferiscono andare in Grecia, in Croazia o in Spagna.
Un turista non è un pollo da spennare, se viene truffato da un tassista non prende più il taxi e consiglia di fare lo stesso ai suoi amici, danneggiando tutta la categoria e l'immagine dell'Italia.
Quindi il primo passo per mettere al centro il turista è la "correttezza", trucchi e inganni sono da mettere al bando.
Altra piaga da combattere sono quei fenomeni di microcriminalità a causa dei quali le guide sono piene di raccomandazioni sulla pericolosità delle nostre città d'arte.

Secondo studi recenti (Rem-Studi e Ricerche Mezzogiorno), nel Sud Italia ogni presenza turistica aggiuntiva, sia esso un turista nuovo che arriva oppure uno che decide di trattenersi un giorno in più, genera un Pil aggiuntivo di 41,5 euro.
Può sembrare un piccolo importo, ma se ipotizziamo una crescita delle presenze turistiche del 20%, otterremmo un aumento del Pil del Mezzogiorno di 2.5 miliardi di euro che a sua volta attiverebbe una crescita del Pil dell'indotto del turismo di altri 2 miliardi per un totale di 4,5 miliardi di euro.
In pratica un aumento del 20% delle presenze turistiche genererebbe una crescita del Pil del Mezzogiorno dell'1,2%. Un tasso che da solo è ben più alto delle stime di crescita del Pil italiano fatte per i prossimi due anni dal Fondo Monetario.
Teniamo presente che dove l'offerta turistica si integra con una buona offerta culturale ed enogastronomica l'impatto sul Pil arriva anche a 80 euro per ogni presenza in più.

Questi dati indicano che per sfruttare a pieno la "miniera" turismo occorrono due tipi di politiche da attuare simultaneamente.

  • Da un lato politiche che agiscano sul fronte quantitativo, ossia sull'incremento degli arrivi e sul prolungamento dei soggiorni. È fondamentale in tal senso rendere più accessibili le regioni del Sud, investendo in infrastrutture e sul trasporto ferroviario in particolare (vedi articolo "Treni per Sud"). Sono necessarie inoltre strategie dei prezzi maggiormente competitive, che favorendo un aumento dei flussi turistici e la destagionalizzazione, creerebbero i presupposti per nuove economie di scala e l'abbattimento di molti costi fissi.
  • Dall'altro lato occorrono anche politiche qualitative che abbiano come obiettivo far aumentare l'impatto sul Pil di ciascun turista. In pratica significa potenziare i collegamenti tra turismo e altri settori come cultura, ambiente, agroalimentare che, a loro volta, hanno effetti moltiplicatori sulle rispettive filiere. Visitare una nuova riserva naturale, degustare un vino nelle cantine dell'azienda vitivinicola, riscoprire un monumento restaurato, osservare le fasi di lavorazione di un prodotto tipico sono, ad esempio, sempre più spesso motivazioni che determinano le scelte di viaggio di migliaia di persone.

Quest'ultimo punto determina la scelta tra turismo di massa e turismo di qualità, che necessita però di un contesto idoneo, altrimenti si corre il rischio di creare cattedrali nel deserto destinate all'insuccesso.
Da evitare quelle azioni di promozione frammentarie e campaniliste che risultano costose quanto inutili, servirebbe invece una strategia unitaria per Sud.
Il turista moderno cerca nuove emozioni e non solo nuovi luoghi.
Questa è la strada da seguire per un turismo che possa crescere in modo sostenibile nel tempo e che possa generare più ricchezza economica e maggiori benefici sul territorio.

 
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Italia: siamo capaci di rinascere?

Post n°138 pubblicato il 25 Settembre 2011 da biancoblu78
Foto di biancoblu78

Abbiamo dovuto toccare il fondo affinché molti cittadini e politici aprissero gli occhi su Mister B. Ormai sono rimasti con lui solo i disonesti e qualche vecchio rincitrullito.
Ci vorranno anni per riparare i danni che ha provocato all'economia e alla morale pubblica.
Se si vuole ricostruire bisogna essere intransigenti su valori come onestà, giustizia e meritocrazia. Si deve riscoprire il senso di appartenenza a una comunità nazionale, per motivare i sacrifici necessari alla rinascita. Per questo bisogna ripartire dalla scuola, a cui assegnare le risorse e l'importanza che merita.
È un'occasione per ripensare il nostro modello di crescita fondato sui consumi, per convertirsi al benessere vero, prodotto da fattori come il tempo libero, la cultura e l'attività sociale.
A livello internazionale abbiamo perso credibilità e se Mister B non se ne va entro l'anno, il rischio bancarotta è tutt'altro che remoto.
Solo una dittatura resiste alla volontà popolare espressa con continue proteste, nelle ultime elezioni amministrative e nel referendum. Se ne sono accorti anche all'estero. A parlare di dittatura in Italia non sono comunisti incalliti, che ormai esistono solo nella zucca di Mister B, ma personaggi insospettabili come Anna Wintour, direttrice di Vogue America.
Le organizzazioni umanitarie accusano Mister B di non mantenere le promesse di aiuti per le popolazioni stremate dalla fame in Somalia. Forse era troppo impegnato ad aiutare altre famiglie bisognose tipo quella dei Tarantini.
Penso serva un governo tecnico capace di prendere le decisioni necessarie senza calcoli elettorali.
È arrivato il momento di far pagare il risanamento delle finanze nazionali a chi non ha mai pagato e a chi possiede di più, compresa la nostra Chiesa Cattolica.
Esistono gli strumenti tecnologici per scoprire gli evasori, che vanno sanzionati con l'esclusione dai pubblici uffici e sospendendoli dal diritto di voto, per evitare che possano eleggere candidati pro condoni o scudi fiscali.
Gli onesti devono tirare su la testa!
Diciamo no a chi non vuole fare la ricevuta, a chi inquina, ai sindacati corrotti che difendono i parassiti vendendosi i lavoratori, ai falsi invalidi, ai raccomandati, agli speculatori e alle cricche.
Si tratta di vivere senza girarsi dall'altra parte, devono sapere che non sono più tollerati e siamo pronti a denunciarli.
Tutti insieme per dire ADESSO BASTA!!!
L'alternativa è continuare a vivacchiare... sempre peggio.

 
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Municipalizzate di Albano, adesso chi paga?

Post n°137 pubblicato il 23 Settembre 2011 da biancoblu78
 
Foto di biancoblu78

Comprare i voti sfruttando i bisogni della gente è una pratica comune tra i politici più squallidi e incapaci.
Più le persone sono bisognose, più il "prezzo" del voto è basso. Possono bastare 50 euro o due buste di spesa, ma la strada più conveniente è elargire assunzioni nelle aziende pubbliche e far pagare il conto alla collettività.
Il lavoro è importante e c'è chi è pronto a qualsiasi cosa pur di averlo. In Italia calpestare il merito per far posto ai raccomandati è una consuetudine talmente consolidata, che per alcuni sembra strano il contrario.
Leggo sui giornali che le società municipalizzate del Comune di Albano Laziale sono sull'orlo del fallimento a causa delle assunzioni clientelari, effettuate senza nessun contegno dalla precedente amministrazione. Addirittura 120 neo assunti prima dell'ultima campagna elettorale.
Cosa hanno queste persone di più di altre centinaia di giovani senza lavoro?
Hanno venduto il voto delle loro famiglie in cambio di un posto di lavoro che meritava qualcun'altro.
Questo è il meccanismo che permette ai politici disonesti di mantenere il potere e contemporaneamente di peggiorare i servizi erogati dalle municipalizzate, che si ritrovano dipendenti poco capaci e fedeli al politico che li ha fatti assumere, invece che all'azienda.
I cittadini onesti sono disposti a fare ancora sacrifici per mantenere posti di lavoro frutto del voto di scambio?
È arrivato il momento di dire BASTA!
Si può tagliare il nodo gordiano della corruzione, dell'incapacità e del parassitismo.
Perché non avviare un'azione di responsabilità nei confronti delle precedenti gestioni?
Perché non effettuare una valutazione del personale per capire quanti sono realmente all'altezza del compito assegnato?
Per i posti rimanenti si potrebbe fare finalmente una selezione pubblica per dare lavoro a chi merita.

(clicca sulla vignetta per ingrandirla)

 
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